Allocuzione Speciale del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri davanti ai dirigenti del Partito, dello Stato, del Governo e dell’Unione di Giovani Comunisti, rappresentanti delle organizzazioni di massa, ufficiali, combattenti delle Forze Armate e del Ministero degli Interni, parenti di vittime e vittime sopravvissute agli atti terroristi dell’impero nel nostro Paese. Palazzo dei Congressi, 15 aprile 2005, "Anno dell’Alternativa Bolivariana per le Americhe.
Abbiamo cantato l’inno, e siccome non possiamo dimenticare che oggi si commemora un anniversario di quel attacco sorpresa da parte di aerei del governo degli Stati Uniti mascherati con bandiere cubane, ci sembra opportuno evocare alcune immagini legate a quei fatti che indicano l’inizio dell’attacco mercenario imperialista a baia dei Porci; attacco di mercenari e dell’imperialismo, perché tutti e due erano nello stesso convoglio, diretti verso lo stesso luogo, in attesa della testa di sbarco che non durò nulla.
Per tale motivo ci siamo riuniti in questa sede. Ci saremmo stati comunque. In un modo o l’altro il popolo sarebbe andato a combattere e avrebbe sconfitto gli aggressori; ma una grande parte del nostro paese sarebbe stata distrutta e una gran parte della popolazione sarebbe stata uccisa in un combattimento come quello.
Ieri ho evocato i fatti accaduti nel Guatemala, che ha subito un’invasione mercenaria simile: 200 000 vittime e uno Stato – che ieri ho chiamato biscia-, gli ho dato questo nome: Stati biscia. Ce ne sono alcuni in quest’emisfero e anche in Europa.
Ricordiamo con rispetto e riconoscenza coloro che allora, ripresi subito dalla sorpresa, combatterono fino alla vittoria. Grazie a loro siamo oggi riuniti in questa sede (Applausi)
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Cari compatrioti,
Ieri parlavamo di una strana teoria, nata appena 48 ore fa, secondo cui la presenza di Posada Carriles negli Stati Uniti era un’invenzione dell’Intelligence cubana. Questo mi costringe a dimostrare cos’è successo veramente, come Posada Carriles è arrivato negli Stati Uniti e chi c’è l’ha portato, con assoluta certezza. Forse ci saranno ancora dei dettagli da precisare, ma, in sostanza, ecco com’è avvenuto il trasferimento di Posada Carriles dal carcere di Panama a Miami dopodiché saremo in grado di trarne le conclusioni e conoscere se l’Intelligence cubana aveva la possibilità d’inventare un tale percorso e realizzarlo.
Devo risalire alle prime ore del 26 agosto 2004, quando l’ex capo della polizia panamense, Carlos Suárez, si recò al carcere El Renacer per trasportare i terroristi condonati.
"Luis Posada Carriles, Pedro Remón Rodríguez, Guillermo Novo Sampoll e Gaspar Jiménez Escobedo andarono verso l’aeroporto di Tucumen, della capitale panamense, dove li aspettavano due aeri esecutivi inviati da Miami "dall’illustre signor Santiago Alvarez Fernández Magriña". Ieri ho promesso che vi avrei spiegato chi era.
"Nelle prime ore della mattina dello stesso giorno, i due aeri decollarono con i terroristi e i loro accompagnatori.
"Uno degli aerei, quello su cui c’era Posada nonché i terroristi residenti negli Stati Uniti Ernesto Abreu, Orlando González e Miguel Alvarez, volava in direzione all’aeroporto ‘Ramón Villeda Morales’ di San Pedro Sula, a Honduras, dove venne ricevuto da Rafael Hernández Nodarse, capo della struttura terrorista anticubana residente nel suddetto paese e trafficante di armi di origine cubana, con residenza nella suddetta città". Cioè, il capo dell’ufficio di interessi di Posada Carriles a Honduras. Questo signore è là, tutti lo conoscono. Si sa tutto, ma si nasconde bene quanto si sa.
Posada entrò a San Pedro Sula con un passaporto statunitense a nome di Melvin Cloide Thompson". Sì, si era perso da quelle parti un passaporto, non so dove, non so se in Panama, ed è andato a finire nelle mani di Posada Carriles.
"I giornali di Honduras si fecero eco della presenza di Posada Carriles a San Pedro Sula e dell’appoggio ricevuto da Rafael Hernández Nodarse.
"Dopo Posada si trasferì in altri paesi centroamericani con documenti falsi.
"I media terroristi di Miami parlarono allora degli ossessivi piani violenti di Posada contro il nostro Paese e della spinta che egli ne avrebbe dato al suo arrivo negli Stati Uniti. Ieri abbiamo letto la dichiarazione "dell’urbanista" sui piani di Posada Carriles da Miami, colui che all’aepoca disse che non era mica così brutto il fatto di fare esplodere bombe negli alberghi.
A metà marzo, è stata pubblicata una notizia da un giornale dello stato messicano di Quintana Roo chiamato Que Quintana Roo se entere.
In data 14 marzo – un mese e un giorno fa – questo giornale pubblica:
"S’incaglia imbarcazione per la pesca di gamberi in scogliera di "El Farito" – lo scrivono anche in inglese – "Monday, March, 14, 2005, Carlos Gasca,del giornale Que QuintanaRroo se entere".
E ancora un altro titolo, ecco la copia del giornale:
"A cura di Carlos Gasca" – ripete ancora - , "Que Quintana Roo se entere, Isla Mujeres, Quintana Roo" – perché Islas Mujeres appartiene a questo stato, si trova di fronte alla costa sud del Messico, una zona turistica. La data è 14 marzo, e si legge:
"Un’imbarcazione destinata alla pesca di gamberi proveniente dalla Florida che navigava in direzione a Isla Mujeres è stata incagliata sei ore vicino alla zona scogliera di ‘El Farito’. L’imbarcazione di bandiera statunitense non è entrata nel modo giusto al porto e si è incagliata nei bassi fondali.
"Dopo molti sforzi per tirare fuori la nave, ci sono riusciti, ma, allora, le Forze Armate hanno deciso di perquisire l’imbarcazione straniera" – la chiama così – "di nome ‘Santrina’ – la nave era tanto "santa" quanto quelli che c’erano dentro.
"Il problema è cominciato verso le ore 7:45, quando l’imbarcazione ‘Santrina’ si è incagliata nella baia malgrado l’aiuto di diverse imbarcazioni private.
