Intervista del Comandante Fidel Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente del Consiglio di Stato e dei Ministri, alla stampa nazionale e internazionale in chiusura del II Festival Internacional del Habano, avvenuta nel PABEXPO, il 4 marzo 2000, "Anno del 40° anniversario della decisione di Patria o Morte".

(Versione stenografica – Consiglio di Stato)

 

Giornalista – Come le è sembrato, in generale, l’incontro?

Fidel Castro – Interessante.

Il problema è che io l’anno scorso partecipai in prima persona, ma in questo momento siamo impegnati in una dura lotta, e non volevo apparire all’asta, perché poteva sembrare un atto frivolo. Non tutti capiscono che i proventi raccolti in occasione del Festival sono sempre interamente destinati – l’anno scorso uguale – a medicinali per i bambini; questo è l’uso che ne facciamo.

Quest’anno non sono voluto venire alla cena, e nemmeno l’anno scorso; l’anno scorso, però, partecipai all’asta, questa volta non ho voluto esserci.

Giornalista – In questo caso c’era un altro elemento importante, che è il reclamo di Elián.

Fidel Castro – Be’, si è aggiunto anche questo.

Giornalista – E’ un elemento in più.

Fidel Castro – Crediamo all’importanza dell’asta nella promozione delle esportazioni in questo settore. Ci ho pensato molto. L’altro aspetto è che dobbiamo continuare a sforzarci quando questo può significare centinaia di migliaia di dollari in medicinali per i bambini, per questo sono venuto, ma non ho voluto parlare. Ho chiesto a Lage di parlare.

E’ stato molto emozionante anche perché Pupi, la persona che lui disse che aveva rilanciato di 50.000 dollari, è un rappresentante della Palestina in importanti attività internazionali.

Giornalista – Certo, certo.

Fidel Castro – Ha un valore simbolico ed è stato un atto spontaneo da parte sua e anche da parte dell’azienda spagnolo-francese, credo che si siano messi insieme e abbiano pensato di aggiungere quello che mancava per superare quello che era stato raccolto l’anno scorso.

L’anno scorso furono settecentomila e rotti, e quest’anno, grazie alla loro decisione, sono stati raggiunti gli 800.000 dollari. E sono molte le cose che si possono acquistare. Materie prime per medicinali, che noi trasformiamo in milioni; perché quando importiamo la materia prima e produciamo tutto ciò, moltiplichiamo il valore di questo denaro.

Giornalista – In pratica è un colpo sferrato contro il blocco nordamericano.

Fidel Castro – Sì.

In pratica tireremo fuori 2 o 3 milioni, se è materia prima; se sono medicinali elaborati, che bisogna importare, è meno. Ma in qualche modo riusciamo sempre a moltiplicare il loro valore.

Dal momento che siamo coinvolti in questa lotta che abbiamo portato avanti in tutti questi giorni, io non sono apparso in nessuna tribuna, e non ce n’è bisogno. Sono tutti volti nuovi. Ci sono un’infinità di ragazzi giovani, di talento, che sono quelli che hanno parlato. Nei giorni scorsi io non sono stato a nessuna tribuna.

E’ chiaro che i giovani comunisti e gli studenti ricevono l’orientazione strategica della Rivoluzione, attraverso i loro dirigenti più esperti, data la complessità, l’importanza e il valore di questa lotta, ma loro, con il pieno appoggio delle organizzazioni di massa e sociali, e degli organismi pertinenti dello stato, sono a carico dell’organizzazione delle azioni e della direzione operativa delle stesse.

Giornalista Ma sono sorti migliaia di oratori.

Fidel Castro – E molti altri ancora ne sorgeranno. Questo significa una nuova tappa d’ora in avanti, perché questa lotta, come dice il Giuramento di Baraguá, non si fermerà. Non serve a nulla se il bambino torna e domani ci ritroviamo davanti ad altri casi uguali o peggiori.

Senti, in questi giorni sono morti due cubani. Circa quattro giorni fa, credo, ne sono partiti sei su un’imbarcazione e due sono morti. Questa è la Legge dell’Aggiustamento Cubano.

Stamattina ho letto in un dispaccio d’agenzia che 15 uomini, tre donne e due bambine, erano arrivati sulle coste degli Stati Uniti su di un mezzo di fortuna. Una barca del genere può affondare, è questo che si sta favorendo. E noi li accusiamo di favorire i viaggi illegali, e questa battaglia continuerà finché ci sarà la Legge d’Aggiustamento Cubano, non c’è niente da aggiungere, nel Giuramento di Baraguá c’è questo punto e tutto il resto, finché ci sarà la Legge Torricelli, la legge Helms-Burton, il blocco economico, la guerra economica, la sovversione e tutte le cospirazioni contro la Rivoluzione. Per ciò questo non si ferma. E’ quello che vi posso dire.

Non è necessario che io parli nelle tribune aperte. Questa è chiaramente una responsabilità di tutti, di tutto il paese; è responsabilità della direzione della Rivoluzione e l’assumiamo pienamente. Ma è stato qualcosa di quasi miracoloso tutto questo illimitato sbocciare di oratori da ogni parte, e quante cose si sono viste!

Giornalista – Da Baracoa a Guane.

