Intervento di Fidel Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e di Ministri della Repubblica di Cuba, nella Sessione Plenaria della 105º Conferenza dell’Unione Interparlamentaria, effettuata nel Palazzo dei Convegni. L’Avana, 5 aprile 2001.
Per guadagnare tempo, pubblichiamo il seguente testo come fu elaborato, senza includere le interessanti riflessioni, aggiunte e commenti realizzati durante questo intervento.
Signora Presidentessa e altri membri della Presidenza,
Illustri parlamentari,
Quando nel 1981 parlai nella 68º Conferenza Interparlamentaria, dopo aver citato indici e dati che mostravano il crescente abisso che separava il mondo sviluppato ed opulento dai paesi che furono loro colonie e loro domini, vittime di un ininterrotto saccheggio durato secoli, pronunciai una frase che poteva sembrare troppo forte: "Se il presente è tragico, il futuro si prospetta tenebroso."
Nessuno cerchi di ingannarci e di confonderci con le nuove terminologie uscite dalla propaganda ipocrita degli specialisti in inganni e menzogne, al servizio di coloro che hanno imposto all’umanità un ordine economico e politico ogni volta più disuguale ed ingiusto, che non ha niente di solidale o di democratico e non ha nemmeno un apice di rispetto per i diritti minimi cui sono creditori gli esseri umani.
Quando pronunciai quella frase non esagerai.
Il debito estero del Terzo Mondo, che nel 1981 era di 500 miliardi di dollari, si elevò nell’anno 2000 a 2,1 milioni di milioni di dollari. La parte che corrispondeva all’America Latina raggiungeva allora la cifra di 255 188 milioni di dollari; questa si elevò nell’anno 2000 a 750 855 milioni.
Il servizio del debito del Terzo Mondo nell’anno 1981 fu di 44 200 milioni; il servizio del debito nel 2000 era già di 347 400 milioni.
Il Prodotto Nazionale Lordo (PNL) pro capite nei paesi sviluppati era di 8 070 dollari nel 1978; venti anni dopo, nel 1998, il PNL pro capite di questi paesi ascese a 25 870 dollari, mentre il PNL pro capite dei paesi a più basso reddito, che nel 1978 era di 200 dollari, era salito nel 1998 solo a 530. La differenza abissale si era aggravata.
Il numero di persone sotto nutrite, quasi tutti appartenenti ai paesi del Terzo Mondo, era, nel 1981, 570 milioni; nell’anno 2000 raggiunse la cifra di 800 milioni.
La quantità di disoccupati era di 1.103 milioni nel 1981, e nel 2000 la cifra salì a 1.600 milioni.
Nell’attualità, il 20 per cento più ricco della popolazione mondiale, realizza l’86 per cento del totale delle spese per consumo privato, mentre il 20 per cento più povero ne realizza solo l’1,3 per cento.
Nei paesi ricchi, il consumo pro capite di elettricità è dieci volte maggiore di quello di tutti i paesi poveri insieme.
Secondo dati delle Nazioni Unite, nel 1960, il 20 per cento della popolazione mondiale, che viveva nei paesi più ricchi, aveva un reddito 30 volte superiore a quello delle nazioni più povere. Nel 1997, questo rapporto era già 74 volte maggiore.
Secondo studi realizzati dalla FAO, tra il 1987 ed il 1998, 2 bambini su 5, nel mondo sottosviluppato, soffrono di ritardo nella crescita, ed uno su 3 è sotto peso rispetto alla sua età.
Ci sono 1.300 milioni di poveri nel Terzo Mondo, cioè uno su 3 abitanti vive in povertà. La Banca Mondiale, nell’ultimo rapporto sulla povertà, pronostica che, all’entrata del Nuovo Millennio, la cifra potrà raggiungere i 1.500 milioni.
Il 25 per cento della popolazione mondiale più ricca consuma il 45 per cento delle carni e del pesce; il 25 per cento più povero ne consuma solo il 5 per cento.
Nell’Africa Subsahariana, il tasso di mortalità infantile nel primo anno di vita è di 107 ogni mille nati vivi, e di 173 prima di compiere i cinque anni; nell’Asia Meridionale è, rispettivamente, di 76 e di 114. Secondo l’UNICEF, nell’America Latina, la mortalità nei bambini con età inferiore ai cinque anni è di 39.