"Sul posto si sono recati anche elementi della Settima Zona Navale e della Commissione Nazionale di Pesca (CONAPESCA) e dopo avere liberato l’imbarcazione, la stessa è stata scortata da loro fino al molo fiscale, dove cani specializzati nell’individuare la droga, e sommozzatori hanno proceduto a un’accurata ispezione.
"Finora s’ignora se ci sia stata una sanzione per il proprietario di questa imbarcazione, ma il capitano del porto ha dichiarato che l’imbarcazione deve restare in porto finché concludano le indagini.
"La ‘Santrina’ aveva un equipaggio di cinque persone, tra cui il capitano, José Pujol, che si è rifiutato di informare la stampa sul motivo della sua entrata in porto. Tuttavia, si sa che all’interno dell’imbarcazione c’era uno strano numero di contenitori d’ossigeno, un compressore e un martello idraulico.
Altro giornale di Quintana Roo di nome Por esto, due giorni dopo pubblicava:
"La ‘Santrina’, liberata dagli scogli nelle vicinanze della costa, ha subito l’ispezione di routine" –e poi in grossi caratteri: "La ‘Santrina’ continuerà viaggio verso Miami.
"Problemi di guida" –cioè, dell’equipaggio– "hanno provocato che la nave s’incagliasse, non ci sono stati danni né irregolarità nell’equipaggio, ha dichiarato il Capitano del porto"
"A cura di Yolanda Gutiérrez, Isla Mujeres, 14 marzo: Dopo le ispezioni di routine da parte delle autorità competenti senza sia stato trovato niente d’irregolare, l’imbarcazione per la pesca di gamberi ‘Santrina’, incagliatasi mentre entrava al porto di Islas Mujeres, partirà per Miami questo mercoledì, dopo l’approvvigionamento di carburante, generi alimentari e acqua per la traversata.
"Secondo Angel Gabriel Vallejos Sánchez, incaricato delle pratiche di Capitaneria in assenza del titolare, l’imbarcazione aveva avuto problemi di conduzione e per tale motivo si è incagliata nelle vicinanze della costa, ma, per fortuna in un’area senza scogli, quindi non c’è stato alcun danno ecologico.
"Aggiunge che, essendo il ‘Santrina’ ormai nel molo, sono arrivate le solite autorità che intervengono quando un’imbarcazione di bandiera straniera entra in porto, l’Armata del Messico è stata la prima in presentarsi, con i cani addestrati per individuare la presenza di droga e arme, dopo l’ispezione nulla è stato trovato.
"Hanno ispezionato le autorità d’Emigrazione, Sanità internazionale, Sagarpa e, finalmente, la Capitaneria di porto, la cui funzione dopo il coordinamento delle operazioni di riscatto, si è limitato a stendere il verbale sull’incidente.
"In risposta a una domanda espressa, Vallejos Sánchez ha assicurato che non ci sarebbe alcuna sanzione per il capitano della ‘Santrina’, José Pujol, giacché era solo un incidente che non meritava castigo.
"Sia l’imbarcazione sia l’equipaggio hanno tutti i documenti in regola e finora non abbiamo rapporti delle autorità intervenute nell’ispezione.
"L’incaricato delle pratiche ha aggiunto che l’imbarcazione era partita dalle Bahamas con destinazione Miami, dove secondo José Pujol si sarebbero fatti sulla ‘Santrina’ gli interventi e le modifiche pertinenti per trasformarla in imbarcazione scuola."
Ora comincio a parlare dell’urbanista.
Chi è il proprietario di quest’imbarcazione di nome Santrina?, l’urbanista Santiago Alvarez Fernández Magriña, il rappresentante, colui che ha parlato ieri, colui che nominava l’avvocato – Soto, credo sia il cognome dell’avvocato – come unico rappresentante, e lui, l’amico, il procuratore di Posada.
"La ‘Santrina’ era stata acquistata sotto la copertura della Fondazione di Protezione Ecologica Marittima ‘Caribe Dive&Research Fundation, Inc’. In linea di massima, le fondazioni si costituiscono per obiettivi "nobili", come ad esempio, la Fondazione Nazionale Cubano Americana (Risate), capite? Tutto è fondazione, anche una fondazione per acquistare la proprietà di questa imbarcazione di gamberetti. Essa è stata utilizzata per portare avanti azioni terroriste contro Cuba. L’abbiamo detto al governo, vediamo se riesce a catturarla, perché si tratta, inoltre, di un’imbarcazione terrorista.
"Per caso, il presidente di questa fondazione" – il presidente -, "è il terrorista Ernesto Abreu, uno di quelli che si recò in Panama per prendere Posada" – nel piccolo aereo - , " e il tesoriere" – della fondazione – "è Santiago Alvarez", l’urbanista, anche lui, colui che paga tutto, secondo dicono, è andato a prendere il prospero e abbiente uomo d’affari.
"Sul giornale locale messicano ‘Por esto’ in data 16 marzo, si legge la ‘Santrina’ dell’ex agente CIA" – dell’ex agente CIA – "José Pujol, conosciuto come ‘Pepín’, e a bordo si trovava Santiago Alvarez, tutto quanto appare su una foto pubblicata dallo stesso giornale assieme all’articolo intitolato ‘La Santrina continuerà verso Miami"
(Mostra la foto e legge : "Capitano e marinaio dell’imbarcazione ‘Santrina’ che s’incagliò nella baia Islas Mujeres, continuerà verso Miami. Foto Mario Alonzo)
Ecco le foto, esse sono sul giornale. In quell’altra "Gabriel Vallejos Sánchez, incaricato delle pratiche della Capitaneria di porto" (Mostra le foto)
Dopo comincia il fumetto. Tutto ha luogo il 16, e viene pubblicato.
"Il 31 marzo il giornale ‘El Nuevo Herald’ pubblicò un articolo intitolato: ‘Ritengono possibile che gli Stati Uniti accolga Posada Carriles’, dove si fa riferimento al fatto che il terrorista potrebbe assicurare il suo soggiorno legale negli Stati Uniti in attenzione ai servizi prestati all’Esercito nordamericano" – sì, l’ha diplomato come "cacciatore", come si è detto – "durante la Guerra nel Vietnam" – sì, durante la guerra, ma non consta in parte alcuna che il signor Posada Carriles fosse stato nel Vietnam -, "anche il suo passato, legato al terrorismo avrebbe posto un dilemma alle autorità di quel paese." Ecco quello che pubblica il "Nuevo Herald (Nuovo Herald) e non il vecchio Herald, ma il nuovo, il più adatto e sincronizzato con la mafia.
