Discorso pronunciato dal Comandante Fidel Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente dei Consigli di Stato e di Ministri, in occasione del ricevimento dell'onorificenza "José Bonifacio", nel grado di Grande Ufficiale, nell'Università de Rio di Janeiro, Brasile, il 30 giugno 1999, "Anno del 40 anniversario del trionfo della Rivoluzione
(Versioni Stenografiche – Consiglio di Stato)
Autorità dello Stato e della città,
Rettori,
Professori,
Allievi,
Lavoratori,
Amici di Cuba,
Mi avete conferito tanti onori, più di quanto sia meritevole, il che dimostra un grande spirito di solidarietà e di generosità.
Eravate impazienti - dicono qui - di sentirmi parlare; l'unico che non era impaziente ero io (Risate e applausi).
Ho frequentato tante volte molte tribune; ma poche volte, forse mai, mi sono trovato davanti a un compito tanto difficile. Vi era, anche, la promessa fatta da me stesso di non parlare più di due ore (Risate), e credetemi, sinceramente, cercherò di rispettarla (Risate ed esclamazioni).
Guardate, mi avete suggerito tante cose, mi avete fatto ricordare tanti momenti ed episodi di questi anni, che se mi lascio trascinare dai ricordi, supererei non so quante ore. Penso sia meglio che mi concentri su pochi temi. Ho inoltre il proposito di realizzare l'invito fattomi dai delegati degli studenti brasiliani d'incontrarmi con loro domani.
Non potrei dirvi tutto quello che devo dire a entrambi, sarebbe lungo; meglio dividerlo. Sono stato io a decidere il tema, e, siccome sono a Rio e si è appena conclusa la conferenza, mi sento di dover dare alcune impressioni sulla stessa; o meglio, solo su una parte della conferenza. Ovviamente, per me, non è stato facile.
Noi siamo il demonio (Risate), Cuba è l'inferno (Risate). Questo lo hanno detto tante volte, tanti milioni di volte i nostri vicini del Nord... Anche se non sarebbe giusto dire i nostri vicini del Nord; meglio dire i nostri avversari tra i vicini del Nord, vicini che per molto tempo sono stati ingannati. Non è la popolazione statunitense colpevole dei numerosi crimini storici che questo impero, ancor prima di nascere come impero, ha commesso. Mai, per una questione di principio, abbiamo dato la colpa alla popolazione statunitense; al massimo avremmo potuto dire, evocando la famosa frase di Lincoln, è che era possibile ingannare tutta una popolazione una parte del tempo, o ingannare una parte della popolazione tutto il tempo, ma che non era possibile ingannare tutta la popolazione tutto il tempo (Applausi); oggi il mondo si è globalizzato e con il mondo globalizzato si è globalizzata anche la menzogna (Applausi). Avremmo potuto egualmente dire è possibile ingannare una parte del mondo tutto il tempo, o tutto il mondo una parte del tempo; ma voi state dimostrando oggi, in questa sede, che non è possibile ingannare tutti tutto il tempo (Applausi). Questo significa l'inizio della verità globale e l'inizio della vittoria globale.
Leggo le notizie tutti i giorni, molte notizie, 200, 300, è una vecchia abitudine, e so tutto quello che si dice al mondo, anche una parte di quello che capita nel mondo; si finisce quasi per essere esperti su quante menzogne si dicono nel mondo e quante verità si nascondono, quali sono i meccanismi.
Spesso, leggendo le notizie, vediamo un titolo; succesivamente leggiamo il contenuto, e il contenuto non ha niente a che vedere con il titolo. Sono tecniche per manipolare una notizia, in modo tale che in tutti i giornali del mondo, ad esempio, viene pubblicatto il suddeto titolo e dopo un testo.
Vi sono anche molte persone nel mondo che leggono solo il titolo della notizia, niente di più. E' triste ma è la verità.
Nel nostro mondo si è anche persa, in grande misura, l'abitudine di leggere e vi sono altri mezzi importanti di diffusione d'idee; diciamo, innanzittutto la radio e poi la TV. Ma la radio e la TV, anch' esse, si sono globalizzate. Vi sono grosse catene che trasmettono il messaggio ovunque, mezzi audio-visivi di grande influenza, e tali mezzi audio-visivi sono nelle mani dei nostri vicini del Nord, nella stragrande maggioranza. Possiedono la maggior parte dei massmedia e delle vie di comunicazione, quasi tutti i satelliti che un giorno oscureranno il sole (Risate); sono i più grossi padroni della più potente industria di produzione cinematografica; padroni della più potente industria di produzione di film a puntate e video.
Alcuni hanno studiato tale fenomeno e dobbiamo esserne consapevoli. Quale dei nostri paesi può spendere 300 milioni di dollari in un film, solo in uno; recuperare il costo sul mercato interno degli Stati Uniti, e dopo aver guadagnato molto denaro distribuirlo per il mondo a qualunque prezzo?
Si conoscono le statistiche, la percentuale di film statunitensi che vedono i latinoamericani, la percentuale dei film a puntate statunitensi, la percentuale dei video statunitensi che circolano per il mondo. In maggior o minor misura, vi sono paesi di questo emisfero dove il 90% di quello che si passa al cinema e in TV è materiale statunitense, e tutto questo fatto e disegnato con spirito commerciale e per diffondere quello che potremmo chiamare il peggio che ha accumulato la società di questo paese, la violenza, ad esempio. Credo aver letto una volta che il 65% del contenuto di tali materiali era legato alla violenza. Nessun altro paese del mondo produce materiali di cinema, TV, ecc. con una percentuale così alta di violenza, sesso, stravaganza (Applausi). E con questo che producono con spirito soprattutto commerciale, avvelenano, confondono e ingannano una grande parte del mondo. Forse è questo uno dei problemi più seri che abbiamo oggi.
Un film di 300 milioni non solo riesce ad avere entrate derivanti dalla proiezione, ma anche dalla pubblicità, dalle vendite di prodotti, in modo tale che alcune di queste produzioni superano il miliardo di dollari di guadagno. Hanno fuso tutto, e allora le grosse aziende di comunicazione, di cinema e di tutto cercano di unirsi.
Non intendiamo affermare che non vi siano alcune produzioni buone e molto buone, ma noi stessi, abbiamo grosse difficoltà a scegliere i film che passiamo ai cinema e in TV; tutte le settimane bisogna passare due o tre film.
L' Europa, che 30, 35 anni fa produceva molti buoni film, oggi, non ne produce, salvo eccezioni, ed è praticamente schiacciata dall'aggressione culturale degli Stati Uniti.
Vi sono alcuni paesi, come la Grande Bretagna, dove quasi l' 80% di ciò che si trasmette è di origine statunitense, e molti altri paesi colti dell'Europa ricevono il 70%, il 65%, forse più del 60 per cento come media di materiale statunitense; forse la Francia, eccezionalmente, è il paese che ne riceve meno del 50%, l'unico. Cerca di difendere la propria cultura da questa invasione, sembra che faccia uno sforzo speciale.
In un recente congresso di scrittori e artisti cubani, che si potrebbe chiamare congresso della cultura, tenutosi alcuni mesi fa, il punto che riuniva il criterio unanime delle centinaia di delegati presenti era quello sul problema dell'aggressione culturale che subisce l’ America Latina e il mondo; e tutto questo materiale è al servizio di un'ideologia e di un modello di consumo, modello di consumo che se venisse applicato accelerebbe quello che sarebbe veramente la fine della storia. Non quella fine della storia alla quale hanno fatto riferimento alcuni euforici quando si verificò il crollo del campo socialista; la fine della storia vuol dire, in questo caso, il punto verso il quale ci porterebbe questa via che segue oggi il mondo, la società di consumo.
Qualcuno parlò del numero degli affamati -mi sembra sia stato il Presidente dell'Assemblea-, di quanti poveri ci sono. Ve ne sono molti di questi dati; non sono centinaia di milioni, sono miliardi. L'80% della popolazione mondiale attuale è povera, senza includere i cinesi, che sono poveri, ma che hanno generi alimentari tutti i giorni, si vestono, hanno scarpe, hanno abitazioni, assistenza medica e istruzione, oltre al fatto che non è facile imparare il cinese (Applausi). Ritengo, per convinzione personale, che i cinesi sono molto intelligenti, vincono quasi tutte le olimpiadi di matematica e fisica ovunque, perché la loro intelligenza si svilupppa imparando la propria lingua (Risate).
Un paese fratello, il Venezuela, ha avuto la buona idea di creare un ministero, si chiamava il Ministero dell'Intelligenza. Molti ridevano a proposito del ministero e del ministro. Credo di essere stato uno dei pochi al mondo a non averne riso; ho avuto anche occasione di parlare con lui sulle sue teorie, secondo le quali l'intelligenza si sviluppa nei primi anni di vita, durante un determinato periodo. Vi sono anche ricercatori che sviluppano tecniche per elevare il quoziente d'intelligenza, perché tali esseri, che siamo noi, possediamo una capacità mentale non disprezzabile. Quanto meno l'apparecchiatura è installata nella nostra testa; ma si dice che l'uomo riesce ad utilizzare il 10% o il 12% della propria capacità intellettuale. E, ovviamente, le prove che sono state fatte dimostrano che certi metodi d'insegnamento aiutano a utilizzare un 15%, un 16%, e anche di più. Magari arrivi un giorno, e guai ai simulatori, ai bugiardi e agli sfruttatori, se l'uomo arrivasse un giorno a utilizzzare il 50% della propria capacità d'intelligenza! (Applausi).
Sappiamo -e non è un sacrilegio dirlo- che siamo prodotto dell'evoluzione naturale. Questo si scoprì nella metà del secolo scorso, circa 150 anni fa, e la teoria fu molto discussa, vi furono molte critiche. Ma dico che non è un sacrilegio, perché recentemente ho letto che il Papa Giovanni Paolo II aveva dichiarato che la teoria dell'evoluzione non era incompatibile con la dottrina della creazione; credo che tutti, credenti e non credenti, accettano tale realtà. Però ormai - l'uomo non può più continuare a svilupparsi nello stesso modo in cui l’ ha fatto per centinaia di migliaia di anni. La grande ricchezza del futuro della mente umana consiste nell' enorme potenziale d'intelligenza geneticamente ricevuto che non siamo in grado di utilizzare. Ecco ciò di cui disponiamo, ecco l'avvenire, e se solo usando una piccola parte dell'intelligenza potenziale vediamo tante meraviglie, come i telefonini che si vedono dappertutto... (Risate e applausi),
Prima di venire a Rio stavo preparando il discorso, giacché mi avevano detto: "Vi sono cinque minuti per parlare" -per poco scrivo: "Signor Presidente; Eccellenze; buongiorno, grazie" (Risate e applausi)-, e stavo riunendo molti dati e materiali, voi non immaginate quanti materiali bisogna riunire ogni volta che ha luogo una conferenza di questo tipo. Non si tratta di cercare un compagno di grande ingegno che faccia un discorso. Se colui che lo pronuncia non sa di che cosa si tratta, non sarebbe neanche in grado di difendere un'idea.
Ma, inoltre, non porto uno di quei telefonini -non ho mai usato tali apparecchi-, perché bisogna avere il buon senso di preservare i nervi perché a qualunque ora, o in qualunque momento squilla. Dicono che alcuni vibrano. Non ne conosco nessuno, soltanto qui, di volta in volta... Ieri mentre circolavo per la strada, andando verso l'hotel dove si è alloggiato il nostro amico e rilevante dirigente venezuelano Hugo Chávez, il nostro Ministro si è comunicato con i compagni a Cuba; prendo il piccolo apparecchio, e si sentiva molto meglio di quando parlo con loro all'Avana (Risate).
Incredibile!. Io ero là e, subito, ho dovuto creare, velocemente, una base operativa di lavoro perché avevo scoperto che alcuni materiali non erano disponibili, come, ad esempio, i testi precisi dei documenti approvati dalla NATO il 24 aprile, qualcosa che ci interessava molto. Per fortuna li avevamo chiesti in anticipo al nostro Ambasciatore presso le Nazioni Unite, dove è stata svolta una grossa battaglia sulle formule che si discutevano per arrivare ad una soluzione politica del conflitto della Iugoslavia, e lui aveva inviato quei documenti, ma tra essi e altri mucchi di carta e di dati, collegati a questo vertice a ad altri lavori, non li avevo a portata di mano. Occorreva telefonare all'ufficio presso il Consiglio di Stato, occorreva telefonare al ministero degli Affari Esteri, occorreva telefonare il nostro Ministro e il nostro Ambasciatore a Rio di Janeiro e ad alcuni altri luoghi per riunire vari dati, tale documento e tale cosa, perché ovviamente quello non era l'unico materiale, e disponevamo di appena 48 ore. Grazie a uno di quei telefonini, il compagno direttore del Centro di Ricerca dell'Economia Mondiale, che era con noi, all’ ultimo momento ha ricevuto una parte di tali documenti velocemente. Gli dico: Leggili in dettaglio -non ce la facevo a leggerli tutti-, sottolinea i temi collegati a questo e codesto. Erano 60 pagine.
C'erano altri materiali riguardanti diversi temi di 60 pagine circa. Al tempo stesso, era necessario tradurre in inglese e in altre lingue non so quanti materiali, discorsi precedenti o bozze di discorsi, vedere quante copie c'erano in ciascuna delle lingue e quante ne mancavano, perché se dovevamo arrivare, ad esempio, a questo atto all'università, era necessario consegnare alcuni di questi materiali, per non ripetere temi e agevolare con materiale scritto i partecipanti negli elementi di giudizi complementari.