Fidel Castro – Gli Stati Uniti sono stati spinti dalla mafia a commettere tre grandi errori: uno, trattenere il bambino; due, inventare una storia di spionaggio. Non incolpiamo il governo degli Stati Uniti, questa davvero è una cospirazione organizzata a Miami dall’organizzazione annessionista chiamata cubano americana con la complicità del capo dell’FBI locale; non stiamo incolpando neppure la direzione dell’FBI, ma quelli che hanno ideato il perfido imbroglio. Hanno ingannato Faget, che era un importante funzionario dell’Immigrazione e gli hanno teso un tranello, gli hanno detto che Imperatori avrebbe disertato, per cui doveva preparare certi documenti. Il vice console lo aveva visto una sola volta per ragioni di lavoro. Ho parlato con Imperatori più in dettaglio. L’ha visto una volta nel mese di ottobre, non ricordo adesso il giorno esatto. E prima l’aveva visto a luglio, quando sostituì l’altro funzionario, che lo aveva incontrato due volte a Miami, proprio come capita al capo della missione e ad altri funzionari di parlare con legislatori, loro assistenti, giornalisti e ogni tipo di personalità. Quello che dico è che l’invenzione dello spionaggio è una solenne menzogna.

Può essere che avessero qualche desiderio di vendetta contro Faget. Quando in un aeroporto atterra un nostro vice console – da qualsiasi parte, questo lo sanno tutti – devono essere presenti almeno tre organismi, ci deve essere la CIA e l’FBI; ci devono essere tre o quattro servizi a controllare tutto quello che fa anche se lui non entra in nessun appartamento o luogo sospetto e misterioso a parlare con nessuno. In occasioni si alloggia in qualche albergo o nella casa di qualche amico e quando parla con qualcuno lo fa pubblicamente, non c’ è nesuna cospirazione. E’ davvero di scarso valore il contenuto dei brevi incontri che ebbero Molina e Imperatori con il signor Faget a Miami. Tre in 14 mesi.

Questo è talmente falso, che il vice console José Imperatori, che aveva parlato con lui soltanto una volta, lo chiamò nell’ottobre del 1999 per salutarlo, perché da luglio il precedente vice console gli aveva parlato di lui. Un importante funzionario dell’INS è una persona con la quale qualsiasi vice console cerca di parlare, dal momento che più di 100.000 cubani vanno e vengono da là , dagli Stati Uniti, a Cuba; altri 20.000 vi si recano ogni anno con visto di residenza; qualche volta arriva anche una barca che qualcuno si è rubato.

Due pakistani e un indiano hanno persino sequestrato un’imbarcazione, si sono portati via due uomini e per poco non li uccidono, erano felici quando vedevano le luci della costa, sapete perché? Perché sentono parlare di questa legge, per la quale chi arriva da Cuba ha diritto di residenza, nessuno ha loro spiegato che questo vale soltanto per quelli che sono cubani. E questo ha provocato una rissa, per poco non ammazzano due nostri lavoratori; inoltre c’è il contrabbando, loro non stanno lottano contro il contrabbando, siamo noi a lottare contro il contrabbando di emigranti.

Abbiamo circa 60 prigionieri residenti a Miami, che con imbarcazioni sono venuti dalla Florida a cercare emigranti e sono stati arrestati. Abbiamo reso più dura la legge, con pene fino all’ergastolo, contro il contrabbando di persone; loro là hanno pene di 10 anni, ma non osano applicare nemmeno quelle. Abbiamo processato e condannato soltanto due o tre di quelli che abbiamo arrestato per questa ragione, perché l’incidente avvenne qui e ci furono perdite di vite umane; altri arrivarono, ebbero un incidente o li arrestammo quando giunsero nelle acque o sulle coste cubane come misura preventiva, e costoro stanno ancora aspettando di essere giudicati.

Risiedono a Miami, ricevono il denaro a Miami, la barca è di Miami, e gli abbiamo detto: Il delitto principale lo hanno commesso là e non qui. E’ da mesi che stiamo aspettando la risposta. Quando si porteranno via questi signori per processarli? E non vogliono. Ma sapete perché non vogliono? Perché hanno paura; nessun giudice osa processare un residente di Miami.

Giornalista – In questo caso, Comandante, li processeremo noi qui?

Fidel Castro – E’ ancora da decidere; questa gente aspetta che se li portino via. E una cosa è aiutarli a risolvere un problema. L’altro è aiutare la vigliaccheria, e non siamo disposti ad aiutare la vigliaccheria, capite? Ce li tengono qui congelati. La cosa giusta sarebbe che se li portassero via e li processassero, ma non osano. Non hanno condannato nessuno per contrabbando, hanno fatto alcuni avvertimenti e nient’altro; non c’è giudice che in quel paese si azzardi, hanno già cambiato come quattro volte il giudice statale o federale. Doveva essere un giudice di quelle parti a processarli. Non li processano e li tengono qui congelati.

Gli unici ad aver lottato contro il contrabbando siamo stati noi, capite? Loro non hanno fatto nulla. C’è la Legge di Aggiustamento Cubano alla quale hanno aggiunte altre prerogative: maggiore stimolo, le emittenti radiofoniche nordamericane stanno stimolando le partenze illegali, ed esse stavano aumentando.

Siamo soltanto noi a prendere misure di controllo interno: abbiamo fatto una legge, regoliamo bene tutto ciò che riguarda coloro che possiedono o fabbricano imbarcazioni, si è rafforzata la cooperazione della popolazione, per ostacolare le emigrazioni illegali. Sono state ridotte le uscite dal paese, ma l’abbiamo fatto noi. Devono abrogare la Legge di Aggiustamento semplicemente perché costituisce un crimine cosciente. Come vi dicevo, oggi è stata data informazione che una di queste imbarcazioni, aiutata dalla corrente, è approdata in un isolotto, ma c’erano due bambine e varie donne; questo vuol dire che stanno promuovendo il crimine, la morte di bambini e di madri.