Più di 800 milioni di adulti continuano ad essere analfabeti.
Più di 130 milioni di scolari crescono senza poter avere accesso all’educazione elementare.
La cosa reale, la cosa che non si può occultare, è che, nell’attualità, più di 800 milioni di persone soffrono fame cronica e, al tempo stesso, non possono avere accesso ai servizi di salute, per cui si può calcolare che, nel Terzo Mondo, 507 milioni di persone non raggiungeranno i 40 anni di età. Nel sud del Sahara, quasi il 30 per cento della popolazione morirà prima dei 40 anni.
Nel 1981 si menzionava appena il problema ecologico del cambiamento climatico ed erano in pochi ad aver ascoltato la parola AIDS per la prima volta. Due terribili minacce che si aggiungono alle calamità menzionate.
Nel 1981 la popolazione mondiale raggiungeva la cifra di 4 miliardi di abitanti, di cui il 75 per cento nei paesi del Terzo Mondo. Nel 2001 gli abitanti del pianeta superano i 6,1 miliardi. In solo 20 anni la popolazione mondiale è cresciuta di 1,7 miliardi, più di quanto era cresciuta durante il periodo compreso tra la comparsa della specie umana e l’inizio del XX secolo.
Per riassumere, la proporzione del reddito mondiale dei paesi che oggi costituiscono il Terzo Mondo è retrocessa in modo tale che fino ad un secolo fa era del 56 per cento ed oggi è solo del 15 per cento; questo costituisce una forma, per la verità peculiare, di esprimere quello che, in realtà, ha significato il colonialismo, il capitalismo e l’imperialismo con le sue crisi, con i suoi caos, con la sua anarchia nel terreno economico e con il suo sistema di valori egoistici ed inumani, per il Terzo Mondo e per l’immensa maggioranza dell’umanità.
Il nostro paese, una nazione povera, dopo 4 secoli di colonialismo spagnolo e 57 anni essendo colonia degli Stati Uniti, fu sottoposto ad un brutale blocco economico dallo stesso istante in cui noi acquistammo, per la prima volta nella nostra storia, una doppia libertà, poiché ci liberammo, al tempo stesso, dalla tirannia e dall’impero.
Questo piccolo e bloccato paese del Terzo Mondo, contro cui vennero impiegate tutte le risorse degli Stati Uniti in materia di sovversione, di destabilizzazione, di sabotaggi, di attacchi pirata, di centinaia di piani di assassinio contro i leader della Rivoluzione, di guerra sporca, di guerra economica, di guerra biologica, di invasione militare con impiego di personale reclutato, pagato, sovvenzionato, scortato da unità navali nordamericane, e diretto dal governo degli Stati Uniti, e per ultimo condotto sull’orlo di una guerra nucleare, ha saputo resistere con onore a tutti gli attacchi della maggior super potenza di tutti i tempi, una Roma moltiplicata per mille, dato il suo potere politico, economico, militare e tecnologico.
La spietata guerra economica ed il blocco economico durano ormai da quarantadue anni. Oltre a questo, abbiamo sopportato dieci anni di periodo speciale, da quando crollò il campo socialista e si disintegrò l’ Unione Sovietica, e noi ci trovammo senza mercati né fonti da dove acquistare approvvigionamenti; in queste circostanze, gli Stati Uniti rafforzarono il blocco con le Leggi Torricelli ed Helms-Burton. Nessun paese è mai stato sottoposto ad una simile prova.
Molti credevano che eravamo volgari satelliti di una grande potenza. Si aspettava la fine della Rivoluzione dopo alcune settimane o tutt’al più dopo alcuni mesi. Però il satellite mostrò la sua luce propria e la sua straordinaria forza, allo stesso modo di un piccolo Sole di vera libertà, di vera sovranità, di vero patriottismo, di vera giustizia sociale, di vera uguaglianza di opportunità, di vera solidarietà dentro e fuori le sue frontiere, di inamovibili principi etici ed umani.
Forse il potere, l’enorme prestigio, la forza e l’unità del popolo, raggiunti dalla Rivoluzione, serviranno per soddisfare vanità, ambizioni di potere o di beni materiali? No! Serviranno per resistere eroicamente all’aggressione dell’impero in uno dei momenti più pericolosi e difficili della storia della nostra Patria.