Noi abbiamo tradotto alcuni di questi materiali in otto lingue: ovviamente spagnolo; il maggior numero in inglese, perché è la lingua che si usa di più ovunque; ma anche in tedesco, in italiano, in russo e soprattutto questa volta in portoghese. Dico: Se andiamo in Brasile, quante copie portiamo?, è la sede della conferenza.
Ci preoccupiamo non solo della traduzione ma che la stessa venga fatta bene, perché si capisca nella lingua del paese che la legge.
Ho imparato, per caso, che il portoghese del Brasile era diverso da quello del Portogallo, e che vi è una guerra tra portoghesi e brasiliani in questioni di lingua. Dico: Datemi un esempio. Mi hanno risposto: Bene, ad esempio, "facto"; in Portogallo dicono "facto", con "c" davanti alla "t", e in Brasile dicono "fato", e via dicendo. Io non volevo che venissero offesi i brasiliani a causa di una traduzione portoghese (Risate); anche se mi sembra che capite, vero? Se leggete un romanzo portoghese, lo capite perfettamente, no? Ma non vi piace che vi cambino le parole, non è vero?. Bene, bisognava stare attenti anche a questo dettaglio. Ho chiamato l'interprete che mi accompagna e gli ho detto: Capisci bene? - è l'interprete di portoghese. In quale dei due portoghesi è la traduzione? (Risate). Perché in un ufficio che abbiamo di traduzione, con bravi traduttori, che hanno il loro stile, con persone che fanno la correzione, forse là avevano tradotto al portoghese di Portogallo, e l'interprete che mi accompagna si preoccupa sempre di tradurre il portoghese di Portogallo al portoghese del Brasile. Gli dico: Sei sicuro che lo capiscono bene e che non si sentiranno offesi i brasiliani? (Risate). Dice: "No, no, si capisce bene" (Applausi).
Dico questo come esempio dei lavori che bisogna fare. Ma posso assicurarvi che fra le 4:00 del pomeriggio a e la mezzanotte di sabato 27, per verificare molti dati e materiali, abbiamo rivisto centinaia di pagine.
Nell'aereo, durante il viaggio dall'Avana a Rio di Janeiro, che dicevano che durava 8 ore, ho scoperto che durava, in realtà, un'ora, perché al decollo, mi sono seduto accanto al Direttore del Centro di Ricerche dell'Economia Mondiale e siamo stati a lavorare e a discutere per otto ore; io, rivedendo come un allievo alla fine del corso non so quante cose sottolineate durante vari giorni, che dovevo rivedere, e lui, facendo uno sforzo per cercare di vedere se si capiva la dichiarazione del Vertice che si discuteva a Rio; il documento di più di sessanta paragrafi su temi politici, economici e sociali. Da qui inviavano notizie a Cuba o all'aereo, che tale punto era bloccato per questa o codesta cosa. Chiedevamo loro: Bene, e finora, cosa c'è? Rispondevano: Bene, finora, è stata accettata; unicamente quella o questa cosa unicamente tale o quale cosa è stata accettata; del primo documento si è discusso solo la metà. Questo era durante la notte tra sabato e domenica; vi era la riunione dei ministri degli Affari Esteri e c'era contrasto su alcuni criteri tra l'Europa e l'America Latina; era necessario conoscere tutti i punti sui quali non erano d'accordo.
Ho detto: Cosa è arrivato per ultimo? Era arrivata solo la quarta parte dei materiali, si doveva continuare a lavorare per vedere su che cosa si era raggiunto l'accordo e su quale no. E una delle cose che mi preoccupava straordinariamente era che la parte europea non voleva sentire parlare della Carta delle Nazioni Unite, né voleva parlare del principio di non intervento, né dell' autodeterminazione e la sovanità; tale atteggiamento era logicamente motivo di profonda preoccupazione, giacché sappiamo tutto quello che c'è dietro.
Così sono stati a discutere fino a tardi; compreso un paragrafo, che menzionava con nome e cognome la Legge Helms-Burton, era stato frutto di una battaglia della delegazione cubana e di altri paesi perché venisse inclusa la legge con nome e cognome.
C'erano molte cose in sospeso; ma, ovviamente, abbiamo potuto guadagnare tutto il tempo di cui avevamo bisogno, grazie a questo mezzo di comunicazione che ci consentiva di comunicare e di coordinare contemporaneamente con sei o sette punti diversi, il che rendeva possibile molteplicare gli sforzi.
Vi parlavo dell'invasione culturale, che è una realtà; ci vogliono imporre una pseduo-cultura, o piuttosto, una falsa e insopportabile monocultura. Come esempio di quello che succedde, l'ho letto alcuni giorni fa, si perdono ogni anno 100 delle circa 6 000 lingue che rimangono al mondo, o dialetti, che anche essi sono lingue, cento ogni anno! Ormai se ne sono perse migliaia, ma, soprattutto, è triste pensare che in 20 anni se ne perderanno altre 2 000. A questo ritmo può darsi che rimanga solo una lingua, l'inglese, purtroppo e per colpa dei miei vicini, giacché qualcosa ho imparato dell'inglese al Liceo, all'università e cercando di leggere in questa lingua, dopo l'ho dimenticata; ho dovuto parlare molto, molto spagnolo, e anche se ho cercato di rivedere il mio inglese con vocabolari, quaderni, note, leggendo un'istruttiva e piacevole biografia di Lincoln, ho fatto alcuni sforzi finché ho deciso di rinunciarci per cercare d'imparare un pochino meglio lo spagnolo (Applausi).
A che cosa è legato questo? A una colossale battaglia d'idee. Se i massmedia sono monopolizzati dalla potenza imperialista più forte, dobbiamo difendere le culture e diffondere le idee. Le idee devono essere diffuse e seminate in tutto il mondo (Applausi).
Perciò vi dicevo che era incoraggiante quello che avevo visto oggi pomeriggio, quello che ho visto questa mattina a Niteroi quando abbiamo inaugurato un'unità del medico di famiglia -ne hanno ormai 16 e pensano di arrivare a 30- o quando abbiamo visitato il museo disegnato da Niemeyer, e abbiamo avuto l'immenso onore di avere contato sulla sua presenza, più giovane, più lucido di quando l'ho visto sette, otto anni fa. Per me è stato un grande onore mettere la mia mano sulla sua spalla.
Vedo molte cose interessatni in molti luoghi. Ho visitato il Venezuela. Credo che hanno distribuito alcuni fascicoli del discorso pronunciato in Venezuela, che è stato lungo, ma c'erano molti temi che non devo ripetere, e gli interessati a questo tipo di materiale, troveranno alcune cose in questo discorso, idee di Bolívar, idee di Martí, una nuova tappa che sorge in un paese che ha avuto un ruolo molto importante nella storia di questo emisfero, perché lí cominciò il nobile sogno di un'integrazione latinoamericana quando non esistevano le comunicazioni di oggi e un cavallo impiegava tre mesi per arrivare da Caracas a Lima. Un altro sognatore dell'integrazione fu Martí, e là si coniugano simbolicamente le idee di Martí e quelle di Bolívar. Martí fu un grande ammiratore di Bolívar.
Cioè, era necessario parlare molto, sui temi del mondo, sui privilegi che si é presa la grande superpotenza del Nord, le forme di saccheggio che applica. Oggi acquista tutto, ovunque sia, con le banconote che stampa, prima doveva acquistarlo con oro, o con carta moneta che aveva un equivalente in oro assicurato, finché, rompendo le norme di Bretton Woods, unilateralmente hanno sospeso la conversione della carta in oro facendo diventare l'oro carta. Delle riserve che possedevano alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l'80% dell'oro del mondo, dopo l'avventura del Vietnam, rimaneva loro solo un terzo.
Loro avevano mantenuto l'oro ad un prezzo fisso di 35 dollari l'oncia troi, acquistando le rimanenze sul mercato e vendendolo in caso di scarsezza. Quando gli Stati Uniti hanno sospeso il sistema basato sull'oro e con esso altri meccanismi di stabilizzazione delle monete, ebbe luogo una colossale esplosione nel prezzo. L'oro delle loro riserve aumentò più di dieci volte il suo valore. L'economia mondiale è stata truffata impunemente. Fino a quel momento le monete erano state sufficientemente stabili, non era ancora nato il gigantesco affare speculativo, in virtù del quale ogni giorno le operazioni speculative con le monete arrivano a miliardi di milioni di dollari, fenomeno insolito e nuovo che permette di vedere l'abisso verso il quale va, o l’orlo dell'abisso, e da molto vicino, dove va l'ordine economico mondiale esistente, qualcosa d'insostenibile, sì, d'insostenibile. Dobbiamo capire che siamo davanti a un mondo dove gli avvenimenti vanno più velocemente della coscienza sull’ imposibilità di sostenerse questo mondo e sull’ imperiosa e inevitabile necessità di sostituirlo con un altro ordine, se l'umanità vuole sopravvivere (Applausi).
Bisogna seminare idee, molte idee. Cosa facciamo noi che non abbiamo grosse catene di massmedia di diffusione? Utilizziamo anche una parte dei loro mezzi elettronici. Sì, esiste, ad esempio -e non l'ho menzionato-, Internet; ma è difficile trasmettere idee ai paesi del Terzo Mondo tramite Internet. Perché? Perché solo il 2% dei latinoamericani, ad esempio, può accedere a Internet; invece, il 70% o il 75% degli statunitensi può accedere a tale rete.
Bene, Internet non ci servirebbe per trasmettervi idee o messaggi; ma serve, almeno, per trasmettere a quelli che ne hanno accesso, messaggi, idee, ragionamenti e argomenti di quanto è pazzesco e fragile e insostenibile il mondo in cui viviamo. I messaggi non solo devono inviarsi alle vittime, devono inviarsi anche ai vittimari (Applausi), e nella speranza che vi è molta gente che pensa, ma che non ha mai trovato un argomento, ma solo ciò che che vede nel cinema, nella TV, nei giornali, e sono tutti strumenti al servizio di un sistema economico e sociale di sfruttamento e di dominazione. E così invadono il mondo, con tutti questi mezzi, e tramite loro, con la putrefatta ideologia e le menzogne dell'imperialismo.
Abbiamo molte prove, perché vengono molte persone a Cuba, conoscono il nostro modesto paese, i suoi sacrifici, i suoi limiti, soprattutto in questi tempi del cosiddetto periodo speciale, dopo il crollo del campo socialista e quando siamo rimasti sottomessi a un doppio blocco: abbiamo perso i mercati, la garanzia delle forniture, che non potevamo acquistare in altri luoghi perché non ce le vendevano. Scomparve tutto questo, e il blocco s'inasprì, con l'opportunismo caratteristico di questo grande impero, come dicendo: Ecco il momento di schiacciare come cimici questi insolenti che sono in quella piccola isoletta, che avrebbe dovuto essere nostra, che sogniamo da 200 anni e che hanno avuto l'audacia di mancarci di rispetto ribellandosi contro idogmi dell'impero e contro l'ordine neocoloniale stabilito là.
Sono trascorsi 40 anni e ancora s'impegnano; ma più anni trascorrono, più si meravigliano. Sicuramente devono pensare: Questi devono essere un tipo di cimici speciali. Ma no, siamo come quasi tutte le altre cimici, solo che siamo diventati cimici con coscienza. Ecco l'unica evoluzione che ha avuto luogo nel nostro paese (Applausi), e con questa coscienza ci siamo difesi durante tutto questo tempo, ancora di più quando siamo rimasti assolutamente soli, in quel che riguarda i rapporti economici con i principali mercati, fonti di credito e di forniture, e tagliati fuori da tutti gli enti finanziari internazionali.
Credo di avere sentito parlare a Cuba, di volta in volta, di un ente che si chiama Fondo Monetario Internazionale; ma molto tempo, tanto tempo fa che quasi ne abbiamo dimenticato la sigla.
Inoltre abbiamo sentito parlare dell'esistenza di una Banca Interamericana di Sviluppo; ma non so con precisione come si chiama, perché ci siamo dimenticati delle sigle. Un altro si chiama Banca Mondiale. Sì, vi è una Banca Mondiale. Chiediamo: E dove si trova questa banca? Anche se sappiamo molto bene dov’ è e cos’ è, alcuni di noi, la stragrande maggioranza dei cubani, non ha sentito parlare molto del Fondo Montario e della Banca Mondiale, per fortuna (Applausi). E' incredibile, perché abbiamo imparato a vivere senza Fondo Monetario, senza Banca Mondiale, senza Banca Interamericana di Sviluppo, senza i numerosi crediti di cui si parla, i crediti all’ esportazioni, ecc, ecc, e dovendo pagare per qualunque prestito, e sempre a breve termine, un interesse che può essere il doppio di quello che pagano altri paesi, perché in virtù di un così grande blocco e di tante leggi Torricelli, Helms-Burton, più un mucchio di emendamenti che non si conoscono, molti approfittano per farci pagare un prezzo maggiore per tutto.
A volte, nella Legge Finanziaria degli Stati Uniti -è una legge che ha 5 000 pagine-, e quando hanno fretta, molti legislatori, alcuni amici di Cuba anche tralasciano dei paragrafi, e ci inviano velocemente un messaggio esprimendo il loro disagio per non essersi accorti che c'era un paragrafo che diceva tale cosa, che costituiva una nuova misura dell'inasprimento dell'embargo. Molti congressisti. Non leggono neanche le leggi! Né leggono -possiamo dire- molte delle leggi che sono approvate nel Congresso degli Stati Uniti. Sono lobbies e più lobbies quelle che determinano il "Do ut des": "Approvami questa parola, conviene per il mio Stato, e io ti approvo questa che t'interessa". E' così, uno scambio incessante e, alla fine, nessuno sa neanche in cosa consistano le leggi (Applausi). Per questo motivo, in un paese tanto democratico, si sviluppa tanto la carriera di giurisprudenza e trovano occupazione numorosissimi avvocati, perché non c'è modo d'interpretare quello. Immagino che un saggio della antica Roma sarebbe impazzito con la semplice lettura di una decima parte delle leggi approvate in questo paese, e, così come funzionano le loro leggi, funzionano i loro giudici e tribunali.