Giornalista – C’è un elemento interessante, Comandante, che è il sostegno internazionale a Cuba nella questione di Elián.

Fidel Castro – Sì, nella questione di Elián.

Ma la Legge di Aggiustamento Cubano è la fabbrica di morte che hanno creato e devono eliminarla, su questo non transigiamo; la nostra posizione è più decisa: lotteremo finché non scomparirà non soltanto la Legge di Aggiustamento, ma anche la Legge Torricelli, la Helms-Burton, il blocco e tutte le cospirazioni contro il nostro paese, che sono durate più 40 anni. Questa è, lo dico con franchezza, la nostra posizione.

In realtà non stiamo incolpando del delicato problema che si è creato l’amministrazione Clinton, anche se c’è stata debolezza da parte di questa, perché quel bambino avrebbero dovuto restituirlo, ma abituati a commettere tante nefandezze, non si sa quanti genitori hanno perso il diritto alla patria potestà, perché a volte è stato il padre a portarsi via il bambino e a lasciare la madre qui, o la madre, divorziata, ad essersi portata via il bambino e a lasciare qui il padre. Di casi come questi ce ne sono migliaia.

Noi non proibiamo le uscite dal paese; ne autorizziamo 20.000 all’anno. Volete più visti? D’accordo. Noi il diritto di patria potestà l’abbiamo rispettato, ci dispiace quando un bambino abbandona la scuola, cambia ambiente, perde la sua identità, è un bambino, è una creatura innocente; ma rispettiamo il diritto del padre se vuole viaggiare con il bambino. Lo rispettiamo con tanta fermezza come difendiamo con la massima fermezza il diritto di questo padre che è rimasto qui, che ha chiesto di appoggiarlo nella lotta per suo figlio. Ma migliaia di bambini viaggiano e gli succede la stessa cosa, li strappano dalle loro radici; è doloroso, ma abbiamo rispettato il diritto di patria potestà. Una famiglia ha uno, due, tre bambini e ci dispiace che abbandonino la scuola e che perdano la loro identità, ma rispettiamo senza eccezioni questo diritto.

C’è di più: nei primi anni della Rivoluzione hanno portato di via di contrabbando 14.000 bambini. Inventarono per prima cosa un decreto infame, falso, apocrifo, lo firmarono come se fosse un decreto reale in programma; era quando c’era la legge della riforma agraria, della riforma urbana e altre, in questo spirito e in questo ambiente, per intimorire la gente, inventarono una legge e la resero pubblica. Inventarono una cosa che io vidi poi in un romanzo di Sholokov. Mi ricordo che in quel romanzo, Il Don insanguinato, o in un altro dello stesso autore, a cui poi diedero il premio Nobel, scoprii che già in quell’epoca l’invenzione della patria potestà era stata utilizzata contro la rivoluzione russa, non era un’invenzione nuova; la impiegarono qui ed ebbe un grandissimo successo, spaventarono moltissima gente.

Uscirà un libro su questo, tutta la storia del sequestro di massa, questa volta con l’appoggio dei genitori, perché li ingannarono e fu un’operazione organizzata dai servizi segreti degli Stati Uniti.

Giornalista – Ma molti di questi bambini che oggi sono uomini hanno reagito e si stanno difendendo…

Fidel Castro – Adesso hanno una reazione, alcuni di quelli che stanno protestando con più forza. L’avvocato che ha preso una posizione molto forte e altri ancora, sono quei bambini che si portano ancora dentro il dolore di essere stati portati via. E che cosa successe? Venne la Crisi di Ottobre e sospesero quei viaggi e molti di quei bambini rimasero negli Stati Uniti con i genitori qui.

Non abbiamo mai proibito le uscite legali, mai!, tutte quelle che si vuole; siamo stati noi ad aver insistito, quando si dividevano le famiglie, ad unirle. Insomma, noi abbiamo rispettato in modo assoluto il diritto alla patria potestà.

Fu un atto infame: 14.000 bambini. Molti di loro presero coscienza di quello che gli era stato fatto. C’è un avvocato che è uno di quelli che parla con più chiarezza e si pronuncia contro il sequestro di Elián, José Pertierra, che è uno di loro, e molti altri.

Noi abbiamo mostrato rispetto per la patria potestà, loro no; e ci fa male il cuore ogni volta che un bambino abbandona la sua scuola, qui dove il sistema educativo è migliore che negli Stati Uniti, il sistema sanitario nei confronti dei bambini è decisamente migliore, la mortalità infantile è più bassa che negli Stati Uniti, e non c’è droga, né il rischio che un bambino uccida l’altro.

Proprio ieri è arrivata la notizia che un bambino di sette anni ha ucciso una bambina di sei a scuola, lei era davanti alla maestra, lui è arrivato con una pistola e l’ha uccisa davanti alla donna. Perché, oltre tutto, l’estrema destra si oppone ai controlli delle armi.

Anche se non stiamo dando la principale responsabilità al governo, il governo ha la sua colpa, non voglio dire di no, ma lì quel che regna è l’anarchia. I giudici della Florida fanno quello vogliono. Come dicevo, ne hanno dovuti cambiare quattro, è scandaloso. Il primo della corte federale lo hanno impugnato; ne hanno nominato un altro, dicendo che era un uomo retto, ma lo hanno fatto ammalare. Nessuno sa se si sia trattato di una malattia vera o se gli abbiano dato da bere qualcosa, la questione è che dicono che abbia avuto un serio problema di salute. Via anche questo, perché non poteva; un altro giudice, l’udienza è fissata per il 6 marzo alle 9. E’ una confusione, un caos, una vergogna che non esiste in nessun paese civilizzato del mondo.