Nessuno cerchi di darci lezioni di storia o di politica, trattando i dirigenti cubani come bambini dell’asilo. È anche possibile che i bambini cubani che vanno all’asilo sappiano di questa materia più di alcuni politici.
Sotto terribili condizioni, c’è una opera sociale realizzata che è schiacciante, inconfutabile, insuperabile. In un solo anno fu eliminato l’analfabetismo, che raggiungeva quasi un terzo della popolazione tra i 15 e i 60 anni; simultaneamente migliaia di aule furono create nei luoghi più sperduti e nelle regioni più inaccessibili; servizi medici vennero creati, nello stesso modo, in campagne e città, anche se gli Stati Uniti ci ridussero alla metà, con visti e promesse di una miglior vita materiale, i 6 mila medici su cui contavamo e oltre la metà i professori di Medicina. Si costruirono migliaia di scuole e si prepararono professori per il livello elementare, medio e medio superiore, nonché scuole pre universitarie, istituti politecnici, centri di formazione di maestri e professori di musica, di danza, di arte, di educazione fisica e sport ed altri istituti. I centri di educazione superiore, che erano tre, si moltiplicarono per decine in tutto il paese, tra cui 21 Facoltà di Medicina, anzi, 22 con la Scuola Latino Americana di Scienze Mediche, e 15 Istituti Superiori Pedagogici.
In meno di trenta anni, Cuba si trasformò nel primo paese dell’America Latina e del Terzo Mondo che riuscì ad abbassare il tasso di mortalità infantile a meno di 10 ogni mille nati vivi nel primo anno di vita, raggiungendo, in pieno periodo speciale, l’indice di 6,4 ed una aspettativa di vita di 75 anni; estese il servizio medico gratuito a tutti i suoi cittadini; elevò la scolarità media fino a 9 classi; laureò oltre 700 mila professionisti; sviluppò un forte movimento artistico e culturale; occupò uno dei primi dieci posti nelle gare olimpiche, e ha ottenuto in esse più medaglie d’oro pro capite di nessun altro paese. In competizioni regionali ed in eventi internazionali ha vinto migliaia di medaglie, occupando il secondo posto in questo emisfero, dietro agli Stati Uniti. I suoi bambini raggiungono le più alte posizioni quando partecipano a gare di Matematica e ad altre di carattere scientifico.
Secondo ricerche fatte dall’UNESCO, le conoscenze dei nostri alunni delle scuole elementari sono quasi il doppio di quelle del resto dei paesi dell’America Latina. Oggi il nostro popolo occupa il primo posto, tra tutti i paesi del mondo, sviluppati o meno, per il numero pro capite di professori e maestri, medici ed istruttori di alto livello in educazione fisica e sport, tre settori che sono decisivi per il benessere e lo sviluppo sociale ed economico di qualunque paese.
Questo si riassume così: 250 mila educatori, 67 mila 500 medici e 34 mila professori e tecnici in educazione fisica e sport.
Oggi condividiamo con altri paesi fratelli del Terzo Mondo questo immenso capitale umano senza riscuotere un solo centesimo. I nostri collaboratori, non solo possiedono una profonda capacità tecnica e scientifica, ma, sono anche possessori della cosa più importante: una straordinaria solidarietà umana ed un insuperabile spirito di sacrificio.
Centinaia di migliaia di compatrioti compirono missioni internazionaliste in molti paesi del Terzo Mondo, in special modo in Africa, come personale tecnico e soprattutto come combattenti contro il colonialismo e contro l’apartheid, razzista e fascista.
Vi domanderete perché elenco questi fatti.
Primo: Perché mi chiedo se sarà questo il motivo per cui ci vogliono condannare tutti gli anni a Ginevra.
Secondo: Se sarà questo il motivo per cui ci incalzano, ci bloccano e ci fanno una guerra economica che dura ormai da 42 anni.
Terzo: Se sarà questo il motivo per cui si vuol distruggere la Rivoluzione Cubana.