In questa perfettissima e ideale democrazia, tutti sanno come si raccolgono i soldi la vigilia di ogni campagna e hanno anche affittato la stanza di Abraham Lincoln in periodi elettorali, perché ci sono alcuni che sognano certi piaceri; ammirano Lincoln, o ne hanno sentito parlare, di quel personaggio con barba, il tagliaboschi che arrivò ad essere avvocato e presidente e che dovette vivere quel momento, dopo una grande guerra interna, mossa da interessi e settori agricoli o settori industriali, che diede luogo a un cambiamento di forma della schiavitù che consistè nella sua abolizione formale, perché la vita schiava continuasse uguale o peggiore di prima perchè quando quei nobili esseri spietatamente sfruttati hanno ricevuto un giorno la notizia che erano liberi, hanno scoperto che essendo liberi nessuno si preoccupava della loro alimentazione o della loro salute, giacché non essendo più una proprietà dello schiavista, il loro valore era inferiore a quello di un cavallo o di una mucca, infatti quando moriva uno schiavo, quello che vendevano nella famosa asta, o peggio ancora, i figli di quegli schiavi, i proprietari perdevano capitale.
Creco la crudele e reale storia. A Cuba avvenne lo stesso, si abolì nel 1886, credo, e noi abbiamo la prova storica che quando gli schiavi diventarono operai, ipoteticamente liberi, ebbero condizioni peggiori perché il capitalismo è la continuazione del sistema schiavista sotto altre forme ugualmente inumane e spietate di sfruttamento.
Vi sono molte cose da dire e molti messaggi da inviare, per tutti i mezzi e in tutte le direzioni. Io posso assicurarvi che se uno ha argomenti e morale, allora può portare avanti qualunque battaglia ovunque sia; di bocca in bocca, di messaggio in messaggio, di fascicolo in fascicolo, di discorso in discorso, di tribuna in tribuna, di foro in foro bisogna dire la verità, e per questo dobbiamo chiarirci noi stessi le idee. Per fortuna abbiamo potuto apprezzare come cresce la coscienza e come il mondo comprende le realtà. Dopo quei colpi distruttivi che ha ricevuto il movimento progressista e rivoluzionario, molta gente sta riflettendo e sta pensando.
I cambiamenti sono visibili, e noi facciamo il meglio per trasmettere idee, e se dobbiamo distribuire milioni e milioni di fascicoli, li distribuiremo. I gruppi di solidarietà, molte volte, si occupano loro stessi di stamparli; vendono una parte e con quello che raccolgono fanno un' altra stampa; così, successivamente, non si sa quanto si sta diffondendo. E sono anche essi missili guidati, come quelli che lanciavano in Iugoslavia, perché sono diretti a persone scelte, intellettuali, personalità eminenti, direttori di organi di stampa, parlamentari, leaders politici e sociali; a tutti quelli che hanno a che vedere con il destino dei loro popoli, gli facciamo arrivare queste idee. Se le idee sono chiare, giuste, obiettive, vi sono le condizioni idonee nel mondo di oggi perché vengano diffuse. Non possiamo lasciarci schiacciare dall'immenso potere dei mass media di cui dispongono gli attuali padroni del mondo (Applausi).
L'importanza di questa riunione risiede nel fatto reale che quelli del Nord ci vogliono inghiottire interamente, e se ci lasciamo inghiottire, ci digeriranno più velocemente di quella balena della Bibbia con il profeta che credo si chiamava Giona. Sembra che la balena abbia impiegato un po' di tempo a digerirlo e il profeta sia stato tirato fuori dalla sua pancia; ma se questa balena inghiottisce noi tutti, cercherebbe di digerirci in poche ore.
Possono acquistare tutto, come abbiamo detto, in virtù di un meccanismo creato lungo questo secolo, iniziatosi con la Prima Guerra Mondiale; quando il dollaro cominciò a collocare la lira sterlina come moneta di riserva, e inventarono i buoni con un interesse determinato allo scopo di pagare le spese di guerra; quando meno se lo aspettavano, ebbero una grande crisi che durò dal 1929 al 1940, e questo può ripetersi.
Passano tutto il tempo pensando a cosa fare per non avere di nuovo una gigantesca crisi, mentre il valore delle loro azioni aumenta e aumenta fino a moltiplicarsi due, tre e quattro volte in appena 10 anni, creandosi favolose fortune artificiali e gonfiando un pallone che può e deve esplodere inevitabilmente ad un certo momento. Se nel 1929 solo il 5% dei risparmi degli statunitensi era investito in queste azioni, oggi il 50% dei loro risparmi è investito in azioni, nonchè i fondi di pensioni e di liquidazioni. Dunque, una esplosione di questo genere sarebbe veramente una catastrofe.
Negli ultimi mesi hanno avuto paura che si verificasse un fatto del genere, hanno cambiato politiche antinflazione per politiche antirecessione in mezzo a una grande incertezza. Non si può credere assolutamente quanto dichiarano. Bisogna sapere quello che pensano e dicono tra loro, e sottovoce. Ma, il fatto reale è che hanno creato tali privilegi che quel paese i cui cittadini sono coloro che risparmiano di meno al mondo, delle loro entrate nette personali, è proprio quello che spende di più, investe e acquista.
Si dice che i campioni del risparmio personale sono i giapponesi, risparmiano oltre il 30% delle loro entrate personali; in Europa circa il 20%, cioè, vi sono diversi parametri. Da molto tempo gli statunitensi sono quelli che risparmiano di meno al mondo. Mantengono le crescite delle quali si vantano tanto sulla base di un mercato interno di 270 milioni di persone che spendono e spendono senza limiti. Se possiedono una macchina la cambiano ogni due anni, e alcuni lo fanno tutti gli anni; acquistano tutto quello che si produce e mantengono l'occupazione su questa base.
Ovviamente, le materie prime non costano nulla a loro; sia ferro, nichel, petrolio, qualunque cosa, lo pagano con carta. Quelli che ricevono la carta la mettono da parte, in grande misura, per creare una riserva monetaria presso le banche centrali o private, rischiando che avvenga ciò che è successo in vari paese cosiddetti emergenti, cioè di perdere in questione di settimane, le riserve accantonate per decine di anni.
Io lo dico in un modo semplice, ma loro usano diversi meccanismi per questo: in sostanza, stampano banconote, le utilizzano per comprare, e coloro che le ricevono le mettono da parte. In cambio di questo loro non danno nulla. Meglio ancora: questo avviene così con una parte importante di queste banconote; l'altra parte, ovviamente quelli che ne sono in possesso, la usano nell'acquisto di beni e di servizi. Ma la realta è che gli Stati Uniti che si sono conferiti, a Bretton Woods, la funzione di emettere e di proteggere la moneta di riserva internazionale, hanno mancato ai loro doveri, l' hanno fatta diventare monopolio privilegiato e tramite i loro buoni e banconote dispongono di tutto il denaro che vogliono. Loro possono avere un deficit nel bilancio commerciale di 200 miliardi, 300 miliardi, sono gli unici, agli altri lo proibiscono. Chiaro che loro importano tutto quello che vogliono. Non mancherà mai loro un bidone o un litro di combustibile, e là è dove ci sono più macchine al mondo, dove il litro di benzina è meno costoso che in qualunque altro paese.
Guardate quanti privilegi hanno accumulato, fino al punto che il risparmio personale l'anno scorso ha raggiunto un livello al di sotto dello zero; cioè, hanno speso in media più di quello che hanno guadagnato. Può darsi che alcuni risparmino, una parte, e altri spendano molto più; ma il risparmio medio dei cittadini statunitensi è rimasto al di sotto dello zero. Qualcosa senza precedente nella storia del capitalismo e tutto continua tranquillamente. Si parla di una fortunata economia, chi la paga e quando la può pagare (Applausi), e cosa succederà quando questo sistema e questi enormi palloni esploderanno e crolleranno.
Ciò è assolutamente certo, e noi pensiamo che il nostro dovere è far sì che le masse, le migliaia di milioni di persone povere nel mondo e anche i ceti medi, capiscano e conoscano tali realtà giacché il mondo deve prepararsi per il momento in cui si verificherà tale disastro. Vi assicuro che di recente sono stati molto vicino alla catastrofe. E’ bastata una crisi in Russia, il cui Prodotto Interno Lordo è pari al 2% dell'economia mondiale, unito al fatto della sospensione del pagamento di alcuni obblighi a breve termine, perchè si propagasse il panico e il dow jones -il mio inglese vi dimostra che non è molto perfetto- scendesse e arrivata la catastrofe se la crisi si diffondeva per tutta L'America Latina.
Tutti erano affannati; il governo, il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, la Riserva Federale e immediatamente hanno capito che, se l'economia latinoamericana crollava, il fuoco sarebbe arrivato alle Borse valori degli Stati Uniti. Hanno cercato di controllarlo, si sono dati da fare, hanno abbassato il tasso d'interesse, cioè, hanno iniettato denaro nella circolazione per evitare una depressione gravissima, con questo sono riusciti solo a rimandare il momento in cui questo capiterà e più si rimanderà più grande sarà il disastro (Applausi); euforia nuova, più spese, più incremento del valore delle azioni nella borsa e più speculazione di ogni genere.
I problemi non sono così complessi; direi che sono, perfino relativamente facili da spiegare, e queste sono le basi sulle quali si sostiene l'impero. Crollerà, non in virtù dei nostri buoni desideri, crollerà perchè tutto quello che stanno costruendo è su basi insostenibili; e può succedere che un giorno venga la catastrofe e i popoli, il mondo, non siano preparati per assimilare tale catastrofe e trarne le conclusioni necessarie. Produrrà ogni tipo di crisi, ovunque sia.
Penso che piuttosto di armi, i popoli necessitino di idee (Applausi). Il cambiamento di un tipo di mondo globale, inumano, insostenibile, che minaccia la vita del pianeta, per un ordine sociale giusto e umanitario che dia all'umanità un'opportunità di sopravvivere; un mondo che possa avere un po' d'acqua potabile; un mondo che disponga dell'aria respirabile; un mondo che possa acquistare i generi alimentari necessari; un mondo che con la sua ricca tecnologia sia in grado di costruire i tetti di cui necessitano le persone per vivere, le scuole che necessitano i bambini per formarsi, i farmaci per preservare la salute dei suoi abitanti, l'assistenza medica indispensabile a tutti, bambini, giovani e anziani (Applausi).
Perché ci parleranno del XXI secolo riempendoci la testa d'illusioni che dureranno meno della spuma dello champagne con il quale molti della minoranza privilegiata del mondo celebreranno l'arrivo di un nuovo secolo? (Applausi). Ormai sappiamo che migliaia di milioni di persone nel nostro mondo, dove adesso siamo 6 000 milioni, lo celebreranno con una bibita spumosa, che magari non sia Coca-Cola (Risate e applausi). Perché vediamo, inoltre, in questo mondo globalizzato, lo strano fenomeno che in paesi con culture millenarie, come l'India -con tutto il rispettto, è un paese che apprezziamo molto- viene consumata la Coca-Cola statunitense, l' hamburger. Ovviamente, i padroni delle catene dicono che è carne di bufalo, di montone, ad esempio, e non carne di manzo, giacché, secondo le tradizioni millenarie, possono consumare della mucca il latte ma non la carne. Chissà cosa ci mettono nei hamburger quei signori delle multinazionali! Sono capaci di metterci perfino le mucche che si trovano morte sulla via (Risate); ormai conosciamo gli scrupoli che hanno nei confronti della salute umana. Ma, anche nei paesi straordinari e con meriti come la Cina, le aziende multinazionali, straniere, vogliono inserire queste abitudini di consumo. Ecco un esempio di globalizzazione yankee.
E magari si trattasse soltanto di Coca-Cola e hamburger, il peggio è che inseriscano nel cervello umano, che ha tanto potenziale d'impiego, l'idea di vivere come si vive a Parigi, a Londra, a New York, a California e in altri luoghi; quel mondo idillico del quale ho sentito una volta, da molto vicino, parlare il Presidente degli Stati Uniti nella riunione dell'WTO a Ginevra. Chiaro, devono dire qualcosa al mondo. Allora dicono che quello che vogliono e tutto quanto fanno è perché nel futuro vi sia un mondo costituito dalla classe media.
Scherzando ho detto ad alcuni giornalisti che, dopo Karl Marx, Clinton era l'unico uomo che aveva concepito una società senza classi. Marx, una società di lavoratori; il Presidente degli Stati Uniti, una società di borghesi. Colui pensando agli operai sfruttati; codesto sognando i ceti medi dei quartieri di lusso della California e di altre ricche città degli Stati Uniti: padroni felici di gonfiate azioni alla borsa, due macchine, elettricità, uno o due telefoni, TV via cavo e per satellite, Internet per chiedere qualunque cosa, qualunque film o, anche, per acquistare al supermercato senza uscire di casa; gli mostrano il prodotto con tutti i dettagli e lui acquista, paga con una tessera, o passano il conto non so dove, non ha nemmeno il fastidio di portare il denaro. Caspita!, hanno raggiunto quello che una volta sognò Karl Marx (Esclamazioni e applausi), soprattutto a partire da una formula alla quale non pensò Marx, che è quella d'impadronirsi prima di tutto del denaro del mondo (Risate), e operare il miracolo degli alchimisti di transformare la carta in oro e di essere i padroni veri, o potenziali, di tutte le risorse naturali del mondo.