"Il giornalista citò dichiarazioni del terrorista Santiago Alvarez " – meglio, nella relazione dell’urbanista Santiago Alvarez, il prospero uomo d’affari -, "il quale affermò che l’avrebbe appoggiato nel facilitargli la rappresentanza legale di cui avrebbe bisogno.
"Il giornale sottolineò che secondo testimonianze di fonti vicine al processo, Posada era arrivato a Miami da una settimana per via marittima, il ché coincide con l’entrata del ‘Santrina’ in quella città." Non so se avrebbe portato un elicottero o un portaelicotteri e l’uomo è stato uscito, messo, sbarcato; ma mi sembra che questi dati sono interessanti.
"Secondo i suoi amici, Posada verrà presentato pubblicamente come anziano malato dove convergono diverse patologie, quello allo scopo che venga accettato legalmente negli Stati Uniti come caso umanitario. Interamente falso poiché dal Panama esce in perfetta salute, anche se i satelliti della Moscoso cercarono vanamente di fabbricargli una storia simile."
Peccato che non ho qui... Carlitos, l’altro giorno c’era uno dei fogli dove figuravano tutti gli organismi creati dal governo degli Stati Uniti, dopo l’attentato, perché non si sa le centinaia di migliaia che costa quanto creato da loro, e, infatti, noi possiamo dare informazione gratis, logica ed elementare. A noi ci ha costato alcuni piccole carte, leggere alcuni giornali.
"Principali misure adottate negli Stati Uniti dopo l’11 settembre"
"Nell’ottobre 2001 venne adottata la cosiddetta Legge Patriota, che allarga le capacità operative degli organi della sicurezza negli Stati Uniti per svolgere opere di spionaggio. Stabilisce definizioni più ampie sul concetto di terrorismo e aumenta le sanzioni legali contro soggetti e organizzazioni collegati ad attività di questo genere.
"Fu creato il Dipartimento di Sicurezza Interna, l‘agenzia federale più grande della storia del paese, con un organico di 180 000 impiegati e composta da 22 entità, compresa la Dogana, Immigrazione e Guardacoste, con la missione di proteggere il territorio nordamericano e che nel 2005 l’e stato stanziato un preventivo di 30 miliardi di dollari" – al di là degli altri, di quelli delle singole istituzioni che ne fanno parte; 22 entità, come ho detto, fanno parte di questo Dipartimento di Sicurezza interna.
"Si adottarono misure orientate a rafforzare e ad allargare le attribuzioni dei diversi organi di sicurezza come il FBI e la CIA, e i rapporti e coordinazioni tra essi e gli organi locali, l’applicazione di nuove tecnologie di comunicazione e lo stabilimento di banca data integrate sui sospetti di terrorismo e le loro capacità di contatti." Guardate quanto gli è stato dato, tecnologie di comunicazione e tutto quanto.
"Nel FBI diedero la priorità alle attività antiterroriste e progressi notevoli ebbero luogo nell’ammodernamento dell’infrastruttura tecnologica. Tutti gli uffici territoriali furono collegati tramite una rete computerizzata. Fu creato la carica di direttore d’Intelligenza Nazionale, con poteri sul preventivo e la supervisione delle 15 agenzie d’Intelligenza e la loro piena integrazione. Per questa carica fu nominato John Dimitri Negroponte, conosciuto per il suo rapporto con la guerra sporca e gli scandali politici come quello dell’Iran-Gate.
"Una nuova strategia nazionale di contraintelligenza, adottata nel marzo dell’anno in corso, che comprende attività offensive e difensive sia sul territorio nazionale che all’estero" – bisogna stare attenti, figuratevi, "attività offensive e difensive" – "per la protezione contro le minacce tradizionali di emergenza provenienti da servizi d’intelligenza stranieri.
"Si costituì il Centro d’Integrazione di Minacce Terroriste per esaminare l’informazione a esse legate e il Centro di Filtrato Terrorista – hanno perfino il filtrato terrorista – "per consolidare e unificare le diverse liste di persone sorvegliate.
"Nell’ambito diplomatico, nella cosiddetta lotta contro il terrorismo, si sono conclusi accordi per incrementare la collaborazione dei servizi d’Intelligenza di paesi terzi con gli Stati Uniti, la designazione di terroristi e il blocco dei loro fondi.
"Fu creato, inoltre, un nuovo comando militare, il Comando Nord, incaricato espressamente della difesa integrata del territorio nordamericano.
"Fu rafforzata la sicurezza del trasporto aereo aumento il controllo delle valigie, addestramento i pilota per portare armi e l’uso di attrezzatura per il rilevamento di esplosivi e la sistemazione di guardie sui voli", sistemare guardie sui voli.
"Furono centralizzate le ispezioni portuali in un unico corpo rafforzato, quello di Dogana e Protezione di Frontiera, e furono stabiliti nuovi procedure di entrate e sistema di controlli con l’uso di tecnologia biometrica e di impronte digitali ad alta precisione nelle dogane e punti di entrata, oltre a diventare più stretti i controlli di stranieri nel paese.
"Adozione di nuove misure di sicurezza di carico portuale tramite l’acquisto di nuove risorse, il rafforzamento del servizio di guardacoste e lo stabilimento della cosiddetta Iniziativa di Sicurezza di Carico in Contenitori; incremento delle capacità e delle strategie di biodifesa per rilevare e fare fronte alla minaccia del cosiddetto bioterrorismo e degli attacchi chimici, radiologici e nucleari.
"Messa a punto di un’iniziativa per proteggere la cosiddetta infrastruttura critica contro la minaccia di terrorismo, compresi gli impianti chimici nucleari e altri eventuali obiettivi."
Tutto questo è stato creato, 180 000 impiegati e 30 miliardi di dollari, 22 entità, 15 agenzie e tutta la tecnologia di punta. Se tutto questo non ha potuto impedire l’entrata del terrorista più antico, il più addestrato e forze il meno spregiudicato negli Stati Uniti senza che qualcuno lo sapesse, sarà possibile che il Presidente degli Stati Uniti non ne fosse al corrente, o quanto meno non lo chiedesse quando qualcuno gli dicesse che si parlava dell’arrivo di Posada Carriles, una cosa che danneggia tremendamente il prestigio degli Stati Uniti, l’onore degli Stati Uniti, la morale del popolo nordamericano? E’ possibile che non lo sapesse?