Debbo aggiungere altro: in 42 anni di rivoluzione, non si è mai lanciato a Cuba un gas lacrimogeno contro il popolo, né si è mai visto lo spettacolo di poliziotti con scafandri, a cavallo, o in autoblindi antisommossa, reprimendo il popolo, il che è molto frequente in Europa e negli Stati Uniti. Nel nostro paese non è mai esistito uno Squadrone della Morte, non c’è stato un solo caso di desaparecidos, nemmeno un assassinio politico, né un solo torturato, nonostante le migliaia di infami calunnie divulgate da un impero frustrato e senza scrupoli, che desidera spazzare dalla faccia della Terra l’immagine e l’esempio di Cuba.
Che si percorra il paese in lungo ed in largo, che si domandi al popolo, che si trovi una sola prova, che qualcuno dimostri che il Governo Rivoluzionario abbia ordinato o tollerato un fatto di questa natura, e allora io non tornerò più ad occupare una tribuna pubblica.
Ben sciocchi sono coloro che credono che questo popolo si possa governare con la forza o in un altro modo che non sia il consenso che emana dall’opera realizzata, dall’elevata cultura politica dei nostri cittadini e dall’ invidiabile rapporto tra la Direzione e le masse popolari. Nelle elezioni del Potere Popolare partecipano, in forma cosciente e entusiasta, più del 95 per cento degli elettori.
Ben diverse sono l’etica e la politica dell’imperialismo.
Quando i cubani lottavano nel sud dell’Angola e nell’anno 1988 si sferrava la battaglia decisiva di Cuito Cuanavale contro le truppe sud africane, e nel sud ovest di questo paese 40 mila soldati cubani e 30 mila angolani avanzavano verso le frontiere della Namibia, i razzisti avevano sette armi nucleari simili a quelle che furono lanciate su Hiroshima e Nagasaki. La NATO lo sapeva, gli Stati Uniti lo sapevano, e non dissero una sola parola nella speranza che fossero lanciate contro le forze cubano angolane.
Durante i 15 lunghi anni che restammo nell’Africa Australe, montando la guardia contro le forze dell’apartheid o lottando contro esse, i principali paesi capitalisti avevano importanti investimenti ed interscambiavano migliaia di milioni di dollari ogni anno commerciando con il regime razzista. Gli investimenti degli Stati Uniti in Sud Africa, in quei giorni, raggiungevano la cifra di tre miliardi di dollari; il loro commercio annuale, si aggirava sui 6 miliardi di dollari; e i crediti bancari concessi a quel paese, raggiungevano la cifra di altri tre miliardi di dollari.
E’ ben noto che gli Stati Uniti furono alleati militari del Sud Africa, -possiamo forse dimenticarlo?- e somministravano, attraverso questo paese, all’UNITA elevate somme di denaro in armamenti, che includevano missili antiaerei e milioni di mine antiuomo, che vennero sparse in tutte le parti del territorio angolano. Questa organizzazione distruggeva interi villaggi ed uccise migliaia di civili, donne e bambini compresi. Non ho esagerato in niente.
Conclusa con onore la missione internazionalista, dopo aver raggiunto un accordo che diede luogo all’applicazione della Risoluzione n. 435 dell’ONU ed all’indipendenza della Namibia, attenendosi rigorosamente agli impegni contratti dai paesi partecipanti, le nostre forze si ritirarono, portando con sé soltanto le spoglie dei compagni caduti, non avevano lì un solo metro quadro di terra - come dissi alcuni giorni fa - nemmeno una vite di una fabbrica. Nessun paese di Occidente aveva versato lì una sola goccia di sangue. Soltanto uno, piccolo e distante 10 mila chilometri dall’Africa, lo aveva fatto: Cuba (Applausi).
A tutto ciò che dissi all’inizio, sulla drammatica situazione economica e sociale dei popoli del Terzo Mondo, si aggiungono i passi arroganti della nuova amministrazione degli Stati Uniti nella sfera internazionale, che possono creare serie complicazioni in un momento in cui l’economia internazionale, ed in primo luogo l’economia nordamericana, corrono gravi rischi di ristagno, recessione ed incluso crisi, i cui effetti si cominciano già a sentire in tutte le parti, nel crollo del volume delle esportazioni, dei prezzi dei prodotti basilari, calo dei valori in borsa, grandi licenziamenti ed annunci di nuovi licenziamenti in ogni parte.
I fatti più gravi accaduti in poche settimane:
Primo: la decisione di creare uno scudo nucleare, che infrange unilateralmente gli impegni assunti in virtù dell’accordo ABM, ciò che condurrà inesorabilmente ad una corsa agli armamenti.