E credete che l'impero sia soddisfatto con quello che ha? No! il Golfo Persico, con qualche eccezione, appartiene a loro, tutto, tutto, appartiene a loro; il Mar Caspio, dove vi erano immense riserve di petrolio e di gas, tutta quella zona, quasi tutta appartiene a loro, o alle loro imprese multinazionali; ovunque arrivino, in Africa o in qualunque altro posto del mondo, nella terra o nell'acqua, cercano di controllare tutte le materie prime che possano esistere. E aspirano ad acquistare tutto il gas della Russia, dove si trovano le più vaste riserve, perché diventino proprietà delle loro imprese, e tutto il petrolio, a loro non basta. Non vogliono lasciare nulla agli europei.
Gli europei volevano fare alcuni investimenti in Iran, in Libia ed in alcuni di quei paesi; ma gli yankee hanno fatto un'altra legge, in virtù della quale non potevano investire nei suddetti paesi. Ed così che siamo stati trasformati in moneta di cambio, perché hanno cercato delle "Intese" -che ho menzionato nel mio discorso di ieri-, in virtù delle quali se il Senato concordava di attenuare uno dei capitoli della Legge Helms-Burton che prendesse in considerazione gli interessi degli investitori europei a Cuba, gli statunitensi sarebbero stati tolleranti con alcuni investimenti da parte degli europei in Iran o in Libia e in altri luoghi, il che, in definitiva, rendeva internazionale l'infame legge e tutti felici e contenti.
Io non ho avuto altra scelta che usare un paragrafo relativamente duro, in un breve discorso, quando ho detto questo: "Parlando in questo caso in nome di Cuba, paese criminalmente bloccato, il quale viene anche sacrificato come moneta di cambio con "Intese" per niente etiche rispetto a ciniche leggi" -credo che siano stati i due unici aggettivi che ho impiegato durante i sei o sette minuti che ho parlato- "extraterritoriali e con posizioni comuni" -vi è una posizione comune europea dedicata esclusivamente a Cuba, paese che gli Stati Uniti bloccano, e a nessun altro!- "per niente giuste e ingiustificabili che si aggiungono al tentativo di asfissiarci economicamente"- ho aggiunto, inoltre, tre righe- "esprimo la speranza che non vi siano nuove ripartizioni del mondo tra grandi potenze e che non si tenti l'impossibile pazzia di farci diventare un' altra volta colonie" (Applausi).
L' Europa arriverà ad essere uno Stato supranazionale potente e ricco. Quello stato potente e ricco presenta dei contrasti con quelli che vogliono tenersi tutto e che vogliono impadronirsi di tutto. In tale senso, è indiscutibile che questo immenso territorio che raggruppa i paesi latinoamericani e dei Caraibi, con circa 500 milioni di abitanti ed enormi risorse naturali, adotti le tattiche più intelligenti, sappia vedere le contraddizoni tra due aree molto ricche e molto sviluppate, che hanno interessi contraddittori nel campo economico e in altri campi.
Questa stessa Europa non vorrebbe che si eliminassero le sue culture; quella stessa Europa oggi, isolata e divisa, non potrebbe sopravvivere economicamente, e dopo aver lottato per secoli, ha operato il miracolo di mettersi d'accordo, unirsi, integrarsi, concordare una moneta comune, come un modo per difendersi dalle speculazioni e come una forma per difendere i mercati, in due parole: come una forma di sopravvivenza.
Noi, i latinoamericani, parliamo la stessa lingua, abbiamo la stessa cultura, proveniamo più o meno dalle stesse etnie; qui non vi è un terreno fertile per le cosiddette pulizie etniche. Siamo un insieme di popoli pacifici che abbiamo saputo vivere in pace per molto tempo, con eccezioni. Abbiamo molti più fattori che ci uniscono, e vedete come quelli del Nord vogliono anche distruggere elementi integranti della nostra cultura, la lingua è uno di essi, molto importante; la combinazione di europei, indios e africani che siamo, e, secondo le leggi della biologia, gli ibridi di solito sono più vigorosi, più forti, e anche più intelligenti, più immaginativi, non per nulla li cercano per vincere i campionati (Applausi).
Guardate, molte squadre di nostri amici europei sono formate da cittadini del Terzo Mondo, li hanno riuniti e vincono le partite e anche i campionati, allora si vantano: "Ecco la comunità razziale: questo proviene dall'Algeria, questo dalla Nigeria, questo da qui e da là"; io non capisco perché non vi siano nelle loro squadre più ari puri.
Forse alcuni pensano che per essere un buon atleta si necessitano riflessi e muscoli; ma per essere un buon atleta di calcio -e sapete di questo molto più di me-, o di baseball - sul quale noi sappiamo un pocchino più di voi -, o di pallavolo, nel quale noi e voi ci disputiamo più o meno, ciascuno con il proprio sciovinismo, la vittoria (Risate), si necessita più che della capacità di salto, si necessitano riflessi ed intelligenza. Anche nel baseball, chiamandolo nella forma inglese, o pelota come dicono i cubani, sembra molto semplice: un atleta non solo deve prendere alla velocità di un fulmine una palla che può avere una velocità di 100 miglia e sapere all'istante se deve inviarla alla prima, alla seconda, alla terza base o a home, o a un' altra posizione, a seconda della situazione concreta che si presenti, che sono tante, e se la testa non funziona bene, invece di lanciare alla prima base, la lancia alla terza. E nel calcio e nel pallavolo è meravigliosa la velocità con la quale si spostano, ingannano, fanno la schiacciata: molta intelligenza. Perfino per correre c'è bisogno d' intelligenza, con quale ritmo cominciare, dove mettersi lungo la pista, come far esaurire l'avversario e come impiegare le riserve fino alla fine; vincono le medaglie solo gli atleti più intelligenti, ipotizzando capacità fisiche più o meno simili.
Crediamo che i nostri popoli possiedono tutto il potenziale di talento necessario; qualcosa di più: tutto il potenziale di bontà necessario, di generosità necessaria. Lo si vede, se si ha il privilegio di fare un viaggio breve -mi è capitato qui a Rio de Janeiro, a Niteroi, sulla strada, e parlando con i lavoratori che si occupano di noi, o con quelli che si occupano della sicurezza, o dei servizi nei centri di riunioni, all'hotel, ecc-, uno trova solo bontà, gentilezza, decenza e modestia. Non ho visto un brasiliano arrogante (Applausi), neppure uno!, né un brasiliano che non sia amichevole e fraterno. E' strano trovare in altri luoghi, nei paesi molto sviluppati, la modestia, la gentilezza che si possono trovare in un barasiliano o in un venezuelano.
Alcuni giorni fa, abbiamo visitato la Scuola Latinoamericana di Medicina che, in realtà, abbiamo creato in alcune settimane, dopo gli uragani, utilizzando una vecchia scuola navale, ma che ha grande capacità. Oggi ha circa 1 800 studenti e la capacità totale sarà di 3 400 studenti; un' ottima scuola che noi, un paese bloccato e povero, abbiamo potuto organizzare in breve tempo, non perché abbiamo i soldi, sono molto scarse le nostre risorse in denaro, ma, abbiamo un grande capitale umano, un grande capitale umano! (Applausi).
Mentre loro transformavano la carta in oro, noi transformavamo l'ignoranza in scienza, l'ignoranza in conoscenza, l'egoismo in solidarietà (Applausi). E vi sono molte prove, sono costretto a citarne alcune: ventiseimila medici cubani negli ultimi trent'anni hanno prestato servizio internazionalista nel Terzo Mondo (Applausi), allontanati dalla loro patria e dalle loro famiglie, nei luoghi più lontani, salvando vite, molte vite, decine di migliaia e centinaia di migliaia, e forse milioni. Di questo non si dice mai una parola su quei mezzi che monopolizzano i nostri vicini del Nord.
Se arrestiamo uno spia, allora crolla il mondo; se alcuni di quelli che lavorano svergognatamente al servizio dell'Ufficio d'Interesse degli Stati Uniti a Cuba e sono pagati dal dipartimento del tesoro di questo paese, per cercare di disunire, disintegrare, dividere il nostro popolo e di appoggiare il criminale blocco, ricevono una sanzione relativamente modesta, per la quale loro applicano sanzioni cinque volte superiori, allora fanno un chiasso colossale. Voglio che sappiate che solo per visitare Cuba, un diritto costituzionale di ogni cittadino statunitense, possono essere puniti con multe di fino a 300 000 dollari e 10 anni di carcere! Si salvi qualcuno dal lavorare al servizio di un altro paese come agente dell’ intelligence straniera negli Stati Uniti! Aspettano loro innumerevoli anni di carcere (Qualcuno del pubblico dice: Pena di morte!) Se noi utilizziamo questa parola, cominciano a lanciarci bombe e missili di ogni genere (Applausi), dicono che stiamo commettendo una violazione massiccia dei diritti umani.
Sono loro a definire tutto, chi rispettare e chi non rispettare, chi aiutare nella lotta contro la droga e chi non aiutare in questa lotta. Sono i giudici morali del mondo; non solo sono i padroni materiali, sono anche i giudici inappellabili. Se un giorno vogliono dire che nel Brasile vi è una minaccia globale perché si può verificare un fenomeno di coltivazione di droghe, lo dicono; purtroppo è capitato in altri posti. Ecco la minaccia globale e può essere oggetto di un intervento militare della NATO.
Perciò non c’è nemmeno bisogno, no, no, non c’è bisogno di sanzioni maggiori per i traditori che si vendono al loro oro o alle loro banconote. Perché? A quale scopo? Bisogna soltanto dimostrare che non si ha alcun timore dei loro padroni. Bisogna dimostrare che non si è disposto ad ammettere l'impunità dei loro agenti e di coloro che tradiscono la loro patria, e che mai il nostro popolo accetterà pressioni né ricatti da nessuno. Ma, non sono necessarie neanche le grandi sanzioni penali; ci sarà sempre una sanzione maggiore, quella della storia; vedere impotenti come vengono frustrati i loro piani; vedere come il piccolo ed eroico paese resiste. Si è parlato in questa sede di questo: sì, forse il nostro paese ha un piccolo merito: è stato capace di resistere per 40 anni all'assedio e all'aggressione della più grande potenza imperiale della storia (Applausi).
Voi tutti avete letto sull'esistenza di Roma; Roma è qualcosa non trascendente e inoffensiva paragonata al potere di questo impero. Dicono, almeno nella storia di "I Dodici Cesari" b-bisogna leggere sempre con molta attenzione queste cose della storia, perché vi sono molte frasi che si attribuiscono a questo o all'altro, e sono state inventate da qualcuno nel tempo e poi sono rimaste come verità indiscutibili-... Raccontano, ad esempio, che Napoleone disse che dal vertice delle piramidi egiziane 40 secoli contemplavano i suoi soldati, e di quell' altro che quando gli informarono che vi erano due milioni di persiani, in quel famoso Passo delle Termopili, e gli invasori gli avvertivano che le loro frecce oscuravano il Sole, rispose: "Meglio, così il combattimento si farà all'ombra" (Applausi). Si dicono, in realtà, molte cose. Di Nerone -che suonava il flauto, forse era un bravo artista, un intellettuale dell'epoca-, dice la storia dei Cesari che ordinò l'incendio di Roma. Questa era governata da un Senato molto meno potente del Senato della moderna Roma; ebbe anche terribili imperatori, ma il fatto è che un solo cavaliere, nel suo carattere di Presidente degli Stati Uniti, può scatenare da solo una guerra mondiale termonuclerare.
Guardate che garanzie che ha il mondo. E se per caso diventa pazzo l'uomo del pulsante. Chiunque diventa pazzo, voi non avete mai sentito parlare che un vicino, un amico o anche un parente, dalla mattina alla sera è diventato pazzo? (Risate). Ebbene da questo buon senso dipende il mondo. Guardate quanti pericoli ci minacciano e quanto potente è l'impero contro il quale dobbiamo lottare.
Vi dicevo che la via da seguire è rappresentata dalle idee e che esse si devono esprimere con coraggio. In realtà, io vi parlavo sulla riunione appena conclusa a Rio e vi dicevo che era importante perché ci sono interessi comuni tra gli europei, i latinoamericani e i caraibici; ci possono essere anche interessi non comuni. Comunque, il solo fatto che si siano riuniti ha un carattere storico. Per fortuna, Cuba, la cenerentola, non è stata esclusa; e questo avviene da qualche tempo, da quando in Messico, a Guadalajara si è tenuta una riunione e ci hanno invitato, una riunione che per la prima volta si è svolta senza la presenza degli statunitensi. Prima, i latinoamericani si riunivano ogni volta che Washington li convocava, ma non pensate che inviava loro un messaggio protocollare: "Vi prego di essere tanto gentili di essere presenti in questa riunione tanto importante." No, loro hanno un metodo per invitare i latinoamericani, ed è un segno; loro fanno così, muovono il dito indice indicando di venire, e basta. Io mi ricordo che bastava il solo movimento del dito e tutti correvano, senza alcuna eccezione, verso Washington.
Dal momento in cui esistono i vertici latinoamericani, per la prima volta ci riuniamo senza che ci convochino gli Stati Uniti. Questa volta si sono riuniti i latinoamericani e anche i caraibici, che di solito vengono dimenticati, nonché i paesi dell'Unione Europea, qui a Rio de Janeiro. Ciò ha un significato storico, non erano facili quei documenti, perché ci sono molti interessi contrari, e quei paesi, da una parte hanno contraddizioni con gli Stati Uniti e dall'altra sono alleati militari degli Stati Uniti (applausi).