Ma ti dirò qualcos’altro, che fa parte della denuncia fatta da Imperatori, la storia di quel signore. Noi non volevamo parlare di questo tema e semplicemente non ne abbiamo parlato; ma lo storia di quel prozio è sinistra. E badate bene alla parola che uso: sinistra! Non perché in stato di ubriachezza abbia avuto due o tre scontri in macchina, perché sia un alcolizzato; è più grave, e lo ha detto Imperatori nel messaggio al popolo del Canada: è semplicemente un uomo corrotto, un uomo viziato da determinate tendenze morbose. Il fatto certo è che ha lavorato come professore di educazione fisica in due scuole – stiamo precisando meglio i dettagli – credo, addirittura, in tre scuole della EIDE (scuole di iniziazione sportiva), e sono stati dei giornalisti nordamericani ad aver captato delle voci e ad aver trovato i primi indizi delle sue peggiori mancanze. Sappiamo molte cose sulla sua condotta personale, ma abbiamo tenuto nascosto questo materiale, non l’abbiamo usato; in seguito sono arrivate le testimonianze di qualcosa di più serio: l’uomo, in quanto professore di educazione fisica e sport, abusava dei suoi alunni. Era così degenerato da arrivare a commettere atti di abuso sessuale, e a questo sinistro signore hanno affidato il bambino negli Stati Uniti.

Imperatori, che si è giocato la vita e si è giocato tutto per difendere la verità, per smantellare la cospirazione, nel mandare il messaggio al popolo canadese è stato chiaro. L’unica cosa che ha pubblicato Granma è stata: "Non si sa ancora a che tipo di persona sia stata data la custodia del bambino". Il popolo nordamericano è davanti a un problema molto serio. Credo che una delle cose che più ripugnano il popolo nordamericano sia l’abuso sessuale compiuto su bambini e adolescenti.

La nostra stampa ha fatto solo questo riferimento, perché non desiderava che si dicesse che stavamo inventando delle storie, o cercando determinati precedenti. E non siamo stati noi, sono molti i giornalisti a conoscere la storia; ma il tema è così delicato che nessuno ha avuto il coraggio, finora, di pubblicarlo. Il nostro ex vice console, con tutta la morale e con tutta la dignità con la quale ha abbandonato il Canada, ha lasciato una lettera in quel paese e lo ha detto, perché il problema del bambino è il motivo per cui si è inventata la cospirazione ed è la causa della tragedia e dei rischi da lui corsi. Ha sfidato i rischi che sono stati necessari ed è rimasto negli Stati Uniti, iniziando uno sciopero della fame.

Vi dico che questo è un problema serio, serio, su cui devono meditare, perché noi abbiamo molti, molti dati. Ma quello che voglio sapere è che cosa faranno il giorno 9, perché loro hanno dato il tempo di presentare i noti ricorsi. La cosa più dignitosa, se non ci fossero state campagne elettorali e affari politici di mezzo, sarebbe stato, amministrativamente, di procedere immediatamente alla restituzione del bambino appena la Commissaria dell’INS aveva riconosciuto i diritti del padre. Loro resero possibili tutti i ricorsi e mille altri ricorsi. Ed è chiaro che mantenerlo indefinitamente lì è un terribile danno per il bambino, una terribile sofferenza per la famiglia e per tutto il popolo di Cuba; sono 11 milioni di persone, persino i nemici della Rivoluzione condannano questo.

Adesso c’è un processo fissato per il giorno 9, se il giudice non si ammala, se non lo uccidono. La mafia è in grado di uccidere i giudici; hanno già ucciso più di una persona.

Non so se avete visto in una tavola rotonda di oggi la quantità di atti terroristici commessi dalla mafia negli Stati Uniti; uccisero molte persone proprio mentre si stava producendo un avvicinamento degli emigrati al loro paese d’origine, e loro lo sapevano, perché a commettere i crimini sono stati i loro alunni, specializzati nelle tecniche di uccidere e che hanno preparato per anni. Questa è la verità, la vecchia storia.

Non intendo incolpare Clinton di quello che è successo in precedenza, ma dovrebbe essere un po’ più fermo, lo dico con franchezza. Ha avuto una buona posizione in questo, nel senso che il Procuratore Generale ha appoggiato la Meissner, il Presidente ha appoggiato il Procuratore Generale, che è stato appoggiato persino dalla Segretaria del Dipartimento di Stato.

Adesso hanno inventato un caso di spionaggio che hanno partorito quattro giorni prima del processo; lo hanno inventato l’11; l’11 febbraio hanno teso il tranello all’alto funzionario, alla presunta spia; e non hanno prove, non possono averle! Ve lo dico io che ho parlato con Molina e adesso con Imperatori e conosciamo già tutto, conosciamo tutte le parole; non avevano fatto nemmeno una domanda a quest’uomo, né dato un consiglio, perché tra l’altro avrebbero commesso una grave indisciplina. Per questo noi abbiamo detto: dimostrateci che questo è così e noi stessi siamo disposti a processarli, perché sarebbe un grave e compromettente atto di indisciplina, e in 22 anni questo non è mai successo.

Non hanno niente, niente!, non hanno uno straccio di prova, sono nella melma.