Ma anche nel caso che non fosse al corrente, se qualcuno partisse da questa teoria, per le sue numerose occupazioni, ecc, lo spostamento a Roma, il suo dolore davanti alla morte del Papa Giovanni Paolo II, allora a cosa serve un presidente negli Stati Uniti e a cosa serve quel colossale macchinario, il più gigantesco e favoloso creatosi nella storia per proteggere una nazione contro il terrorismo?
Aggiungiamo a questo il personaggio, l’urbanista.
"L’urbanista Santiago Alvarez Fernández Magriña" – quello che è a Miami e parla tutti i giorni; se questo enorme macchinario di sicurezza, se questo Dipartimento di Sicurezza Interna vuole sapere chi l’ha portato, eccolo là, andate se volete e parlate con le persone, guardate la foto, cercate a Pujol e chiedetegli, raccolgano tutti i dati, che manovra hanno fatto, perché non ci sono dubbi che l’ingresso del signore a quel paese è legato a questa operazione, a quest’imbarcazione. Loro devono sapere, o dovrebbero sapere, basta chiedergli, è molto facile, cosa faceva questo signore in quest’imbarcazione? Inoltre, quello strano itinerario, è uscita da Bahamas e andava verso Miami; perché mi sembra che Bahamas si trova a questo punto, l’abbiamo esaminato venti volte.
Ricordo che quando hanno dirottato quel aereo nell’isola della Gioventù, eravamo attenti al quantitativo di carburante con cui contava, ché situazione aveva quel aereo. Se andava verso Bahamas, se arrivava o meno, dove arrivava per primo, tutte le distanze. Bahamas si trova da questa parte, più o meno a nord di Villa Clara, Camaguey, anche se alcune delle isole si trovano più lontane. Islas Mujeres si trova a questo punto, neanche al Golfo del Messico, si trova a sud del Canale di Yucatàn, della linea tracciata da Pinar del Río alla penisola di Yucatán.
Sono andato una volta a Isla Mujeres – su invito del fu López Portillo, allora presidente del Messico – ad un incontro. Cuba era Presidente dei Non Allineati, era elementare che invitassero Cuba; ma, come di solito, le pressioni yankee, cose tremende.
I rapporti furono buoni, ed erano in un dilemma perché colui che era alla presidenza disse che se io andavo lui non sarebbe andato, e, allora, si rovinava la festa, perché se lui non andava – ed era il Presidente degli Stati Uniti – all’incontro, la festa si rovina. Io era Presidente non solo di questa nazione ma anche Presidente del Movimento di Paesi Non Allineati.
Nel nostro paese ebbe luogo il vertice nel 1979 – e quanto racconto ebbe luogo nel 1980 – e lui ci chiese – infatti non ha fatto una bricconata -, da amico, di fare qualcosa, di capire, che non era opportuno per il Messico fare quel incontro, di cui era sede e che poi si rovinasse. Era in un dilemma morale; ma da amico ci chiese di prendere conto della situazione, di capire, e m’invitai a Isla Mujeres per parlarci. Ho fatto un tuffo, sono passionato dell’immersione subacquea. Perfino un pescetto ci ho presso. (Risate)
Sì, sono andato, suo figlio mi ha tenuto compagnia; anch’io ho passeggiato in barca da quella parte. Dei sassi, delle correnti, c’è molta corrente; acque molto trasparenti, molto trasparenti, quelle che ho visto da quella parte, ottimo. Non mi fa male assolutamente di fare la pubblicità a quelle acque. Non soffro né l’egoismo né lo sciovinismo né ho paura della concorrenza turistica né cose delle genere. Ottimo posto, ottimo dal punto di vista archeologico, lo consiglio.
Ci sono molti alberghi ed edificazioni; ma coloro che ci vanno, centinaia di migliaia, sono crociere turistiche, che hanno tutto il conforto all’interno, camere, ristorante, divertimento, tutto, e stanno sfondando l’economia dei paesi dei Caraibi, che sono anche colpiti, oltre agli uragani e le siccità, dalle misure come quelle adottate dall’Europa, che gli ha tolto la preferenza delle loro produzione di banana, a causa delle pressioni degli Stati Uniti che proteggeva e salvaguardava i loro grosse multinazionali che hanno sviluppato grosse piantagioni in territorio continentale e non vogliono sapere nulla della microconcorrenza – se si può chiamare così – che gli oppongono i paesi dei Caraibi come la Giamaica e altri, per cui il banano era una delle loro produzioni fondamentali. Gli hanno tolto tutto questo.
Ma, inoltre, avevano anche la preferenza dello zucchero, nella produzione dello zucchero; altri producevano lo zucchero, e di recente, hanno tolto anche ai Caraibi le sue preferenze.
Resta a quelle isole, fondamentalmente, e ho appena incontrato per ore il Primo Ministro di Antigua e Barbuda, e altri, quello di Dominicana – che avete letto sui giornali che sono venuti al nostro paese e che abbiamo parlato a lungo -, e spiegano la tragedia che subiscono come risultato delle crociere. E gli ho detto: "Guardi, noi abbiamo conosciuto alcune crociere quando erano linee europee, ormai tutte quelle linee appartengono a imprese degli Stati Uniti, sono sempre più grosse, 2 000, 3 000, in modo che gli alberghi sono in eccesso, lasciano le immondizie da quelle parti, spendono alcuni dollari in souvenir, non si alloggiano in nessun albergo, non danno lavoro alla forza che ci vive del turismo. Tutto è sulle navi, è un disastro" Gli dissi: "Certamente le crociere non ci torneranno, Cuba non accetterà le crociere, e coloro che vogliano viaggiare, che lo facciano in quello che vogliano, ma per le crociere non ci sarà entrata." Le conosciamo bene.
Gliel’ho detto, ho costatato in loro un sentimento crescente di rifiuto, perché, anche, credo che pagano quattro o cinque dollari il turista, e, certamente, i Caraibi – compresa Cuba, ma loro ancora più bisognosi di noi - ha grosse possibilità nel turismo.
Gli hanno tolto il banano, gli hanno tolto lo zucchero, e adesso il colpo finale con le crociere; piccoli paesi, che a volte non hanno un aeroporto, o dove non ci sono linee aeree, non ci sono navi. Sono paesi che hanno avuto problemi e che abbiamo appoggiato.
Sono doveroso di spiegare questo perché là si trova l’isola che frequentano. E aperta e sono centinaia di migliaia coloro che viaggiano nelle crociere a quelle isole, l’affonderanno.