Vi assicuro che durante questa riunione non ho scoperto che quella alleanza porti con sé alcuna felicità. E' stato un momento singolare. Io pensavo di pronunciare questo piccolo discorso di sette minuti; dico sette perché l'ho letto un po' più piano, no?, per aiutare gli interpreti, perché se lo leggevo presto erano quattro minuti, mi avanzava il tempo; a tal punto che uno dei presidenti della riunione, nientemeno che il cancelliere tedesco Schröeder , quando ho finito, sebbene avessi usato un linguaggio costruttivo, ma critico, molto franco e sincero, si è congratulato con me per essermi attenuto rigorosamente al tempo concesso, cosa che non hanno fatto tutti. Voi non immaginate la quantità di cose che si possono dire in due, tre minuti.
Devo confessarvi che ieri 29 giugno, quando non pensavo ancora di parlare nella seduta del pomeriggio, ho dovuto meditare molto intensamente: si pensava che alcuni nominati dall'area per parlare potevano farlo per cinque minuti e dopo, se desideravano intervenire nel dibattito, potevano chiedere di parlare per quattro minuti. Io ascoltavo tutti con molto interesse, però ho sentito alcune cose, alcune frasi su determinati aspetti, legate alla guerra genocida appena svoltasi nel cuore dell'Europa.
Nessun crimine, nessuna pulizia etnica giustifica il genocidio di un intero popolo, il genocidio di milioni e milioni di bambini, di donne gravide o non gravide, di uomini, di anziani, che porteranno con loro per tutta la vita il trauma dello spaventoso boato delle bombe, oltre al suono acuto degli allarmi, e lo strepito assordante degli aerei da caccia a volo radente. Sono cose che coloro che hanno tre, quattro, cinque, sei, sette, otto anni, e sono corsi verso i rifugi tutte le notti, non dimenticheranno mai. Ci sono bambini cui basta che la persona che gli sta accanto abbia paura dei tuoni per avere anche loro durante tutta la vita la stessa paura. Immaginate quasi 80 giorni di bombe, e ancora bombe, di voli radenti e allarmi che suonano. Cosa rimarrà nella mente di quei milioni di persone? Tutta la ricchezza di un paese distrutta in pochi minuti.
Pretendere che il sistema elettrico di un paese sia un obiettivo militare è come dire che possono cominciare a cadere bombe su questo teatro, perché sono accese non so quante luci; togliere l'elettricità a milioni e milioni di persone in pieno inverno, vale a dire, la luce, il riscaldamento e il combustibile per cucinare è, senza dubbio, un'azione genocida. E' il tentativo di forzare un popolo alla resa mediante armi e metodi di sterminio in massa. Se tutti i ponti sono fatti saltare in aerea, se tutte le comunicazioni scompaiono, se i più vitali servizi, persino quelli delle sale di terapia intensiva degli ospedali, o delle sale di maternità, o dei reparti dei bambini rimangono senza le risorse vitali, cos'è questo se non genocidio?
Senza andare oltre, noi pensiamo che il blocco di un paese per farlo arrendere per malattia e per fame, soprattutto quando tale popolo ha la sufficiente vergogna, la dignità e il patriottismo per non arrendersi, è un genocidio (Applausi prolungati ed esclamazioni). Chiamiamo finalmente le cose con il loro nome!
Vi dicevo che ho avuto -prima di ieri pomeriggio- un momento di tensione, dovevo prendere una decisione, capivo la necessità di compiere un dovere, perché si trattava di un argomento molto serio, molto grave, riferito alla sovranità di tutti i nostri paesi, ai problemi e ai conflitti che la fame generata da quest’ordine che è stato imposto porterà al mondo: conflitti sociali, conflitti di tutti i tipi. Loro, apparentemente, hanno paura di ciò, lo capiscono, pretendono di prepararsi per schiacciare qualunque tipo di ribellione dei popoli, almeno di seminare il terrore, con cui non impediranno l'inevitabile.
In mezzo alla guerra della Iugoslavia, la guerra più vile della storia, perché l'unica guerra della storia del mondo in cui gli aggressori non hanno perso nemmeno una sola vita; guerra tecnologica, quasi, quasi via Internet, facendo uso e abuso dei progressi tecnologici da loro raggiunti utilizzando tante volte i talenti dei paesi del terzo mondo, che nelle proprie patrie non hanno laboratori, non hanno risorse ed essi li assumono e se li portano via.
La guerra genocida era in atto, per una casualità, il giorno del 50° anniversario della NATO. In quei momenti essi erano in realtà abbastanza frustrati. Erano impegnati con le bombe ormai da un mese e avevano calcolato tre giorni, al massimo cinque; ma hanno incontrato la volontà di un popolo veramente eroico che lottò contro il fascismo, che arrestò 40 divisioni naziste durante la Seconda Guerra Mondiale, che soffrì olocausti.
Questo è un argomento su cui non voglio dilungarmi, però ho parlato su di esso in questo discorso in un congresso di intellettuali (mostra il fascicolo), credo che ci siano 400 0 500 copie, e se ne mancano alcune, ve ne posso inviare in quantità sufficiente per farne avere una copia ad ognuno degli invitati. Il nostro Ambasciatore se ne occuperà, perché ne abbiamo stampate 10 000 copie qui in Brasile in 24 ore. Da Cuba ne abbiamo portate circa 2 000, però le abbiamo distribuite là, nella conferenza. Questo documento apporta sufficiente informazione sull'olocausto, ma saranno necessarie ancora tante ricerche sull'argomento e ci sarà tanto da scrivere sul medesimo, perché bisogna smascherare gli ipocriti (Applausi), bisogna distruggere alcune menzogne e dimostrare alcune cose che ci hanno tenuto nascosto, che l'Occidente ci ha nascosto.
Il 24 aprile, nella celebrazione, con tutto l’occorrente e lo champagne, del 50° anniversario di quella alleanza militare concepita come alleanza difensiva, che solo poteva agire, secondo il proprio statuto, entro i limiti dei territori dei paesi che a essa appartengono -la Iugoslavia è fuori di tali limiti- mentre commemoravano, per i prossimi 50 anni hanno proclamato il nuovo concetto strategico dell'alleanza e il pericolo era proprio questo, ed è stato ciò che ha motivato un mio intervento di tre minuti, perché ho usato quattro paragrafi dei sedici che avevo sottolineato sull'argomento, e che ho portato da Cuba; ma era troppo breve il tempo disponibile. Ho usato quattro paragrafi e tre domande.
Non so quanto di ciò sarà stato pubblicato. Oggi non ho avuto tempo. Ci siamo coricati alle ore 05:00 del mattino, siamo dovuti partire presto per Niteroi e compiere altri programmi, in aggiunta, abbiamo dovuto dormire, 20 minuti circa, nel tragitto mentre venivo qui. Il sonno dev'essere stato profondo. Appena mi sono svegliato, per un istante ho dimenticato dov'ero e dove andavo, mi hanno detto solo che stavamo arrivando all'Università; all'arrivo ho chiesto un té, ho parlato con un gruppo molto piacevole di persone che ci aspettavano all'ingresso.
Vi raccontavo che in ragione del tempo ho ridotto i sedici paragrafi fino a quattro, e ho fatto, inoltre, tre domande. Vi dicevo anche, che non so se sia stato pubblicato qualcosa al riguardo. Non lo so (qualcuno dice di sí). Tu dici di sí. Alla radio, a Cuba, l'hanno fatto, ma non so se qui...(Gli dicono qualcosa). Corretto. Dove? (Dal pubblico gli dicono qualcosa). Ah! ha originato polemiche, che bello, molto bene.
E' positivo, però vi dico la verità, non era facile la decisione, perché ero in una riunione a cui partecipavano gli undici paesi della NATO che sono membri dell'Unione Europea. Vi avverto che non tutti hanno la stessa posizione, devo dirlo con tutta onestà, e ho potuto accorgermi che è possibile che una maggioranza si vergogni di quanto è successo in Europa, di quella guerra prevista massimo per cinque giorni e che si è prolungata per settantanove, una guerra in cui erano già sconfitti. Il paese l'avevano già distrutto, quasi non avevano nient'altro da perdere. Hanno utilizzato tutte le loro influenze, da tutte le direzioni, per imporre ai serbi una formula politica che conteneva praticamente tutte le richieste e tutti gli obiettivi degli aggressori della NATO. Su ciò discutevano fortemente là, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, i primi giorni di giugno, dove il nostro Ambasciatore è intervenuto due volte, e penso che l'ha fatto in modo veramente brillante, perché gli altri sono rimasti senza argomenti.
In quel momento ci ha preoccupato moltissimo che per la prima volta fossero lanciate determinate teorie e determinate dottrine come preparazione di un nuovo cammino. In quella sede c'è stato un paese europeo della NATO che ha dichiarato palesemente che la Carta delle Nazioni Unite era anacronistica e che tutti gli altri diritti contenuti nella suddetta Carta erano subordinati ai loro nuovi e nobili sentimenti umanitari (Applausi).
Coloro che hanno ucciso per fame decine di milioni di persone nel mondo hanno scoperto all’improvviso di avere i più profondi ed elevati sentimenti umanitari.
Coloro che hanno ucciso 4 milioni di vietnamiti e ne hanno reso handicappati altri milioni, hanno avvelenato le terre, i boschi e hanno utilizzato prodotti chimici che non si sa neanche quali conseguenze avranno per molti anni, oggi proclamano la scomparsa del diritto alla sovranità e alla sicurezza dei paesi; proclamano l'anacronismo della Carta delle Nazioni Unite e, inoltre, il diritto all'intervento globale.
Strane coincidenze: 50° anniversario, nuova dottrina dell'alleanza militare; discussione, se non ricordo male, il 10 giugno, nelle Nazioni Unite; un paese che proclama apertamente, lì alle Nazioni Unite, e per la prima volta, cose che si mormoravano, cose che si dicevano sottovoce, vengono adesso proclamate così, e non da uno dei più grandi, ma da un paese relativamente piccolo dell'Europa, associato al grande capo di quella alleanza militare. Si sono messi d'accordo, il nostro Ambasciatore l'ha indovinato e ha preparato alcune note al volo quando ha capito che ci sarebbe stato un dibattito, e un altro paese, curiosamente di questo emisfero, e che non sono proprio gli Stati Uniti, anche se è membro della NATO, che non è mai stato metropoli, che ha sempre trattato con rispetto e discrezione i paesi dell'America Latina e dei Caraibi e che non ha mai dimostrato presunzioni imperialistiche né politica interventista, ha anche appoggiato in modo immediato e senza vergogna quella proclamazione del diritto all'intervento e la subordinazione dei più sacri principi contenuti in quella Carta alle impudiche interpretazioni della NATO sulle diverse cause che potrebbero originare un intervento militare. Ne citerò quattro: una, ad esempio, droghe; un'altra, terrorismo; ancora un'altra, violazioni massicce dei diritti umani -è una di quelle che indicano coloro che uccidono tanta gente e commettono tante violazioni massicce tutti gli anni; anzi potremmo dire di più, tutti i giorni-, e, inoltre, conflitti interni. Interventi umanitari, quelli che loro ritengano e decidano.
Se si pensa, ad esempio, a un paese come la Colombia che è stato vittima della crescita del consumo delle droghe, perché la sua tragedia nasce del grande mercato statunitense delle droghe, che ha trasformato milioni di persone in quel paese, socialmente, in narcodipendenti di quel mercato, e dove esistono conflitti interni, tali elementi potrebbero essere due ragioni perché un giorno la NATO decida di cominciare a lanciare migliaia di bombe e missili sulla Colombia.
E' vero che nostri vicini del Nord, lungo questo secolo che sta per finire, non hanno avuto bisogno di nessuna alleanza atlantica, di nessuna nuova concezione strategica per intervenire in quanti luoghi hanno voluto. Si sono appropriati di Puerto Rico, che ha difeso in modo eroico la propria cultura, simile alla nostra; hanno occupato l'istmo di Panama, e già prima si erano appropriati di oltre la metà del Messico; sono intervenuti in Centro America; sono intervenuti varie volte ad Haiti e a Santo Domingo; non più per minacce globali, ma per riscuotere gli interessi e l'ammortamento di debiti di decine di milioni di dollari; hanno occupato dogane; hanno riscosso il debito ad Haiti e hanno lasciato lì Papa Doc, del clan dei Duvalier. Lo stesso hanno fatto a Santo Domingo, l'hanno occupato, hanno riscosso i loro debiti e hanno lasciato lì il clan dei Trujillos. Si ribella Caamaño con un gruppo di militari nel 1965, e immediatamente 40 000 soldati sono inviati dal presidente Johnson a occupare quel paese e a schiacciare la ribellione.
Sono intervenuti a Granada con il pretesto che alcuni studenti di una scuola statunitense erano in pericolo, quando in realtà non erano stati mai tanto sicuri. Noi lo diciamo perché stavamo costruendo un aeroporto a Granada e sappiamo tutto quanto è avvenuto lì.
Un bel giorno invaderanno Panama, senza alcuna riunione, né accordo, né dottrina; fanno quello che vogliono e non c'è nemmeno una condanna nel Consiglio di Sicurezza.
Durante molti anni hanno fatto a Cuba ciò che conoscete. Inoltre, ci sono i documenti segreti resi oggi pubblici; qui c'è un altro fascicolo che contiene anche la domanda che il popolo di Cuba ha presentato al governo degli Stati Uniti per danni umani richiedendo un indennizzo di 181 100 milioni di dollari per la morte di 3 478 compatrioti morti in Playa Girón, o durante l'esplosione di La Coubre, o durante il sabotaggio delle Barbados, o durante la lotta contro le bande organizzate ed equipaggiate dagli Stati Uniti; tutto quanto è dimostrato non soltanto mediante le nostre prove ma dai documenti segreti di quel paese ormai resi pubblici.