Gli attacchi della mafia al governo sono stati tre. Ne ho menzionati due. Hanno teso il tranello al funzionario; nessuno può essere sanzionato per essere stato indotto, con l’inganno, a svelare un’indiscrezione a un amico intimo.

Questo funzionario era indiscutibilmente amico, e incluso socio economico dell’imprenditore Font. Che ha fama di milionario. Dicono che abbia chiamato l’altro dopo 15 minuti; lo hanno indotto con l’inganno a raccontare all’altro quello che gli avevano raccontato. Chi, in una riunione di imprenditori nel Connecticut, aveva presentato questo funzionario al Capo della nostra Sezioni di Interessi, era il signor Font, e in quel luogo vi erano vari imprenditori, aveva invitato questo funzionario, che era suo socio. In quell’occasione si scambiarono i biglietti da visita tra i presenti.

In seguito, Molina parlò due volte con Faget. Personalmente, Molina mi raccontò con una certa precisione i dettagli che ricordava; ma le carte hanno ancora più memoria degli uomini, sa?, e siccome lì, di norma, ogni volta che qualcuno partecipa a una riunione scrive una nota e la comunica, si rende conto?, queste carte hanno più memoria degli stessi autori.

Con Molina io ho parlato quando è stata inventata la faccenda dello spionaggio: dimmi com’è andata, tutti i particolari, a che ora, com’è l’uomo, qual è il suo carattere. La vita ci insegna un po’ di psicologia, anche se già così è chiarissimo. Ma adesso ho parlato con l’altro, con il suo successore: José Imperatori. Per questo posso affermare che gli imbroglioni non hanno assolutamente nulla a cui afferrasi. Tutto questo è falso, sono nella melma. Con questo caso hanno messo nei pasticci l’amministrazione.

Per prima cosa prendono una buona decisione in relazione al bambino e invece di eseguirla subito e di rimandarlo a Cuba – il conflitto era già iniziato – aspettano tre o quattro giorni e danno loro tutto il tempo per cominciare tutte le manovre e i processi del mondo.

In secondo luogo, il dirigente dell’FBI di Miami, Héctor Pesquera, insieme a un altro membro di questo ufficio, Paul Mallet, che conduceva il caso - perché sembra che loro avessero sempre sospettato, forse perché avevano visto il funzionario dell’INS, Faget, una volta o due con il vice console – decide che bisogna controllare Faget. Stando a loro lo stavano pedinando da un anno. Ma il caso vuole che gli tendano il tranello 11 giorni prima del processo, e formulano una denuncia pubblica precipitosa e scandalosa quattro giorni prima del processo. Se il capo dell’FBI di Miami, che è la Quinta stazione dell’FBI, invia ai suoi superiori la relazione e mostra loro la conversazione telefonica di Faget con il suo socio Font, registrazioni, foto o video di Faget con Molina o Font che parlano con uno qualsiasi dei vice consoli cubani, ci credono. Insomma, hanno creduto alla rozza storiella e a partire da questa hanno agito.

Quando i livelli superiori ricevono questo, prendono la decisione di dichiarare Imperatori come persona non grata, ma a mio giudizio si sbagliano. Perché si sa che effetto produce quando uno di questi capi dice: "Sentite questa conversazione, guardate queste foto, costui è una spia, sta fornendo questa e quelle informazioni". Ma loro per l’appunto hanno parlato in seguito a spezzoni; bisogna chiedere che pubblichino tutto, tutto, che non citino le parole fuori dal contesto. L’uomo, per la verità, stava difendendo gli interessi dell’INS ed era preoccupato per le immigrazioni illegali; perché praticamente accusa Cuba quando dice al vice console: "C’è gente corrotta in aeroporto che permette che gente senza documenti salga sugli aerei che viaggiano normalmente dall’Avana a Miami". Questo può succedere, se si corrompe una persona.

Io non avevo sentito parlare di questo, ve lo assicuro, e ho mandato subito a chiedere quali erano i casi, che qui non si conoscevano. Perché qualsiasi persona sale su un aereo normale e quando scende negli Stati Uniti dice: "No, io sono in territorio nordamericano, c’è la Legge dell’Aggiustamento, posso appellare ad essa". Sono infastiditi.

Per questo dico che non stiamo incolpando il governo, né il Dipartimento di Stato, né la Procura Generale, e lo dico molto seriamente; so quali sono le loro debolezze, non avrebbero dovuto dare quattro o cinque giorni alla mafia per intraprendere interminabili beghe giudiziarie. Tutti i candidati presidenziali coinvolti nella solita demagogia pre elettorale, che dicono cose che fanno piacere a quelli della Florida, quando infatti lì la mafia non decide le elezioni, ciò è un mito. Tutti i candidati appoggiano questa assurdità, e il Presidente che appoggia la Procura Generale e dice a sua volta che saranno i giudici a decidere. Ma perché hanno dato a questa gente quattro o cinque giorni per ricorrere? In tutto questo c’è molta vigliaccheria.

In relazione al contrabbando di persone vi dico che non hanno processato una sola persona; li abbiamo qui, li stiamo offrendo e non hanno processato nessuno a Miami, non osano. La mafia è padrona di Miami, ha corrotto giudici, tutti, sono terroristi, sono capaci di uccidere. Da una mafia del genere veniva probabilmente la gente che uccise Kennedy.

Giornalista – Comandante, allora il 9 è un giorno decisivo?

Fidel Castro – Qualsiasi giorno è un giorno decisivo; ma ogni giorno che passa è più grave, perché stanno lavorando sulla mente del bambino, torturando quel bambino. Loro vorrebbero tenerlo sei mesi.