Conosco il posto, e non è accanto a Miami, è accanto a Belice e a Quintana Roo. Sarebbe utile una mappa, guardate in una piccola mappa dove si trova e guardate la strana crociera del capitano Pujol: partì da Bahamas verso Miami. E se Bahamas è qui, partì da Bahamas verso Miami, ma ha fatto questo giro: passó dallo stretto di Florida, passò per lo stretto di Yucatan in direzione alle coste dell’America Centrale. Ecco l’itinerario quando s’incagliò in Isla Mujeres.
Non c’è bisogno di spendere 30 miliardi di dollari per sapere che quest’imbarcazione, il suo capitano e il suo padrone erano in una strana missione, c’era qualcosa d’illegale.
Questo signore – nato a Matanzas nel 194- "è appaltatore di professione e proprietario della compagnia edile CGC, con sede a Miami, dove risiede. Ha conoscenze navali e militari."
Non so quali, ma è quello che appare sulla scheda, forse più avanti mi interesserò per le sue conoscenze navali, se studiò in qualche accademia navale, ne dubito; questo è come l’altro, Militari?, quelle insegnate dalla CIA. Ci informeremo.
Ecco la sua storia, è nato nel 1941, non so quando ha studiato.
Guardate, doveva avere 19 anni negli anni 60.
"Appartenne ai Comandi L nei primi anni 60" – le sue conoscenze non dovrebbero essere accademiche -, "epoca in cui ricevette addestramento militare nell’accampamento ‘Manuel Artime’ – era un accampamento di gusaneria (vermi) e di mercenari come quelli sbarcati a Baia dei Porci, quelli che abbiamo visto – " a quell’epoca. Suo padre era il padrone della nave ‘Alizan’ – ecco le conoscenze navali -, "impiegata come nave madre" – sì, avevano una conoscenza tremenda, navi madre erano quelle che utilizzavano per portare avanti gli attacchi pirati contro Cuba. Dalle cosiddette navi madri uscivano le imbarcazioni più piccole e veloci per attaccare le nostre coste – " in un’azione fatta a marzo 1963 per la suddetta organizzazione, contro la nave sovietica ‘Baku’. Nave che sicuramente avrebbe salpato da Cuba. Si recavano allo stretto, agli itinerari marittimi.
"Secondo Alvarez negli anni 60 partecipò in operazioni violente a sud della zona compresa tra Cienfuegos e Trinidad" – ecco la base delle sue conoscenze marittime.
"Partecipò all’attacco di Boca de Sama il 12 ottobre 1971, occasione in cui uccisero due persone e ferirono di gravità una bambina che rimase colpita" – la compagna che parlava ieri, sognò di portare ai 15 anni delle scarpe che non ha mai potuto usare, eccola qui, accanto al padre del giovane italiano assassinato (Applausi)
Guardate la storia del "prospero" uomo d’affari di cui ci hanno parlato ieri, "l’esperto in urbanesimo" e rappresentante di Posada Carriles negli Stati Uniti. Nessuno si spiega come quell’uomo può essere libero, e ormai i 180 000 impiegati, se lo vogliono sapere, e le 22 istituzioni e le 15 agenzie d’Intelligenza conoscono il ruolo che ha giocato. Fategli l’indagine!, i dati più precisi che gli possa dare, ché manovre hanno fatto o che altre cose.
Basta sapere se certamente l’uomo entrò dalla frontiera, che è quello che hanno detto o se l’hanno portato per mare. E’ molto facile di sapere, telefonategli e chiedetegli, cercate l’imbarcazione che dovrebbe essere in qualche molo. Le guardacoste dovrebbero saperlo molto bene, molto bene, dove si trova tale imbarcazione e che altre persone dovrebbero incontrare, e quando è arrivato, e quando è uscito, e come sono scesi.
Se volete sapere dove si trova Posada Carriles, chiedetelo a questo signore, che lo sa, e agli altri. Non gli dirò di chiederlo ad un avvocato che esercita la sua professione, è legale; l’altro introduce terroristi di contrabbando negli Stati Uniti, e là ci sono delle leggi adottate. Usiamo le leggi, le misure.
L’ho già letto. Tutti i reati sono definiti, coloro che abbiano contatti con terroristi, ma anche, l’hanno fatto di contrabbando. E il Presidente degli Stati Uniti dovrebbe pensare al suo amore proprio, al suo orgoglio proprio, se gli hanno chiesto autorizzazione o meno per portare questo complicatissimo personaggio, la cui presenza là – ripeto – costituisce una vergogna e potrebbe fare nascere seri problemi e crisi.
Tutto questo è peggio di quanto accaduto con gli idraulici a Watergate, è molto più grave. Un paese in guerra, un paese i cui soldati combattono nell’Afganistan e nell’Iraq, in una lotta, secondo loro, contro il terrorismo. C’è una guerra, ci sono dei morti, molti morti
Quanti sarebbero morti in Iraq e l’Afganistan? In Iraq, sicuramente, decine, centinaia di migliaia, tutti i giorni muoiono come conseguenza di questa guerra contro il terrorismo. Come può qualcuno attribuirsi il diritto di portare un soggetto come questo negli Stati Uniti?. E’ un fatto molto grave, nessuno può negarlo, e questo dovrebbe ferire l’onore e la sensibilità dei cittadini nordamericani.
Se volete sapere, se volete uscire dal mistero, la stessa stampa, se vuole ricercare, ecco i dati. Che cerchino l’imbarcazione prima che venga affondata, prima che venga nascosta. Che i reporter e la TV si rechino sul posto e cerchino l’imbarcazione.
Se volete vi do ancora una volta il dato.
Si chiama Santrina. Faccio lo spelling S, a, n, t, r, i, n, a. Non dirò come dicono: S di Santiago, a di Argentina, n di nazione, t di terroristi, r di rati, i d’ignoranti, n di negativa e a di animali (Risate e applausi) Andate e cercatelo in fretta prima che venga pitturato di un altro colore.
Allora, proseguo con la storia dell’urbanista. E’ difficile, non? Trentaquattro anni si compieranno a ottobre, quando altro barbaro criminale attaccò il porto di Sama, uccise cittadini e diede luogo a questa storia di quella giovane che commosse il paese, e che venne fuori durante il processo. Ovviamente non debbono dimenticarsi di quanto ci debbono. Non se ne è parlato; ma si loro ai terroristi che hanno attaccato continuamente il nostro paese danno decine di milioni, denaro espropriato al nostro popolo, denaro accumulato per anni, per i servizi telefonici che prestiamo, e glielo danno ai terroristi, anche il nostro popolo deve reclamare e sono decine di migliaia, centinaia di miliardi. Sì, misurandolo con la stessa regola – che loro hanno inventato, come risultato di un incidente che provocò la morte dei pilota. Incidente provocato da loro e avvertito decine di volte da noi. Allora, sequestrarono il nostro denaro e glielo consegnarono. Ecco come loro combattono il terrorismo.