Alcuni mesi prima loro avevano deciso di bloccare i fondi che dovevano inviarci quale pagamento dei servizi telefonici tra i due paesi. Ad ogni paese spetta una parte del pagamento di tali servizi, e nel mese di dicembre dell'anno scorso hanno bloccato circa 19 milioni di dollari che dovevano consegnarci le società telefoniche statunitensi in virtù di contratti e di accordi cui aveva partecipato lo stesso governo di quel paese, per riscuotere un indennizzo di 187 milioni, in nome dei parenti dei tre cittadini statunitensi di origine cubana che da anni commettevano violazioni e provocazioni nelle nostre acque territoriali e violavano il nostro spazio aereo. Quindi, dopo tante avvertenze e comunicazioni relative alla nostra preoccupazione che avvenisse un incidente, hanno fatto tanto e tante provocazioni che, infatti, un giorno, purtroppo, è successo un incidente. E ciò è stato usato come pretesto per approvare la legge Helms-Burton, che lo stesso Clinton aveva denominato assurda e che sarebbe costata a Cuba l'insopportabile e inconcepibile cifra di 100 miliardi di dollari. Ma non è stato un incidente avvenuto nei dintorni di Washington, o della città di Miami, o di New York; è stato un incidente avvenuto nelle vicinanze della Città dell'Avana, come conseguenza di azioni eseguite da una organizzazione che era tollerata e incentivata a provocare tali incidenti. Sono morte tre persone, e per ognuno di quei tre cittadini che sono morti durante l'esecuzione di azioni illegali e provocatorie contro il nostro paese hanno reclamato 62 542 637 dollari; e dalla presentazione dell’indenizzo hanno bloccato i fondi in attesa della sanzione di un giudice come tanti di quelli che hanno loro, perché lì, nemmeno una volta sola in 40 anni è successo che un giudice dia ragione a Cuba. Persone che hanno commesso brutali assassinii, che hanno rubato un motoscafo e si sono rifugiati lì (negli Stati Uniti, N.d.T.), sono state messe in libertà quasi subito.
Voi conoscete, inoltre, qualcosa concepito esclusivamente per Cuba: è l'unico paese al mondo i cui cittadini, se desiderano emigrare, con il solo fatto di mettere un piede nel territorio degli Stati Uniti, hanno già il diritto alla residenza. Questo è sempre stato parte dei loro piani di continua ostilità; perché chiaro, esibendo costantemente le loro ricchezze e avendo diviso le famiglie, tali privilegi che venivano concessi ai cittadini che decidevano di emigrare illegalmente verso gli Stati Uniti servivano agli interessi politicanti e alle lobbies; perché tra coloro che sono andati via da da Cuba, in primo luogo, dopo il trionfo della Rivoluzione, che erano i possidenti terrieri e la gente più ricca, che partirono con il proprio denaro, ci furono anche molti criminali di guerra che partirono portando con sé milioni di dollari, portarono con sé i loro amministratori e i loro tecnici e perciò furono coloro che progredirono più rapidamente. Hanno abbastanza soldi e pagano campagne, persino presidenziali, non solo di deputati, di sindaci e di senatori.
La nostra domanda è per la morte, come vi ho già detto e ripeto, di 3 478 compatrioti, tra cui vi sono coloro che sono morti in Playa Girón, che sono stati qui menzionati.
Sono state commesse in solo due anni circa 5 000 azioni terroristiche, grazie ai piani del governo degli Stati Uniti, e non lo diciamo noi, lo dicono anche i tanto bene informati ex-dirigenti della Agenzia Centrale di Intelligenza (CIA, N.d.T.), che hanno scritto allora e in seguito su ognuno di quei piani, e trascorsi 30, 35, quasi 40 anni li hanno resi pubblici. Non tutti sono stati resi pubblici perché loro mantengono in segreto i più compromettenti e vergognosi, e ad alcuni di quelli resi pubblici cancellano alcune parti; però ci sono alcune istituzioni che si occupano di rintracciare e raccogliere documenti di tale natura.
Nella nostra domanda abbiamo reclamato loro 30 milioni per ognuno dei cubani morti, secondo il principio di danno umano e 10 milioni per pregiudizi; vale a dire, 40 milioni di dollari, molto meno di quanto hanno reclamato loro e per quanto un giudice nordamericano ha sanzionato Cuba.
Noi abbiamo richiesto molto meno, ma sapete quanto avremmo reclamato se avessimo usato la loro stessa base di calcolo? Vi spiego brevemente. Siccome la domanda era contro il governo di Cuba e contro la Forza Aerea, loro hanno calcolato che la Forza Aerea disponeva di 100 aerei MIG, ognuno dei quali costava 45 milioni, magari potessimo vendere nel mercato ognuno di quei ipotetici MIG di 45 milioni! Hanno molteplicato i 45 milioni per 100 e ne risultava un valore di 4 500 milioni; il giudice ha condannato a pagare per danni l'1% del valore totale della Forza Aerea, e l'1% di 4 500 milioni è 45 milioni E' stata quella la base di calcolo, 45 milioni per ognuno di coloro che sono morti, ed erano tre; tale cifra e stata la maggior parte dell'ammontare della domanda, cui hanno aggiunto una quantità addizionale per altri fattori.
Sapete cosa sarebbe successo se noi avessimo usato tale base di calcolo? Se calcoliamo che tutta la Forza Aerea degli Stati Uniti ha un valore pari a 500 miliardi, e con tutta certezza i loro B-2, che valgono 2 miliardi l'uno, i loro B-25, i loro portaerei e, inoltre, le loro migliaia di aerei tra i più moderni, se li calcoliamo sulla base di tale cifra e non per il loro valore reale, che dev'essere molto superiore al doppio, e ciò senza includere la marina e l'esercito, perché, ad esempio, le loro navi da guerra sono state parte del convoglio degli invasori di Playa Girón, i carri armati che portavano gli sono stati forniti dall'esercito statunitense, gli aerei che hanno bombardato il nostro paese mascherati con insegne cubane appartenevano alle forze armate statunitensi. Se facessimo il calcolo di tutto ciò e sanzionassimo loro con il pagamento dell'1%, calcolate la cifra!; tuttavia, mi limito alla Forza Aerea, le assegno un valore di 500 miliardi, l'1% di 500 miliardi è 5 miliardi. Quindi, noi potremmo reclamare, non una cifra che potrebbe sembrare esagerata, per il contrario, molto ridotta, quasi due miliardi; e se calcoliamo a partire dal valore reale di tutto l'equipaggiamento delle loro forze armate, bene, è una cifra superiore al Prodotto Interno Lordo degli Stati Uniti in un anno, e tutto con la legge e le prove nelle nostre mani.
Loro hanno stabilito il precedente; tuttavia, in questa domanda che abbiamo presentato è riassunta, in 30 o 40 pagine, l'indignante storia delle aggressioni degli Stati Uniti contro Cuba, i ripugnanti pretesti che hanno proposto allo Stato Maggiore degli Stati Uniti e che in un momento sono stati approvati dal Presidente degli Stati Uniti per giustificare un'aggressione diretta. Sono contenuti in tre pagine vergognose. Tutto è stato discusso e accettato dall'amministrazione statunitense. Tutto ciò ha portato con sé dei gravissimi pericoli per il mondo. Le misure da noi adottate di fronte all'imminente pericolo hanno originato la famosa Crisi di Ottobre del 1962, che è stata sul punto di diventare una guerra mondiale termonucleare. Quella è stata una delle conseguenze delle loro assurde e incredibili irresponsabilità.
Quando avrete la cortesia, coloro che lo vorranno, di leggere la domanda, avrete una maggiore informazione sul nostro paese. E vi posso assicurare che noi, che abbiamo lavorato sulla medesima, insieme agli avvocati, ai procuratori e ad altri compagni, cercando documenti, rileggendoli, cercando prove, abbiamo trovato qualcosa che io stesso non conoscevo con esattezza, il numero totale di cospirazioni per eliminarmi fisicamente che ha scoperto il Ministero degli Interni. Io sapevo ch'erano molte, il Senato ne ha riconosciute un certo numero. Sapete quante sono, contando cospirazioni in maggior o minor grado, dirette o indotte? Loro usano tre metodi: uno, organizzano un piano diretto per eliminare una persona; l'altro consiste in organizzare gruppi che hanno dei nomi propri e sono in apparenza indipendenti, perfettamente addestrati, e che acquisiscono personalità internazionale e il diritto di caccia per conto proprio. Qual è tale diritto? Quello di uccidere qualsiasi di noi. E c'è un terzo procedimento, il metodo indotto: "Bisogna ammazzare il demone", "bisogna ammazzare il demone", "bisogna ammazzare il demone" (Risate), allora, in molti angeli del cielo sorge il desiderio di ammazzare il demone.
Riassumendo, sapete quante sono state le cospirazioni investigate, conosciute in diversi gradi? 637. Non c'è dubbio che mi hanno trasformato in campione! (Applausi). Se volete concedermi qualche premio per questo motivo, sarei disposto a ricevere questo piuttosto che ricevere tutti gli onori immeritati con cui mi avete insignito questo pomeriggio.
In che cosa sono campione? Nel record olimpionico di attentati che sono stati organizzati dall’imperialismo e dai loro seguaci per mettere fine alla mia vita rivoluzionaria, nella felicità e nel piacere che provo per la loro incapacità di eliminarmi. Probabilmente alla fine otterranno successo e riusciranno a farmi morire dalle risate (Risate e applausi).
Sento ammirazione per gli uomini che hanno lavorato per evitare gli attentati. Io sono stato sempre il meno preoccupato di tutti, ve lo dico con tutta franchezza.
Inevitabilmente, quando devo fare un viaggio all’estero, viene con me un numero di personale della sicurezza maggiore di quello che accompagna altri visitatori. Coordinano e cooperano sempre e strettamente con le autorità del paese, attenendosi rigorosamente alle norme e regole locali.
Sapete quanti aerei devo utilizzare? Due. E’ vero che sono due aerei sovietici, e anche se sono molti anni che è scomparsa la Unione Sovietica, ci sono rimasti alcuni pezzi di ricambio. Io prendo in giro i miei colleghi e gli dico: "Mi considero più coraggioso di voi, perché sono l’unico che vola ancora in un aereo sovietico con un numero relativamente scarso di pezzi di ricambio". La verità è che i nostri piloti, i nostri meccanici e i nostri tecnici, loro sì che sono dei campioni.
Devo viaggiare con due aerei, perché stanno sempre tramando qualche piano: utilizzare, per esempio, un Stinger, una freccia, che possono collocare ad alcuni chilometri dall’aeroporto. Gli Stati Uniti hanno diffuso questo tipo di velivolo in tutto il mondo, in appoggio alle forze che hanno impiegato nelle loro guerre sporche.
Nel penultimo Vertice Iberoamericano, tenutosi in Venezuela, stavano preparando un attentato. Gli autori, partiti da Miami, sono stati catturati nelle vicinanze di Puerto Rico da un guardacoste statunitense che cercava droga, e ha sequestrato due fucili automatici calibro 50, con gittata di 1400 metri e con una potenza tale da perforare un blindato posto a 400 metri, in grado di colpire un aereo in posizione di atterraggio o al decollo, con mirino telescopico, a raggi infrarossi per la visibilità notturna e il nastro sufficiente per sparare in forma semiautomatica tutte le pallottole necessarie. Sono stati arrestati e messi a disposizione del tribunale di Puerto Rico. Chi ha organizzato quel piano? Il Presidente e i capoccia della cosiddetta Fondazione Cubano Americana, di cui molti responsabili sono apparsi fotografati, tutti vanitosi e orgogliosi, insieme al Presidente degli Stati Uniti. Non è poco il denaro che apportano ai candidati dei due partiti. Gli autori diretti, non certamente il Presidente della benemerita Fondazione e gli altri principali responsabili, sono sottoposti a un processo, vedremo ora quando terminerà quel giudizio.
Molte volte sono stati vicini a raggiungere i loro piani. In Cile, per esempio, si sono avvicinati di pochi metri con una camera fotografica munita di una mitragliatrice nell’obbiettivo, accreditati come giornalisti con passaporti e documenti rilasciati da agenti e funzionari avidi e corrotti; ma per fortuna non erano fanatici, si sono spaventati e non hanno sparato. Più di una volta sono stati abbastanza vicini. Quindi, mi sembra di aver avuto un po’ di fortuna: in ogni modo, ho cercato di utilizzarla al meglio, perché ogni anno, ogni mese, ogni settimana, ogni giorno, ogni ora della mia vita è stata di lotta, e non per spirito di vendetta, ma per lealtà alle mie idee. Io li ho perdonati in anticipo per i loro tentativi di uccidermi, giacché, in definitiva, mi hanno fatto l’omaggio di considerarmi molto più importante di quello che sono, infinitamente di più, e mi hanno dato un record. I loro metodi sono semplicemente ripugnanti.
Quando ci siamo occupati del materiale della domanda, quando abbiamo visto una vicina all’altra tutte le loro malvagità e l’insieme dei loro crimini contro il popolo cubano lungo 45 anni, credetemi, se uno provava disprezzo per l’impero, se aveva un’opinione realmente negativa riguardo la loro mancanza di scrupoli e di morale, senza timore di sembrare esagerati vi direi che noi ci siamo sentiti un 30% o un 40% più rivoluzionari. E non per il motivo che eravamo all’oscuro di ciò (ogni giorno c’è un’informazione, un comunicato, una notizia riguardanti questi temi), ma quando voi unite tutti questi fatti in un numero di pagine, vi produce un effetto realmente grande, ha un impatto molto forte, e io stesso, che ho vissuto l’esperienza di tutti questi anni, sono giunto a sentirmi così. Non c’è niente di esagerato, sono prove irrefutabili e documenti ufficiali del governo degli Stati Uniti. Li conosciamo molto bene.