Ormai il governo degli Stati Uniti è complice di questo. Certo, interpretano le leggi: un governo che dichiara guerre senza chiedere permesso a nessuno, bombarda, lancia missili e venti cose ancora, io credo che potrebbe interpretare le sue facoltà in un modo corretto e coraggioso. Si tratta, oltre tutto, di un caso su cui i tribunali nordamericani non hanno la giurisdizione. La decisione spetta ai giudici del luogo da dove proviene il bambino, capite? Ma vedremo che cosa farà questo giudice.

Se questo giudice non si pronunciasse a favore del ritorno bambino, e io non vedo come potrebbe essere altrimenti, il prestigio degli Stati Uniti precipiterebbe. Può essere che si esprima a favore del Procuratore Generale e dell’INS, ma allora gli altri possono ricorrere alla Corte di Appello ad Atlanta; il governo ha la facoltà di accelerare questo processo. In tal caso il periodo potrebbe forse prolungarsi di qualche altra settimana; ma il prestigio di questo paese non regge a questo, per cui adesso non possono pensare di rivolgersi al Tribunale Supremo.

Stando alla legge yankee, si suppone che già al secondo appello, ad Atlanta, si decida, e di solito è ciò che decide il giudice.

Giornalista – Se ratificano…

Fidel Castro – In questo caso andranno a picco, non si sa dove andranno a finire, ma è colpa loro.

A noi consta – non perché ce l’abbiano detto, lo abbiamo visto, ci rendiamo conto, lo vediamo, perché non bisogna essere indovini, gli anni insegnano – che quello che loro vogliono è di restituire il bambino, ma hanno paura; vogliono risolvere la questione, ma hanno paura. Anche se sentenziassero in suo favore, non oserebbero andare a prenderlo in casa del personaggio che lo tiene con sé. Per cui ci troviamo davanti un tipo sinistro, con alcuni precedenti inconcepibili, che ha ottenuto la custodia del bambino, e un governo che non osa andare a prendere il piccolo, perché gli altri minacciano uno scandalo. Questa è la situazione reale.

Sto parlando e non voglio offendere né ferire la sensibilità del Presidente, né il Procuratore Generale, e nemmeno la signora Albright, perché sono testimone di quello che ho visto, e loro sanno che è una situazione senza capo né coda; ma è possibile che nessuno abbia un minimo di decisione per riuscire a dare un ultimatum a questo signore? Perché con quello che hanno in mano sanno di poterlo dire. Se si presenta l’FBI, per esempio, e gli dice: "Senta, deve restituire questo bambino, non ci obblighi a usare la forza", l’uomo si spaventa, e anche i suoi amici abbassano le ali, perché è davvero insostenibile che questa sinistra persona abbia il bambino.

Non hanno una minima prova per l’accusa di spionaggio che hanno costruito. Terzo errore: si sono visti obbligati, senza tener conto della volontà del nostro paese – ci sono tutti i documenti a dimostrarlo – a inviare Imperatori con la forza in un altro paese, lo hanno espulso in Canada. E lui è un uomo d’onore. Permettetemi di dirvi che i due primi giorni non ha bevuto nemmeno acqua, il secondo giorno dello sciopero non aveva bevuto nemmeno acqua; risultato: domenica ha avuto la febbre alta, disidratazione, orina densa.

Allora domenica ha cominciato ad assumere liquidi; ma non ha bevuto acqua per più di 30 ore. Non ha nemmeno una goccia di riserva, perché è più magro di Don Chisciotte, era come se Don Chisciotte avesse fatto lo sciopero della fame, questo era Imperatori, e con incredibile fermezza.

Ha parlato con noi appena arrivato a Montreal, e io gli ho parlato al telefono, perché non sapevamo neppure dove sarebbe andato. Quando abbiamo saputo che era già lì, ho parlato con il Console, con l’Ambasciatore e con lui, l’ho salutato, gli ho detto: "Come ti hanno trattato sull’aereo?" Risponde: "Con rispetto. Mi hanno detto che sapevano che stavo facendo lo sciopero della fame e mi hanno chiesto se volevo prendere qualcosa di liquido, e ho detto di no": E subito dopo aggiunge: "Voglio comunicarle che continuerò lo sciopero". E’ andato in Ambasciata e ha continuato lo sciopero, non contro il Canada, ma contro chi ce lo aveva portato con la forza, come dice nel suo messaggio al popolo canadese; era una cosa che non voleva, che non aveva chiesto.

Gli hanno fatto persino un imbroglio con il passaporto; il passaporto non lo aveva lui, lo avevano gli avvocati. Le autorità hanno chiesto il passaporto agli avvocati e non hanno detto perché; hanno richiesto il passaporto e gli avvocati glielo hanno consegnato. Questo non è un problema, un uomo più che identificato che sta per essere espulso, viene espulso con o senza passaporto. Ma davvero non sapeva, non aveva passaporto. Arriva in Canada e la prima cosa che comunica è che continuerà lo sciopero della fame. A quel punto si reca nell’Ambasciata cubana ad Ottawa.