Secondo: la decisione di porre il veto al progetto di risoluzione che proponeva la fondazione di una forza osservatrice per la protezione del popolo palestinese (Applausi), che fu appoggiata da Cina, Russia e da altri 7 membri del Consiglio di Sicurezza, e con 4 astensioni, tra cui altri due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza.
Da maggio del 1990, gli Stati Uniti hanno posto il veto in 5 occasioni, 4 di queste nei confronti del conflitto palestino israeliano. L’ultimo veto degli Stati Uniti era stato il 21 marzo del 1997 - in appoggio agli interessi di Israele e a scapito dei palestinesi -, in una risoluzione che domandava ad Israele l’abbandono della costruzione di un insediamento di coloni a Gerusalemme Orientale.
Dall’anno 1972, gli Stati Uniti hanno posto il veto in 23 occasioni riguardo risoluzioni su iniziative per la soluzione del problema palestinese.
La complicata situazione del Medio Oriente si aggrava con l’ultimo veto degli Stati Uniti, quando un governo di estrema destra ha appena assunto il potere in Israele.
Terzo: la decisione, ugualmente unilaterale, di infrangere le obbligazioni assunte nella Terza Conferenza delle Parti nella Convenzione delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico, tenutasi a Kioto verso la fine del 1997, e nella quale 34 paesi industrializzati convennero la riduzione, di un 5,2 per cento, dell’emanazione di gas a effetto serra per l’anno 2012, qualcosa che l’umanità necessita disperatamente. Gli Stati Uniti si erano impegnati a ridurre di un 7 per cento i gas che provocano l’effetto serra. Fu un duro colpo per l’opinione pubblica mondiale ed in special modo per i paesi dell’Europa, che fecero i maggiori contributi a questo accordo per la riduzione di tali gas.
Quarto: dichiarazioni volgari ed umilianti nei confronti di Russia e Cina, utilizzando un linguaggio tipico da guerra fredda, espressione della mentalità, che risulta chiaramente evidente, di molti membri del gruppo che circonda e assiste l’attuale Presidente degli Stati Uniti.
Quinto: disprezzo palpabile, nei confronti dell’America Latina, nel proporre alla nuova amministrazione come Sottosegretario, un personaggio sordido, di mentalità fascista, noto per il suo coinvolgimento, insieme ad Oliver North, come consigliere speciale per la diplomazia pubblica del Segretario di Stato durante l’amministrazione Reagan, nello scandalo della vendita di armi per ottenere fondi con cui portare a termine la sporca guerra contro il governo sandinista in Nicaragua, una cosa che era, in quei momenti, proibita da accordi dello stesso Congresso degli Stati Uniti. Pubblicò documenti e dichiarazioni sottoscritti da lui utilizzando il nome di capi controrivoluzionari di Nicaragua - alcuni dei quali non sapevano né leggere né scrivere -; violò leggi e dimostrò totale mancanza di etica. Non pochi organi della stampa nordamericana hanno fatto dure critiche e molti governanti latino-americani non ne sono per niente felici.
In ogni modo, questi passi stanno delineando con assoluta chiarezza, le caratteristiche e la personalità del nuovo padrone del trono presidenziale degli Stati Uniti.
A Cuba niente sorprende, conoscendo gli stretti vincoli e compromessi del signor Bush con la Fondazione Cubana-Americana, una mafia terrorista –ripeto, mafia terrorista- che finanziò il collocamento di bombe in alberghi dell’Avana, varie delle quali scoppiarono, con il chiaro obiettivo di liquidare l’industria turistica a Cuba. Questa Fondazione organizzò l’attentato contro colui che vi sta parlando, al Vertice dell’Isola Margarita, i cui esecutori vennero catturati casualmente da un guardacoste nordamericano – forse pensando che trasportavano droga- mentre navigavano di fronte a Porto Rico diretti al loro obiettivo. Gli stessi rivelarono i loro propositi e chi organizzò il piano. Nonostante gli elementi di giudizio in possesso del Tribunale e le inconfutabili prove, furono assolti.