Perché il proposito, con l’occasione della guerra in Yugoslavia, di lanciare apertamente la dottrina del diritto all’intervento globale con qualsiasi pretesto? Questo tema doveva essere affrontato. Ciò ha determinato la mia decisione di dire quello che ho detto.
Comunque avrei parlato e scritto su queste cose, ma ero preoccupato di farlo precisamente in quello scenario, rischiando di essere impertinente e anche scortese nei confronti delle personalità europee che partecipano a quel costruttivo scambio di idee. Ma non c'era alternativa. Ho letto i miei tre minuti e penso, in realtà, che gli si è congelato il sangue ai presenti, c’era silenzo totale, assoluto, e si pensava che nella riunione si sarebbe discusso il mio intervento, perché avevo sottolineato, come vi ho detto, 16 paragrafi e ne ho usati quattro. Se me lo permettete leggo i quattro e alcuni altri, non i 16, forze 10 o 11, per approfondire un poco, perché in diritto meglio abbondare che difettare, e volente o nolente bisogna farlo (Applausi).
Sapevo che disponevo di quattro minuti se chiedevo la parola; mi è avanzato un minuto e mezzo, ho fatto uno sforzo incredibile, mi sono concentrato e ho detto quello che era indispensabile dire. Sono sicuro che se fossi ritornato a Cuba senza averlo fatto mi sarei vergognato. Era como attraversare il Rubicone, perché in quella sede i quattro paragrafi e le tre domande colpivano direttamente interessi e forze molto potenti. In primo luogo, la denunzia franca e necessaria in quell'importante incontro della nuova concezione strategica della NATO, che non hanno potuto nascondere perché molte notizie sono state ormai diffuse.
Secondo punto sensibile. Se la bozza di documento del Vertice, approvato dai 15 paesi dell'Unione Europea, dove espressamente si riconosce che "questa associazione strategica si basa sul pieno rispetto del diritto internazionale e sui propositi e principi contenuti nella Carta delle Nazioni Unite, sui principi di non intervento, sul rispetto della sovranità e l'uguaglianza tra gli Stati e l'autodeterminazione", significa che gli Stati Uniti, capo e alleato principale, s'impegnavano anche sulla base di questi principi? In caso contrario, quale sarebbe l'attitudine dell'Europa se gli stati Uniti, in qualunque momento, con qualunque pretesto, cominciassero a lanciare bombe e missili su uno dei paesi latinoamericani o caraibici riuniti in quella sede?
Ho già detto che Haiti e Santo Domingo hanno subito l'invasione degli Stati Uniti per debiti non pagati pari a varie decine di milioni. Se decidono considerare che un debito inesigibile come quello dell'America Latina, di oltre 700 000 dollari, che non potrà pagarsi mai, perché e più si paga e più cresce, è una minaccia globale e, quindi, motivo sufficiente per un "intervento umanitario", potrebbero cominciare a lanciare decine di migliaia di bombe a destra e a manca sulla nostra regione o su qualunque paese della nostra regione.
Terza questione delicata. Per la prima volta è stato necessario riferirsi apertamente in un incontro internazionale al fatto reale che l'Occidente, soprattutto gli Stati Uniti, hanno aiutato Israele a sviluppare centinaia di armi nucleari, cosa sulla quale si è mantenuto sempre uno strano ed ermetico silenzo. E questo era legato strettamente alla grave e arbitraria concezione strategica della NATO. Non lo dico, neppure lontanamente, per suggerire che la NATO lanci bombe e missili contro Israele, come hanno fatto in Serbia. In quello Stato del Medio Oriente, vivono israeliani, palestinesi e cittadini di diverse etnie, religioni, culture. Difendo con assoluta fermezza il diritto di tutti alla vita e alla pace. Un caso come questo, dove si è verificata una proliferazione massiccia e clandestina di armi distruttive di massa, una delle cause d'intervento militare secondo la nuova dottrina della NATO, dimostra quanto è assurda, irreale e contraddittoria questa nuova dottrina, perché in questo piccolo territorio si aggiungono conflitti interni, proliferazione di armi di distruzione massiccia, pulizie etniche e incessanti pericoli di guerra, che sarebbero tutte cause d'intervento militare dalla NATO, e tuttavia, nessuno penserebbe che un problema così complesso potrebbe trovare soluzione lanciando decine di migliaia di bombe contro impianti elettrici e reti di distribuzione, fabbriche, vie, ponti e servizi vitali, senza i quali non potrebbero sopravvivere milioni di persone innocenti che non hanno niente a che fare con i problemi che si sono accumulati. Chiunque capisce che questi non possono risolversi con i metodi della NATO senza il rischio di provocare una sicura e colossale catastrofe.
Per chi e perché è stata concepita questa stupida e criminale dottrina? Solo per applicarla ai paesi che non siano in possesso di armi nucleari, né appartengano a potenti blocchi militari, né possano produrre complicazioni molto serie. In questo caso, tutta l'America Latina e i Caraibi, l'Africa e la maggior parte dei paesi dell'Asia, farebbero parte dell'aria a rischio. Nessun paese veramente degno, disposto a lottare, si lascerà intimidire. Sappiamo molto bene che un'aggressione del genere può essere sconfitta.
Questa alleanza militare, capeggiata dagli Stati Uniti, ha appena sferrato una spietata guerra e un genocidio contro un popolo europeo con molti meriti storici che non ha nessuna colpa degli errori commessi dai governi dell'Europa e della Iugoslavia durante gli ultimi 10 anni nei Balcani. In realtà, il governo che conduceva ciò che rimaneva della Iugoslavia non era un governo socialista; più di 10 anni fa ha smesso di esserlo, ha elimitato il nome di Repubblica Socialista Federativa della Iugoslavia per adottare semplicemente quello di Repubblica Federativa della Iugoslavia, con tutte le norme che esige l'Occidente: mercato libero e il tipo di organizzazione politica, borghese e capitalistica, che gli Stati Uniti e l'Europa intendono imporre agli altri come ricetta universale. Tuttavia, la Iugoslavia socialista, che ha vissuto quasi mezzo secolo in pace, è stata disintegrata, e questo è una responsabilità dell'Occidente che ha scatenato quasi immediatamente ogni tipo di conflitto etnico, culturale e nazionale. Tutti i popoli che ne facevano parte ne hanno subito le conseguenze.
Non sempre i conflitti sono stati etnici, perché i croati, i serbi e i bosniaci sono etnicamente slavi, solo che alcuni sono cattolici romani, altri cattolici ortodossi, altri mussulmani, e, effettivamente, si sono verificati i conflitti culturali, religiosi e nazionali. In Kosovo vi è stato un conflitto che aveva anche componenti etniche.
Non si parla di questa responsabilità. Non si parla dell'olocausto serbo, dal 6 aprile 1941 fino agli ultimi anni della guerra, quando furono sterminati, in campi di concentramento, sistematicamente e freddamente, centinaia di migliaia di serbi, uomini, donne e bambini, con i metodi nazisti realizzati a Oswiecim, Dachau e in altri luogi, in virtù della dottrina di un fascista messo da Hitler al potere, dopo l'invasione di una zona della Iugoslavia che comprendeva Croazia, Bosnia, Herzegovina e una parte di Voivodina.
In un congresso della cultura, dove vi erano circa 600, 700 delegati stranieri, parlando sul tema ho chiesto se qualcuno di loro concosceva questo olocausto, e soltanto uno, un tedesco, alzò la mano e disse: "Sì, in Germania è stato pubblicato un libro che raccontava la storia di questo olocausto, e vi sono stati anche alcuni libri in Iugoslavia che si sono riferiti al tema." Un olocausto reale! Occidente è rimasto zitto, ha nascosto questo olocausto. Perché? Perché erano serbi? Perché i serbi dopo la guerra facevano parte di una repubblica socialista? Veramente, perché? Vi sono alcuni misteri che devono essere scoperti, ed è possibile scoprirli.
In questo momento devono esserci sul tema molti più dati di quelli di cui disponevo il giorno che ho parlato in quel congresso culturale, l'11 giugno 1999, meno di un mese fa. Non solo bisogna seminare idee, bisogna scoprire verità, bisogna illustrare al mondo l'immensa e gigantesca ipocrisia dell'Occidente.
Alcuni politici europei parlano dell'indurimento delle leggi cubane, soprattutto criticano che il nostro Codice Penale contenga la pena capitale. Qual è stato l'indurimento? Nel caso di violazioni di minori abbiamo indurito le pene, e in casi estremamente e schifosamente ripugnanti è prevista la pena capitale.
Ormai circa 2 milioni di turisti visitano il nostro paese. In genere, sono persone sane, molti canadesi e europei di ottimo comportamento. Ma non mancano mai visitatori di qualunque provenienza che vengono in cerca di sesso. La nostra popolazione, e soprattutto i nostri bambini e adolescenti devono essere protetti, e molto di più dopo la comparsa di malattie come l'AIDS, che hanno reso alcune persone senza scrupoli, che desiderano il piacere senza correre alcun rischio e pensano che bambine e bambini di 11, 10, 8, 7 anni sono meno pericolosi di una persona adulta. Non mancano mai quelli che si prestano alla promozione di tali servizi. Abbiamo indurito anche le sanzioni contro il commercio della prostituzione e in modo particolare contro la corruzione di minorenni. Né tutto l'oro di questo mondo vale più della purezza e la dignità di una bambina o di un bambino cubano (Applausi).
Anche nel caso del traffico di droghe le sanzioni arrivano fino alla pena capitale. Cosa vuol dire questo? Che a partire dall'apertura del nostro paese a milioni di visitatori, tra cittadini di origine cubana e turisti, che entrano ed escono facilmente e, molto spesso senza visti, si sono create le condizioni perché alcuni delinquenti internazionali si servissero di tali agevolazioni per trafficare con piccoli carichi di droga. Inoltre, vi sono imprese straniere associate ad imprese cubane, con le relative agevolazioni per importare o esportare materie prime o prodotti elaborati. Abbiamo scoperto che una di esse aveva fatto un investimento allo scopo di muovere grossi quantitativi di droga tra la Colombia e la Spagna.
Per fortuna, l'abbiamo scoperto in tempo. Avremmo potuto catturare i cosiddetti imprenditori europei, se certe autorità colombiane, secondo gli accordi sottoscritti fra entrambi i paesi, ci avesssero trasmesso informazioni di cui erano già in possesso, prima di renderle pubbliche, per desiderio di pubblicità e per i consigli per niente trasparenti di funzionari statunitensi. Ancora oggi, i falsi imprenditori, rifugiatisi nel loro paese di origine, non sono stati arrestati.
Cuba non può ammettere una cosa del genere. E' un oltraggio nei confronti del nostro paese, che compromette il suo prestigio e anche la sicurezza. Per questo motivo, indiscutibilmente degno di essere tenuto presente, l'Assemblea Nazionale ha deciso di stabilire la pena capitale per il delitto di traffico di droghe su larga scala, quando si utilizza il territorio nazionale di Cuba. Per i casi meno importanti si sono aumentati gli anni di carcere.
Il nostro Codice Penale include certamente la pena capitale, ma nelle ultime modifiche l'Assemblea Nazionale ha stabilito l'ergastolo come alternativa alla pena capitale in modo che essa venga applicata solo in casi eccezionali. A Cuba vi è anche il Consiglio di Stato, composto da 31 persone con criteri molto personali e molto autonomi. Qualunque sentenza di pena capitale ratificata dal Tribunale Supremo, passa automaticamente al Consiglio di Stato dove si studiano di nuovo accuratamente i singoli casi -e in genere sono orribili e ripugnanti i delitti sanciti in questo modo- e se non vi è consenso quasi unanime, non si applica la sentenza di pena capitale avallata dal massimo organo di giustizia del paese.
E' così. Non capita come là, al Nord, dove la pena di morte è soltanto per gli ispanici, gli indios, i meticci e i neri (Applausi).
In Europa, che da molto tempo non soffre i terribili problemi sociali dei nostri paesi, hanno stabilito la politica di eliminare la pena di morte; 129 paesi nel mondo non lo hanno considerato possibile. Ci auguriamo che arrivi il giorno in cui possiamo anche noi eliminare questa dura sanzione.
Dicevo a un dirigente europeo preoccupato per questo tema: Voi, gli europei, siete preoccupati per la pena di morte. E'un'idea, un sentimento che rispetto; ma vi sono due cause di pena capitale: una, le sanzioni penali che possono dare luogo alla morte ogni anno di migliaie di persone i cui atti provocano la perdita di molte vite innocenti e inermi, o causano un notevole danno alla società. Tuttavia, non ritengo ignobile, l'aspirazione di un paese qualunque ovvero di un uomo, o donna, tra cui vi sono molti amici di Cuba e molta gente nobile e buona nel mondo che, per motivi religiosi o filosofici, è contraria a questo tipo di sanzione. Nella stessa Assemblea Nazionale cubana, tre deputati cristiani hanno esposto i loro punti di vista e la loro obiezione quando si concordarono queste sanzioni per i delitti come quelli sopraelencati; quelli che la pensano così sono persone che meritano tutto il rispetto; quello che non si può rispettare è l'ipocrisia e la menzogna. Vi è un'altra causa veramente orribile di pena capitale: la fame e la povertà che tutti gli anni provocano la morte di decine di milioni di persone nel mondo.