Le autorità canadesi l'hanno accolto bene. Io ho l'impressione che loro pensavano che così contribuivano a risolvere il problema, tuttavia, il problema non si era risolto, l'uomo aveva dichiarato lo sciopero di fame. Quel giorno, il sabato, non aveva fatto colazione alcuna. Alle ore 11:00 legge una dichiarazione esprimendo la decisione di scioperare; alle ore 20:33 o 20:35 si presenta l'FBI e in cinque minuti, bisognerebbe precisare ma così lo raccontano, gli chiesero di mettersi il capotto e di accompagnarli. Gli domandarono se aveva dei bagagli e rispose loro di non averne. Dopo lo condussero al sottosuolo. Dobbiamo dire che lo trattarono con rispetto e non gli misero le manette. Entrò nell'auto con molta dignità, poi lo condussero all'aeroporto, dove sembra si siano ritardati e da lì a Montreal. A Montreal lo ricevette il Console cubano, già nel Consolato parlammo con lui; come vi ho già detto, parlai con lui, lo salutai e gli chiesi come era stato trattato e tutte le altre cose, vi ripeto ciò che mi disse: "Continuerò lo sciopero". Lui spiegò ai canadesi che non era stato consultato rispetto alla decisione di trasferirlo nel Canada, che non era stato lui a deciderlo. Nell'Ambasciata poi continuò lo sciopero, finché... bene, ormai è già stato spiegato tutto nel comunicato del governo cubano e non spiego nient'altro perché tutte queste cose bisogna trattarle con la maggior riservatezza.

Lo so che tutti, ovunque, volevano sapere; ma nella sua lettera lui spiega tutto. Ad esempio, conosco qual è l'opinione nelle Nazioni Unite. Perché nelle Nazioni Unite tutti ricevettero il messaggio e allora compresero cos'era successo. Nessuno capiva il perché dello sciopero nel Canada, ed è che l'hanno costretto a partire e lui non sapeva nemmeno dove l'avrebbero portato.

I canadesi non ne hanno colpa, io direi che li hanno coinvolti in questo problema. Tuttavia non abbiamo assolutamente niente contro il Canada, non c'è alcuna protesta contro i canadesi, e penso che in realtà hanno contribuito a risolvere il problema. Oltre tutto, tutte le parti hanno contribuito a trovare una soluzione, che è quella che conoscete, grosso modo, con onore e dignità. E' stata una soluzione raggiunta dopo la mezzanotte circa, tra mercoledì e giovedì, perciò coloro che dovettero viaggiare nel Canada quando lo fecero non la conoscevano ancora.

Noi avevamo detto che un gruppo di compagni avrebbe viaggiato, anche se non sarebbero scesi dall'aereo. Fu inviato un gruppo in rappresentanza di coloro che hanno lottato per il bambino e per lo stesso Imperatori, alcuni tra i più distinti, un gruppo di 10 o 12 giornalisti, i parenti, 8 medici, e 40 compagni e compagne che si sono distinti nella lotta e che sono rimasti tutti sull'aereo per riceverlo lì e accompagnarlo fino a Cuba. Credo che la domenica pubblicheranno la storia grafica del viaggio di andata e ritorno, oggi sono stati trasmessi otto minuti.

Comunque, tutto l'accaduto è stato commovente, e quando lui arrivò lì e salì sull'aereo lo fece con una dignità impressionante. Io l'ho ricevuto all'aeroporto, l'abbiamo portato ad una clinica e domani sarà pubblicata un'informazione sullo stato di salute. E' dimagrito 12 libbre in cinque giorni, il che supera in molto la perdita di peso che può subire un uomo magro come lui.

Giornalista.- Comandante, io le avevo fatto una domanda e lei gentilmente ci ha concesso tanto tempo che credo che ormai...

Fidel Castro.- Mi dispiace perché mi aspettano alcune persone.

Di quale agenzia siete?

Giornalista.- Beh, le ho detto che sono dell'Agenzia d'Informazione Nazionale, e ce ne sono altri di Radio Rebelde e della TV Cubana.

Fidel Castro.- Potete pubblicare testualmente quanto vi ho detto e trasmetterlo questa sera. Siccome ho parlato con totale oggettività, assumo l'intera responsabilità di tutto quanto ho detto. E non posso dire altro perché dobbiamo essere riservati. Non bisogna dire nemmeno una palabra di troppo, è stato difficile trovare una soluzione che fosse soddisfacente per lui, e, come è stato detto, si cerca di preservare al massimo le possibilità che ci possano essere di viaggiare negli Stati Uniti per deporre nel processo. Noi non chiedevamo nient'altro, solo la possibilità di partecipare al processo, non si può dire che sia la garanzia assoluta, d'altronde là non possono nemmeno concederla, perché vi partecipano tanti enti e organismi. Però l'abbiamo definito così: il massimo di possibilità che si potevano raggiungere. Ovviamente, lui conclude lo sciopero perché ciò che lui reclamava era precisamente questo, e a tale scopo aveva rinunciato all'immunità ed era rimasto lì nelle loro mani.

Tuttavia, loro sono in una situazione molto difficile, perché non possono dimostrare niente in assoluto. Sono di fronte al nulla più assoluto, quindi la menzogna è anch'essa assoluta e totale. Però, non dico che il caso l'abbia inventato il governo, questo è il mio punto di vista. C'erano tre possibilità e io mi domandavo: Stavano da tempo cercando di realizzare una provocazione? Perché la nostra gente ha l'ordine terminante di non realizzare lavori d'intelligence nella nostra Sezione d'Interessi. Come è stato spiegato, tale ordine risale a 22 anni fa. Io personalmente mi occupai di questo perché quando all'epoca di Carter si stabilì l'ufficio, dissi: " Ci riempiranno di agenti della CIA ed è meglio avere il morale pulito" Capite? Quindi abbiamo dato un'istruzione categorica contraria a qualsiasi attività di spionaggio da parte della nostra Sezione d'Interessi.