Sia molto chiaro per il mondo chi è questo urbanista e procuratore di Posada Carriles. E che audacia, che coraggio: "Bene, sistemare bombe in alberghi non è cattivo", ecco quello che ha dichiarato alla TV nordamericana. Cercatelo là. O lo proteggono, o non vogliono toccarlo neanche con il petalo di una rosa.
Proseguo con la storia del tizio.
"Negli anni 90 riprende la sua attività terrorista in modo aggressivo. Epoca in cui conobbe il capo controrivoluzionario Nelsy Ignacio Castro Matos del Partito del Popolo, con il quale partecipò nei piani contro Cuba.
"Santiago Alvares era uno degli accompagnatori di Luis Posada Carriles e degli altri tre terroristi cubano-nordamericani nell’esecuzione del piano di attentato contro il Presidente cubano, durante il X Vertice Ispano-americano nel novembre 2000 in Panama. Anche se finalmente non partecipò, fu strettamente legato alla preparazione di questa frustrata azione.
"Nel 2001, assieme a Castro Matos, preparò, realizzò e condusse un’infiltrazione armata a nord della provincia di Villa Clara" – in coordinazione con Posada Carriles, che era in prigione, in prigione in Panama, da dove coordinava con questi elementi atti terroristi contro Cuba -, "azione nella quale furono detenuti Máximo Praderas, Ihosvanny Suriz e Santiago Padrón, che intendevano sabotare obiettivi turistici tra cui il cabaret Tropicana. Alvarez fu uno di quelli che finanziò l’acquisto dell’armamento per quest’azione e violò le acque giurisdizionali cubane, portando nel suo motoscafo i tre terroristi, catturati il 26 aprile 2001. Un processo giudiziario fu avviato a Alvarez per questi fatti."
(Video)
Santiago: Pronto. Positivo
Ihosvanny: Seni, Santiago, sono io, Ihosvanny
Santiago: Ihosvanny!
Ihosvanny: Ciao!
Santiago: Cavolo! Come vanno le cose!
Ihosvanni: Questo, questo è in fiamme, brother!
Santiago: Sì?
Ihosvanny: Sì, non sai come è questo
Santiago: ... Ci hanno detto che c’era stata una sparatoria a Sagua la Grande
Ihosvanny: Non so, non so nulla, non sono al corrente
Santiago: Sì, hanno detto che tre uomini di Miami sono stati presi in una sparatoria a Sagua la Grande
Ihosvanny: No, non so nulla
Santiago: Hai potuto camminare?
Ihosvanny: Be’, sono... sono ancora nelle colline
Santiago: No, non dire dove sei
Ihosvanny: Come?
Santiago: Come?
Ihosvanny: Sono nelle colline
Santiago: Non dire dove sei
Ihosvanny: OK
Santiago: Come?
Ihosvanny: Sono ancorato
Santiago: Non, non, meglio ti metti sotto terra. Non avere fretta, non abbiamo fretta, ok
Ihosvanny: OK
Santiago: Ta famiglia si porta benissimo
Ihosvanny: Bene
Santiago: Molto bene, molto contenti di avere delle tue notizie; abbiamo risolto come concordato
Ihosvanny: Bene, e i bimbi
Santiago: Molto bene
Ihosvanny: OK
Santiago: Molto bene. Gli manchi ma sono bene, non farti pensieri
Ihosvanny: Senti
Santiago: Ricordati che questo è problema mio
Ihosvanny: Sì, sì, lo so. Senti, lasciami farti una domanda. Se dovesse andarmene, facciamo come avevi detto: vado verso la prima isola abitata di Bahamas...
Santiago: Giusto
Ihosvanny: E di là ti telefono
Santiago: Giusto. La cosa è tanto male?
Ihosvanny: Come?
Santiago: La cosa è tanto male?
Ihosvanny: Non, ma le strade sono piene di poliziotti e personale della Sicurezza dello Stato. Capisci? e non voglio rischiare spostandomi
Santiago: Non, non, resti calmo, resti calmo finché arrivi la calma, si direbbe che le persone di Sagua hanno rovinato la situazione
Ihosvanny: Come?
Santiago: Sembrerebbe che ci sono guai a Sagua e la sicurezza è in all’erta
Ihosvanny: OK
Santiago: Sembrerebbe che è questo il problema, sai?
Ihosvanny: pronto?
Santiago: Stai calmo, mettiti sotto terra per un po’, non spostarti, vedrai che tutto andrà in porto
Ihosvanny: OK
Santiago: Non avere fretta, non avere fretta che la calma in questo è indispensabile
Ihosvanny: OK
Lasciami farti una domanda. L’altro giorno, quando mi parlasti del Tropicana, vuoi che ci faccia qualcosa?
Santiago: Se vuoi farlo, meglio, per me è lo stesso. Ci si entra per la finestra con un paio di lattine ed è la fine di quello, ed è meno pericoloso
Ihosvanny: OK
Santiago: Capisci?
Ihosvanny: Sì, non, non, quello che mi preoccupa è, sai?, non mantenere il ... non perdere i contatto
Santiago: No, fai quello che ti sembri meglio e più sicuro, non rischiare se non è necessario e nei prossimi giorni non muoverti, rimane sotto un sasso. E gli altri due stanno bene?
Ihosvanny: Sì, gli altri due stanno bene
Santiago: OK, e tu resti calmi, rinchiuditi per una settimana, 10 giorni in più, mi sembra che c’è stato questo problema a Sagua, ecco quello che vi ha creato i guai. Ero preoccupato e, poco tempo fa guardavo il telefono, per vedere se mi telefonavi (lo dice ridendo)
Ihosvanny: Be’
Santiago: senti, smettila adesso, sai?
Ihosvanny: Ok, smetto
Santiago: Meglio di smettere in fretta
Ihosvanny: Ok, ti telefono alla prima occasione
Santiago: Ok, non avere fretta
Ihosvanny: OK, bene
Santiago: Ma mettiti sotto terra
Ihosvanny: Sì, sì, mi ancorerò adesso, tranquillo
Comandante: Guardate, peccato che non si sentiva bene quando hanno parlato delle due lattine, perché almeno da quanto vedevo da qui, è comparsa la lettere più... c’è il testo?, cercatelo perché figuri nel verbale (Risate). Sì, perché questo è una sorta di processo all’impero, capite? Ed ecco l’esperto in urbanesimo, che sistemi due lattine con esplosivi nel Tropicana, solo due lattine! Esperto in urbanesimo. Che studino la voce, loro hanno tutto, i 180 000 impiegati, i 30 miliardi, la tecnologia di punta. Che studino la voce, per vedere se non è la voce del signore, e quello che parlava è uno di quelli inviati.