Ho detto ai dirigenti europei: Non aspettiamo che siano create tutte le condizioni nel mondo per far sí che le morti per sanzioni penali scompaiano. Lavoriamo subito per salvare la vita delle decine di milioni di persone del Terzo Mondo che muoiono ogni anno (Applausi).
E gli ho anche detto: Siamo disposti a collaborare. Sappiamo che solo in America Latina muoiono ogni anno più di 1 milione di persone che si sarebbero salvate solo inviando medici là dove non ve ne sono. Noi abbiamo promesso la nostra cooperazione; e siamo disposti a inviare anche migliaia di medici.
Ecco il capitale umano di cui vi parlavo. Non servirebbe a nulla essere il paese con il più alto indice di medici pro capite al mondo, se come norma generale, principi sacri e tradizione stabilita, ciascuno dei nostri medici non fosse come un missionario, un crociato, un pastore, un sacerdote, un martire della salute e della vita umana, motivi per i quali partono decisi ai luoghi dove bisogna camminare per giorni nel fango, e vanno soli a quei luoghi, a volte sono donne -quasi la metà dei medici nel nostro paese sono donne-, dove non c'è elettricità, dove s'impiega molto tempo a fare arrivare loro le lettere della famiglia, dove ci sono zanzare, serpenti e tutte le calamità che si possono trovare in alcuni boschi e zone umide tropicali. Là sono i nostri medici, uomini e donne.
Vi ho già detto che in Centro America ne abbiamo offerti 2000. Non so, mi chiederei se insieme l'Europa e gli Stati Uniti potrebbero riunire 2000 volontari per andare nei luoghi dove ci sono i nostri medici (Applausi). Solo per il nord d'Africa sudsahariana, dove il tasso di mortalità infantile in alcuni paesi raggiunge cifre superiori ai 200 per ogni mille nati vivi ogni anno e dove si possono salvare centinaia di migliaia di vite, soprattutto bambini, in alcuni casi spendendo centesimi, abbiamo offerto gratis i servizi di 3000 medici. Sono i paesi più poveri e con l'indice di mortalità più alto. Diciamo ai paesi ricchi: "Se voi contribuite con i farmaci, noi invieremo i medici". E non solo, abbiamo inviato i primi medici senza che nessun paese industrializzato si sia impegnato a tutt'oggi a inviare farmaci, che arrivano tramite alcuni sforzi degli stessi governi, oppure attraverso organizzazioni non governative di tipo veramente umanitario. La realtà è che vi sono già numerosi medici cubani che stanno salvando vite umane, e nella speranza che i paesi con più risorse facciano alcuni contributi in farmaci, che è quello che costa di meno.
Ho parlato con vari dirigenti europei e penso di continuare a farlo per inviare nei posti più necessari in diverse parti del mondo fino a 6 000 medici; non dico una cifra più alta perché 6 000 sono quelli che possiamo sostenere da soli, coprendo il loro costo salariale e l’assistenza a loro e alle loro famiglie.
Sostenere una scuola di 3 400 allievi di medicina provenienti da tutta l'America Latina costa milioni. Averla creata in poche settimane dopo due uragani che hanno provocato nei Caraibi e nel Centro America orribili danni umani e materiali, è costato anche alcuni milioni; siamo sotto il blocco e ciononostante l’ abbiamo fatto e l’ abbiamo fatto con piacere. Questa istituzione, piuttosto che una scuola di medici è una dottrina di quello che deve essere il medico e la responsabilità che hanno i professionisti incaricati della salute, del benessere fisico e della vita dell'essere umano.
Siamo soddisfatti di avere raggiunto in massa questo spirito di solidarietà e di sacrificio. Quando abbiamo esposto il problema nel nostro paese si sono offerti praticamente tutti i lavoratori della salute: compresi infermieri, tecnici e altro personale qualificato. Ogni medico può diventare una microscuola d'infermieristica e di personale tecnico aussiliare, se gli assegnano giovani locali che abbiano almeno il diploma della Scuola Elementare. Con il loro insegnamento teorico e pratico, i medici possono perfettamente formare il personale paramedico in breve tempo.
Parlo di 6 000 per essere cauto, perché, come ho già detto, per ognuno di quei medici dobbiamo fare certe spese aggiuntive al loro salario. Molte volte abbiamo dovuto pagare il biglietto, inviandoli nei nostri aerei, con tutte le relative spese, perché i paesi non hanno dovuto neanche pagare il biglietto dei medici; molte volte agli studenti della Scuola Latinoamericana di Medicina, senza alcun costo per loro né per la loro famiglia, abbiamo dovuto pagargli il biglietto per venire a Cuba.
Tutti gli anni ospiteremo 500 giovani del Centro America e 750 del resto dell'America Latina. Vi è un piccolo numero di brasiliani provenienti da diversi stati del Brasile, non perché questo grande paese ne abbia bisogno ma perché desideriamo che in questa scuola ci siano tutti i paesi latinoamericani che parlino spagnolo e portoghese, che sono molto simili. Inoltre, sono arrivati circa 120 giovani haitiani alla Facoltà di Scienze Mediche di Santiago di Cuba. Previamente dovranno studiare la lingua spagnola. Cioè, ospiteremo ogni anno fra 1 350 e 1 400 studenti latinoamericani per studiare medicina. Non conto quelli dei Caraibi che hanno diritto a qualunque borsa di studio, in qualunque carriera, anche gratis, presso le nostre università (Applausi).
Abbiamo 21 facoltà di medicina, 22 con quella latinoamericana. In quest'ultima studieranno elementi propedeutici di medicina e i primi due anni di scienze basilari che sono i più difficili; dopo verranno distribuiti nel paese, perché dal terzo anno tutti i nostri studenti di medicina lavorano presso gli ospedali, non ricevono un insegnamento semplicemente teorico. Prima della Rivoluzione vi erano dei medici che si laureavano in chirurgia senza avere mai fatto un intervento chirurgico; gli studenti cubani di medicina, molto presto si familiarizzano con l'assistenza ospedaliera. Ci auguriamo che questi giovani, provenienti da lontane regioni della nostra America, in genere di origine molto umile, desiderosi di studiare questa nobile carriera, diventino migliori dei nostri allievi. La cosa più importante è la disponibilità a compiere qualunque missione e qualunque compito, ovunque sia. Ecco quello che ha consentito al nostro paese di poter contare sull'enorme potenziale medico di cui dispone oggi.
Posso aggiungere con piacere che se vi sono due luoghi dove si può andare e uno è peggiore dell'altro, i nostri compatrioti, per il senso dell'onore, scelgono il peggiore e non il più facile. Ma, grazie allo sforzo, al capitale umano che abbiamo creato, possiamo prestare un servizio di questa natura, e invitiamo i paesi che possiedono molte risorse, che dispongono di un Prodotto Interno Lordo, in alcuni casi, venti e anche venticinque volte superiore a quello di Cuba, a cooperare con farmaci per salvare non so quante vite; perché sappiamo dove muore la gente, in quali zone periferiche, in quali luoghi sperduti dove non è mai arrivato un medico.
Per concludere il mio discorso, mancano veramente solo i punti che sono alla base dell'enorme preoccupazione sul significato dei nuovi concetti strategici della NATO, ai quali mi sono riferito con insistenza. Farò rifermimento agli 11 paragrafi più significativi, di cui ne ho menzionati quattro al vertice:
Primo: "Allo scopo di favorire la pace e la stabilità in Europa e in un contesto più ampio, gli alleati europei elevano la loro capacità d’azione, incluso l'aumento del loro potere militare".
Non pensano a salvare vite, pensano ad uccidere persone, a liquidare vite (Applausi).
Secondo: "La sicurezza dell'Alleanza dipende da una varietà di rischi militari e non militari, che vanno in diverse direzioni e di solito sono difficili da stabilire a priori. Tra questi rischi si trovano quelli dell'incertezza, la instabilità nella regione euroatlantica" -credo che qui siamo in un porto euroatlantico- "e nei suoi dintorni, e la possibilità di crisi regionali nella periferia dell'Alleanza".
Terzo: "Nella sicurezza dell'Alleanza bisogna anche prendere in considerazione il contesto mondiale. Gli interessi di sicurezza dell'Alleanza possono essere colpiti da altri rischi di carattere più ampio".
Quarto: "La NATO, in cooperazione con altre organizzazioni, cercherà di evitare i conflitti, ovvero in caso di crisi, dovrà contribuire alla loro efficace gestione, in modo che risulti conseguente con il diritto internazionale, il che includerà la possibilità d'intraprendere operazioni di risposta alle crisi di cui all'Articolo 5". L'articolo 5 è quello che proibisce oltrepassare i propri confini.
Quinto: "Le forze militari combinate dell'Alleanza... devono essere disponibili a contribuire alla prevenzione dei conflitti e a realizzare operazioni di risposta alla crisi non previste nell'Articolo 5". Due volte viene menzionato.
Sesto: " Le forze militari dell'Alleanza... potrebbero anche essere chiamate per contribuire alla preservazione della pace e della sicurezza internazionali durante le operazioni in appoggio ad altre organizzazioni internazionali, completando e rafforzando le azioni politiche incluse in un’ ampia concezione della sicurezza".
Settimo: "L'eventuale partecipazione degli associati e di altri paesi non appartenenti alla NATO alle operazioni condotte dalla NATO". Cioè, invitiamo, signori, chiunque voglia incorporarsi a un massacro. "La dimensione, preparazione, disponibilità e spiegamento delle forze militari dell'Alleanza rifletteranno il loro impegno con la difesa collettiva e con lo svolgimento di operazioni di risposta alle crisi, in occasioni con poco anticipo, lontane dalle loro caserme, incluse le operazioni lontane dal territorio degli alleati.". Lontani dal territorio degli alleati!. Non so se qui in Brasile siamo lontani o vicini; so che Cuba è vicinissima.
Ottavo: "Si disporrà di un maggior numero di elementi di forze ai livelli preparazione adeguati per effettuare operazioni prolungate, sia all'interno del territorio dell'Alleanza che fuori esso".
Nono: "Le forze della NATO possono essere chiamate ad agire oltre le loro frontiere". Lo ripetono con ossessione.
Decimo: "L'organizzazione e il mantenimento di operazioni fuori il territorio degli alleati, dove possa esserci poco o nessun appoggio da parte del paese ricevitore, imporranno sfide speciali in materia logistica".
Finalmente l'undicesimo, che si trova in un altro dei documenti approvati quel giorno e che viene qualificato come: "Iniziativa sulle capacità di difesa".
"E' più probabile che le eventuali minacce alla sicurezza dell'Alleanza scaturiscano da conflitti regionali, etnici o da altre crisi al di là del territorio dell'Alleanza, così come la proliferazione di armi di distruzione di massa e suoi vettori". Questo è il paragrafo riferito a quanto dicevamo precedentemente, su quegli arsenali formatisi con la complicità dell’Occidente e che raggiungono un numero elevato di armi, che costituiscono un caso di proliferazione clandestina e massiccia di armi di distruzione di massa con i loro relativi vettori.
Qui, siccome ho avuto un po' più di tempo che al vertice e persone molto più pazienti, ho voluto parlarvi di questo, come una questione di enorme importanza, oltre a raccomandarvi alcuni materiali che vi invieremo e che vogliamo, veramente, quando ne avrete il tempo, che li leggiate. Dobbiamo inviare quello della domanda e anche il discorso agli studenti venezuelani.
Carlitos, del discorso di Venezuela quanti ne abbiamo?. Quanti ne hai in questo momento? (Gli risponde: mille). E ne rimangono?. Li hai distribuiti tutti?. Ma, guarda, qui abbiamo un cavaliere che può produrre 10 000 copie al giorno, è sufficiente.
Quanti professroi ha questa università ? (Gli dicono 2 000). Mi permettereste di inviare ad ogni professore una copia del discorso del Venezuela? (Applausi). Tu, Carlos, non fare la distribuzione adesso, perché sarebbe un po' disordinato; tu li invierai ai responsabili. Coloro che vi hanno invitato hanno le liste? Glieli puoi inviare. Quello del Congresso di Cultura in portoghese e quello del Venezuela anche, in portoghese, ce li abbiamo. La domanda in portoghese, ce l'abbiamo. Tre libri distribuiti gratis ai professori, e chiedendo loro sinceramente di scusarci per il disturbo.
Magari potessimo inviarli ai professori di altre università!. Ho partecipato già a una riunione di dirigenti del Sindacato di Professori Universitari. Che premio! Dovevo andare a riposarmi, era quasi l'una di notte e mi hanno catturato per strada, mi hanno portato in un salone dell'hotel e ho avuto il privilegio di parlargli alcuni minuti; mi è servito almeno per verificare se parlando in spagnolo si poteva capire. Mi hanno detto che parlando piano era più facile, e perciò in seguito, ho potuto continuare a parlare in spagnolo ai brasiliani.
I tre fascicoli vi saranno inviati.
I delegati al congresso studentesco in Belo Horizonte ne hanno già 5 000 di quello della cultura e 5 000 di quello di Caracas.
Bene, adesso qualcuno di voi può dirmi quanto tempo vi ho parlato? (Risate). (Gli dicono più di tre ore). Caspita, che peccato! Ho superato un po’ il tempo che mi ero fissato e vi chiedo scusa. La prossima volta sarò più breve (Applausi).
Qui vi lascio le mie parole e i tre fascicoli che vi saranno consegnati al più presto possibile. Nel frattempo, quelli che hai, che erano per distribuire in questa sede, lasciali perché siano distribuiti in qualche modo; ma nessuno deve preoccuparsi, invieremo la quantità necessaria perché tutti possano averne e se ne avanza qualcuno, potete distribuirlo tra alcuni professori, amici o intellettuali.
Molte Grazie.
(Ovazione)