Come lei sa noi siamo stati un paese molto spiato da molte parti, abbiamo quindi una lunga esperienza in tutto questo e sappiamo abbastanza su queste cose.

Io stesso ho controllato i dossier di coloro che andavano là, era gente esperta, non posso negarlo, quelli che controllavo io con particolare attenzione, gente che conosceva il tema. Li ho scelti e li ho richiesti e ho controllato tutti i loro dossier senza eccezione. Ovviamente non tutti i funzionari avevano queste conoscenze, ma la maggior parte di essi aveva conoscenze, preparazione e disciplina. In 22 anni non è mai stata violata quell'istruzione. Che opportuna casualità la comparsa di un caso di spionaggio quattro giorni prima del processo sulla custodia di Elián! Una denuncia che distrugge il morale del Procuratore, distrugge l'INS, e che avrebbe colpito irrimediabilmente la loro reputazione alle soglie del giudizio.

Se Imperatori fosse subito ritornato a Cuba, allora tutti avrebbero detto: "Ammette l'accusa". Questo non si poteva accettare; non perché un funzionario fosse cacciato dal paese, ma perché, a nostro avviso, il destino del bambino dipendeva da ciò. Distruggono il prestigio e la reputazione dell'INS perché trovando una spia, importante funzionario dell'INS, cosa avrebbero pensato tutti negli Stati Uniti? Quello era un colpo diretto contro l'INS, contro il Procuratore, diciamo persino contro il Presidente, e contro l'Albright, perché hanno appoggiato la decisione dell'INS di restituire il bambino al padre. E, subitamente, nemmeno loro sano cosa fare, forse siamo noi gli unici in grado di dimostrare la falsità, l'imbroglio.

Non accusiamo nemmeno la direzione nazionale dell'FBI. Il responsabile è stato una delle stazioni più importanti di questa istituzione, il cui capo è il fratello dell'avvocato che a Porto Rico ha difeso uno degli individui coinvolti nel piano di attentato contro la mia persona a Margarita (in Venezuela, in occasione del vertice dei Capi di Stato e di Governo di America Latina, Spagna e Portogallo, NdT.) nonostante tutte le prove che dimostratavano la sua colpevolezza. Era strano che essendo uno dei due fucili di proprietà di Hernández, uno dei capi principali della Fondazione Cubano Americana, il tale signore non fosse stato indagato e processato. Inoltre, in virtù del legame che tramite il fratello, avvocato in quel processo, il suddetto signore capo dell'FBI a Miami aveva con la Fondazione Cubano Americana, questi pagò in modo generoso tutte le spese della difesa.

Lo dico e ribadisco, quest'uomo e la mafia hanno imbrogliato l'FBI, loro dovranno chiarire questo affare o noi glielo ricorderemo tutte le volte necessarie ed esigiremo loro di provarlo.

E già successo nell'invasione a Playa Girón; succede adesso ciò che avenne con lo sbarco nella Ciénaga de Zapata, è questo il caso, lo dico così, lo stesso succede adesso con ambedue le cose: con il caso di Elián e con la denuncia, e noi lo dimostreremo.

Il popolo ha reagito in modo straordinario e diciamo: Bene, per tre mesi abbiamo portato avanti una grande battaglia. Tuttavia, non è sufficente il ritorno del bambino se rimane la possibilità che tutti i giorni muoia un bambino in un'espatriazione illegale perché offrono degli enormi incentivi a persone irresponsabili a cui non concedono il visto legale. E' molto più importante eliminare la legge che causa e ha causato non si sa quante vittime. Bisogna abbattere quella legge, lotteremo fino a riuscirci. E sappiamo lottare, che nessuno ne dubbiti, sappiamo lottare!

Guardi quanti talenti sono sorti in questi giorni di lotta. E io leggo le inchieste tutti i giorni.

Molti si domandano perché io non ho parlato e non ho voluto nemmeno salire sul palco delle tribune aperte, perché non è necessario che io parli; che parli il popolo, che parlino i giovani, che parlino tutti. Non pensiamo di fare una festa quando il bambino ritorni, l'abbiamo già detto: lo riceveremo, il bambino andrà poi all'ospedale per un controllo e attenzione medica, come abbiamo fatto con Imperatori.

Mi resta aggiungere soltanto che ho parlato oggi con Imperatori e con i medici che, essendo preoccupati, volevano conoscere lo stato generale di salute e gli hanno fatto diversi esami dei più urgenti. Un medico amico nel Canada gli aveva prelevato del materiale biologico per alcuni esami che gli sono stati ripetuti qui per confrontare i risultati. Magari uscirà di questo ricovero con migliore salute, perché lui fuma troppo, troppo.

Giornalista.- Sigari?

Fidel Castro.- Sigarette, Fuma troppo, è la verità, e aspira il fumo. La domenica nel Canada ha avuto una situazione un po' complicata, da due giorni non beveva alcun liquido, non aveva bevuto né acqua e doveva invece bere alcun liquido con vitamine e alcuni elementi essenziali.

Credo che domani pomeriggio potrà tornare a casa e i medici pensano che dovrà riposare ancora 15 giorni. E' quanto vi posso dire.

Grazie. Parto perché mi aspettano. Siete soddisfatti?

Giornalista.- Più che soddisfatti.

Fidel Castro.- Potete dire tutto quanto in nome mio e spiegate perché non c'è bisogno che io parli, perché abbiamo un popolo istruito e consapevole, in grado di parlare per sé e anche di lottare. Nient'altro. Arrivederci.