L’ultima grande vigliaccheria della Fondazione fu il tentativo di attentato contro la mia modesta persona, organizzato durante il Vertice Iberoamericano celebrato in Panama il passato mese di novembre, per il quale usarono il più noto terrorista dell’emisfero, autore dell’attentato che fece saltare in aria un aereo cubano in pieno volo il 6 ottobre 1976, nel quale morirono 73 persone, tra cui l’intera squadra giovanile di scherma, che viaggiavano dal Venezuela, dove avevano appena vinto tutte le medaglie d’oro. Questa volta, introdusse in Panama da El Salvador potenti esplosivi per farli detonare all’Università di Panama, dove mi dovevo riunire con migliaia di studenti. L’opportuna denuncia di tale piano diede luogo all’arresto del capo e di altri tre terroristi di origine cubana, con una sanguinosa storia al servizio degli organi speciali degli Stati Uniti, membri della mafia di Miami. Le autorità degli Stati Uniti ed il governo di quel paese conoscono con ogni precisione la verità di quanto sto affermando.
Già nel passato 3 gennaio, fu presentato dal Rappresentante Bob Barr al Comitato delle Relazioni Estere della Camera dei Rappresentanti, un Progetto di Legge il cui obiettivo è annullare un ordine esecutivo emesso dall’Amministrazione Ford il 18 febbraio 1976, riferito alle attività dei servizi segreti degli Stati Uniti all’estero. Nella stessa, nella sezione 5, comma g), si dice che nessun impiegato del governo degli Stati Uniti parteciperà o cospirerà per partecipare in assassinii politici.
Chi è Bob Barr? È un Rappresentante repubblicano dello Stato della Georgia. Lavorò con la CIA e nel 1986, fu nominato Procuratore statunitense per il distretto Nord della Georgia dal Presidente Reagan. È’ membro a vita dell’Associazione Nazionale del Rifle ed integrante della sua giunta di direttori. È stato insignito come Leader del Congresso dell’Anno dal Consiglio Statunitense di Sport di Tiro; nominato Legislatore dell’Anno per il Diritto alle Armi dalla Commissione dei Cittadini per il Diritto di Conservare e Portare Armi (le stesse di cui si servono i bambini che si uccidono gli uni agli altri nelle scuole, oltre a tutta la violenza che ricevono costantemente attraverso i mass media); inoltre, è stato dichiarato Legislatore Novello dell’Anno dalla Commissione di Azione Politica Conservatrice.
La mafia terrorista di Miami e l’estrema destra degli Stati Uniti stanno lavorando febbrilmente, elaborando piani, progetti di legge e misure aggressive contro Cuba. Tra questi progetti figurano, apertamente, le relazioni dirette con la cosiddetta opposizione e l’approvazione di somme milionarie per la sovversione e la destabilizzazione del nostro paese. Nessuno si illuda. Cuba applicherà le misure pertinenti di risposta.
Le sporche mani del governo degli Stati Uniti hanno fatto tutto il possibile per provocare, offuscare e perfino utilizzare questa Conferenza per i loro perfidi piani.
Le ambasciate degli Stati Uniti inviarono lettere ad un numero non precisato di parlamentari che partecipano alla stessa. Mani amiche le fecero arrivare alle nostre autorità.
Una di esse dice testualmente:
"La Sua visita a Cuba per la riunione dell’Unione Interparlamentaria (UIP), offre un’opportunità unica per dimostrare la Sua solidarietà con la democrazia e gli attivisti dei diritti umani di Cuba.
"Come Lei sa, il suo collega ceco, il parlamentare Ivan Pilip, fu arrestato e detenuto per tre settimane dalla polizia segreta cubana in febbraio, per il ‘delitto’ di riunirsi con attivisti democratici.
"Dopo l’intervento di Syg Johnsson (UIP) e del Presidente della Commissione dei Diritti Umani della UIP, Letelier, i cubani decisero di liberare Pilip e il suo collega Jan Bubenik.
"La UIP è, per tanto, direttamente coinvolta nella situazione dei diritti umani nell’Isola, e ha adesso l’opportunità di inviare un messaggio chiaro e di principi che rifletta l’appoggio che la UIP ed il Parlamento a cui Lei appartiene offrono ai diritti umani ed a Cuba, incontrandosi con gli attivisti.
"Durante il Vertice Iberoamericano del 1999, tenutosi all’Avana, vari dirigenti latinoamericani si comunicarono ugualmente con gli attivisti cubani. Questa attività inviò un chiaro segnale e servì per incoraggiare gli attivisti.