Naturalmente, non era tanto bene come lui, perché era già detenuto, ma aveva la fortuna di essere a Cuba, e nella Rivoluzione Cubana dove non abbiamo mai torturato un uomo, mai! Ecco la fortuna. Se fosse stato un rivoluzionario tra le mani di essi; se fosse stato un iracheno tra le mani degli invasori; se fosse stato un prigioniere di Abu Ghraib, se fosse stato un prigioniere di Guantànamo... Ma guardate come si portava bene, così come quelli che hanno parlato ieri e che sono stati inviati da Posada Carriles, testimonianze, e migliaia come lui. Sì, perché abbiamo dovuto lottare duro, quasi mezzo secolo di lotta contro l’impero e le sue manovre, le sue aggressioni e le sue minacce, e abbiamo dovuto arrestare, sì. Ho già detto che solo a Baia dei Porci abbiamo catturato circa 1 500 prigionieri di un colpo. Lo dico per coloro che raccontano se abbiamo due, tre, quattro o 100 o 200, non importa quanti, non ci faranno né impaurire né discreditare con questo; ci mancherebbe, ci difenderemo rispettando le norme e l’etica di cui ho parlato ieri.
Ecco una prova chi dimostra chi sono quei signori.
Ci si entra con due lattine di esplosivi, cosa inviata dal carcere da Posada Carriles. Loro non portavano due lattine, portavano quaranta e tanti chili di TNT per fare altare il Paraninfo dell’Università. E guardate, "due lattine" niente di più, "ci si entra per una finestra e distruggono tutto, ed è meno rischioso".
Ecco l’esperto in urbanesimo, e possono aggiungere anche in urbanità.
Ci sono altre cose:
"Dall’arresto di Posada Carriles e i suoi complici in Panama per l’intento di attentato contro il Comandante in Capo, Alvarez lo visitò frequentemente in carcere e condusse, assieme ad altri controrivoluzionari residenti negli Stai Uniti il finanziamento dell’intero processo giudiziario che egli fronteggiarono. Coordinò dagli Stati Uniti l’operazione per fare uscire Posada Carriles e i suoi complici dal Panama, dopo essere stati condonati dal presidente panamense Mireya Moscono nell’agosto 2004."
Basta questo per sapere chi è veramente "l’urbanista". Parliamo un po’ dell’altro personaggio, il capitano della ‘Santrina’ José Pujols, ex agente della CIA
E’ il capitano della ‘Santrina’ di cui parla il giornale. L’imbarcazione appartiene alla struttura terrorista anticubana radicata a Miami, Alleanza Civico Militare Libertà, diretta dallo stesso Santiago Alvarez Fernández-Magriña.
"Arriva illegalmente negli Stati Uniti nei primi anni 60. Fu membro dei gruppi di missioni speciali della CIA. Successivamente fece parte dell’organizzazione Comandi L, dove conobbe Santiago Alvarez Fernández-Magriña, e partecipò nelle azioni terroriste contro Cuba e negli attacchi contro navi mercantili straniere che viaggiavano verso il nostro paese.
"Appartenne inoltre alle organizzazioni terroriste Alpha 66 e Ex Club
"Nel 2002 si legò al terrorista Santiago Alvarez Fernández-Magriña e da ottobre dello stesso anno divenne capitano dell’imbarcazione ‘Santrina’, utilizzata nella preparazione d’infiltrazioni armate contro il nostro paese."
Come vedete, questo signor Pujols, anche lui, ha un’abbondante traiettoria terrorista, che dovrebbe preoccupare le numerose agenzie di sicurezza del governo nordamericano.
Bene. Circa un’ora è passata e adesso dimostreremo che il governo degli Stati Uniti conosceva perbene la responsabilità di Posada Carriles e di Bosch, quello che è a Miami, relativamente all’aereo saltato in aria quando decollava da Barbados.
Ho altri materiali sui temi e commenti che sarebbero interessante farvi conoscere perché così vi faresti un’idea delle reazioni e dell’evoluzione dei fatti. Be’, ci sono cose da fare, ma la più importante in questo momento è questa. Sia ci incontriamo domani, non c’è problema – ricordate che ci sono sempre molte cose da fare – oppure lunedì, ma è indispensabile continuare, adesso non possiamo lasciare la pista.
Alcuni si preoccupano, vorrebbero sentire parlare su altri temi. Alcuni, molto pochi, conosciamo le reazioni della popolazione, gli stati di opinione, sono interessati ad altri temi. Ieri ho detto di non preoccuparsi, lavoriamo duro in un importante programma, non si perde un solo secondo e ci sono cose positive, naturalmente. Ma non bisogna andare in fretta, nulla sfuggirà, nulla verrà tralasciato nel programma che ci siamo fissati in questa sede dall’8 marzo, e bisogna continuare questa battaglia, bisogna continuare. E qualche giorno, se questo non ci prende molto tempo, ci fermiamo, comunichiamo l’andamento di quello che stiamo facendo, delle misure adottate e quelle che si adottano, e continuiamo, perché questa battaglia bisogna seguirla da vicino (Applausi).
Adesso, una cosa fondamentale che verrà spiegata da colui che vanta una lunga esperienza, colui che conosce i due aspetti e i dettagli di questi fatti, dal punto di vista legale, che gli ha denunciati, perché in virtù delle proprie funzioni dai primi anni della Rivoluzione è quello che ha più conoscenze per esporre quello che esporrà.
I governi precedenti degli Stati Uniti non avevano conosciuto una guerra contro il terrorismo, non avevano potuto vedere i frutti che crearono il terrorismo in quest’epoca; praticamente venne creata per combattere la Rivoluzione Cubana.
La scuola mondiale di terrorismo si trova negli Stati Uniti e i suoi atti di aggressione puntano contro Cuba. Loro hanno inventato i dirottamenti di aerei e siamo stati noi, un giorno, a risolvere definitivamente il problema quando inviamo di ritorno i due dirottatori in un aereo dirottato. Loro l’hanno inventato contro di noi e dirottarono molti aerei, e un giorno sono comparsi dei pazzi, persone impazzite che perfino con una bottiglia d’acqua dicevano che era benzina e dirottavano un aereo, e decine e decine di aerei furono dirottati.