"Sappiamo che attivisti internazionalmente rispettati, di grande qualità, sono desiderosi di incontrare parlamentari stranieri per manifestare la loro opinione sulle prospettive di un’apertura democratica ed economica."
Un’altra lettera inviata dice, tra le altre cose,:
"Anche se molti avevano la speranza che la situazione dei diritti umani a Cuba sarebbe migliorata dopo la visita del Papa, nel gennaio del 1998, in realtà le cose sono peggiorate.
"Questo peggioramento si è aggravato negli ultimi sei mesi, centinaia di attivisti sono stati arrestati solo da dicembre."
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...ý"Centinaia sono ancora incarcerati, la maggioranza per attività innocue, come quella di distribuire copie della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
"Cuba recentemente cancellò la visita del Vice Ministro degli Affari Esteri della Germania, Volmer, perché osò di suggerire che si trattasse la questione dei diritti umani durante il suo viaggio.
"Cuba attaccò duramente l’Argentina, in febbraio, dopoché un giornale di questo paese affermasse che l’Argentina appoggerebbe una risoluzione della Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite (UNCHR) su Cuba.
"All’inizio di quest’anno, un membro del Parlamento ceco, Ivan Pilip, e l’ex membro del Parlamento, Jan Bubenik, furono detenuti per più di tre settimane, in gennaio, semplicemente per il fatto di riunirsi con attivisti cubani e giornalisti indipendenti.
"Nessun congressista statunitense ha partecipato ad una riunione della UIP nel lasso di dieci anni.
"Nel 1998, il Congresso degli Stati Uniti decise che non sarebbe più stato membro della UIP a meno che si riducesse il contributo degli Stati Uniti a questa Organizzazione.
"Il contributo non si fu ridotto, e così, in ottobre del 2000, il Segretario Generale della UIP fu informato ufficialmente dell’intenzione degli Stati Uniti di ritirarsi dalla UIP, il che venne fatto d’immediato,"
Nessuno, leggendo questi documenti, può aver dubbi su chi cospira, su chi organizza, su chi mente, su chi intriga, su chi paga, su chi ordina. (Applausi).
Non bisogna fare uno sforzo speciale per comprendere fino a che punto la prepotenza, la frustrazione e gli interminabili insuccessi, portano gli Stati Uniti a non rispettare le istituzioni, alla provocazione ed alla ingerenza nelle organizzazioni internazionali e negli affari interni di qualunque paese.
Da quattro decenni reclutano mercenari. Oggi il nostro popolo è più unito e la Rivoluzione è più forte che mai. Contro di essa si infrangerannno tutte le congiure, piani, cospirazioni e crimini che commettano contro la nostra Patria. Smaschereremo le loro manovre, denunceremo la loro perfidia e le loro menzogne. Non vacilleremo nemmeno nell’accusare e nello smascherare i loro complici. Nessuno sfuggirà alla critica più giusta e demolitrice, per quanto eminente possa essere; nessun interesse economico o minaccia di rappresaglia farà diminuire la dignità ed il coraggio del nostro popolo. Perciò non vacilleremo nell’affermare che è ripugnantemente cinica la condotta di coloro che seguono o fanno uso dell’ ingenua e ridicola manovra di utilizzare come specchio per allodole la condanna al blocco, con il proposito ipocrita di compensare l’infamia di accusare Cuba per supposte violazioni dei diritti umani.
Niente potrà mai giustificare la vigliaccheria e la menzogna.
Cuba disprezza coloro che così agiscono, e non ci interessano i voti contrari al blocco di quelli che, cinicamente, appoggiano gli argomenti con cui l’impero pretende giustificare i suoi crimini.
Niente e nessuno potè né potrà mai vincere la dignità, l’etica e l’eroismo di un popolo che ha già scritto una pagina incancellabile nella storia di quest’epoca (Applausi).
Ringrazio la nobile compagnia di tanti e così degni parlamentari che onorarono con la loro presenza e ci incoraggiarono con la loro solidarietà.
Vi chiedo scusa per il tempo impiegato.
Eternamente, grazie.
Auguro a questa eccellente Conferenza tutto l’esito che merita.
Hasta la victoria siempre!
Grazie mille!
(Ovazione)
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