Noi gli abbiamo aiutato a risolvere quel problema dei dirottamenti, perché, effettivamente, gli rinviamo un aereo. Successivamente non hanno lasciato neanche alle famiglie di mantenere il contatto, erano di quelli che loro accoglievano in virtù delle loro leggi di aggiustamento o meno, perché quella Legge di Aggiustamento è la legge dello sbilancio, veramente, e la legge degli sbilanciati, e uno di loro dirottò l’aereo.
Loro sono stati costretti di punire gli ultimi che dirottarono aerei, con pugnali e altro; non rinviarono nessuno, ma gli punirono. Inoltre, in modo sporco, hanno cercato di corrompere e di persuadere i passeggeri perché ci fermassero
Neanche una volta sono stati puliti. Neanche, per caso, un gesto di decenza, dove regna la volgarità, l’autosufficienza, lo spirito di supremazia, il disprezzo verso gli altri, che caratterizza gli imperialisti. Adesso impareranno cosa è un popolo quando c’è una vera Rivoluzione come quella che ha avuto luogo nel nostro paese.
Sì, continuamente vedete sottovalutazioni, bugie. Vediamo adesso, davanti all’opinione mondiale gli elementi di giudizio che dimostrano – e che constano, sono scritti, e anche le fonti – che i governi precedenti... E l’attuale deve sapere più di nessuno, perché ha l’obbligo numero uno, giacché muoiono nordamericani in un’ipotetica guerra contro il terrorismo.
Il compagno di cui parlavo è il compagno Alarcón, al quale cedo la parola.
Ricardo Alarcón: Compagne e compagni, vi presenterò alcuni documenti che dimostrano, in modo irrefutabile, quanto il compagno Fidel ha detto. Non si tratta di tutti i documenti, altre cose si potrebbero cercare. Nel processo che ebbe luogo nel Venezuela, ci sono una decina di fogli riferiti solo a questo, cioè, al collegamento che, parole dei due terroristi venezuelani, loro avevano con l’Agenzia Centrale d’Intelligenza.
Adesso vi presenterò alcuni documenti, nessuno di essi cubani, nessuno di essi del governo cubano; essi appartengono, soprattutto, al governo degli Stati Uniti d’ America, o ad altre autorità di altri Paesi.
Il 6 ottobre 1976, all’epoca ero ambasciatore di Cuba presso le Nazioni Unite, e, da New York, era anche ambasciatore di Trinidad e Tobago, e avevo anche alcune responsabilità nei confronti degli Stati dei Caraibi, con i quali avevamo stretto rapporti diplomatici poco prima.
Quindi partecipai agli incontri che si svolsero nella regione dei Caraibi, subito dopo il brutale atto terrorista contro un nostro aereo.
Vediamolo separatamente:
Da una parte, le due persone che scesero dall’aereo a Barbados, dopo avere sistemato gli ordigni esplosivi che fecero saltare in aria l’aereo, si fermarono per poche ore nel suddetto Paese, si recarono in albergo; si recarono, soprattutto, all’ambasciata degli Stati Uniti, e la stessa sera, tornarono a Porto Spagna, capitale di Trinidad.
Sospettati dalle autorità di Barbados, esse avvertirono i colleghi di Trinidad, quindi, furono arrestati immediatamente dalle autorità trinitarie.
Una commissione d’indagine fu messa a punto a Barbados allo scopo, tra l’altro, d’individuare la causa dell’esplosione dell’aereo durante il volo. Tecnicamente, c’era la possibilità di un incidente, di un difetto meccanico, tecnico, ecc. Ecco una delle cose da fare, secondo le procedure dell’Organizzazione di Aeronautica Civile Internazionale, e che le autorità di Barbados hanno fatto.
Non fecero solo questo – come vedrete di seguito -, anzi, fecero esami, raccolsero altre testimonianze e giudizi relativi al fatto, interamente sconosciuto per la società di Barbados.
Contemporaneamente, la polizia di Trinidad e Tobago, arrestò i due venezuelani mercenari, coloro che sistemarono la bomba, e al tempo stesso portava avanti la propria indagine.
La commissione d’indagine di Barbados invitò alcuni paesi ad esserci rappresentati. I nostri specialisti di Cubana de Aviación furono inviati in rappresentanza di Cuba, e ci fu anche la partecipazione di altri paesi dei Caraibi. Fu anche presente il Canada, paese di fabbricazione dell’aereo, e, quindi, disponeva degli specialisti in grado di determinare se era il caso di un errore, un difetto, ecc; gli Stati Uniti, dietro domanda, furono presenti nell’indagine, la prima che permette a loro di conoscere che alla base non c’era né un incidente né un difetto meccanico ma un atto terrorista. Prendetene nota, è molto importante.
Una missione nordamericana, capeggiata dal signor Willis, presse parte alle attività di quella commissione d’indagine, che ebbero luogo dal 28 ottobre fino al 3 dicembre 1976.
Ho solo le conclusioni del Capitolo VIII, della seconda parte della Relazione, stesa dalle autorità di Barbados.
Tra l’altro, le autorità di Barbados indicano che i loro colleghi trinitari gli avrebbero trasmesso l’informazione seguente: che uno dei venezuelani – identificato sul documento di Barbados come signor Lozano – avrebbe detto al capo della polizia di Trinidad e Tobago che anche lui faceva parte dell’Agenzia centrale d’intelligenza degli Stati Uniti, che il suo capo risiedeva a Caracas e che portava il nome di Luis Posada Carriles e che lui si era recato tre volte all’ambasciata degli Stati Uniti a Barbados, dopo l’esplosione dell’aereo, durante le scarse ore che si fermarono nel suddetto paese, quelle necessarie per fare due cose: andare all’ambasciata nordamericana, andare in albergo e telefonare a Caracas, una al telefono di Luis Posada Carriles e l’altra al signor Orlando Bosch Avila.
Nella relazione le autorità di Barbados allegano le ricevute, le note, i dati dell’albergo: numero di partenza e di destinazione, e corrisponde ai numeri di telefono di Posada e di Bosch a Caracas. Dopo di ché le autorità del Venezuela procedettero ad arrestare i due soggetti successivamente.
Tuttavia, loro sono andati tre volte all’ambasciata nordamericana, secondo la confessione di uno di loro a Porto Spagna; ma a Barbados, nell’indagine – le due isole portano avanti indagini contemporaneamente – ci sono le testimonianze di due autisti. Uno dell’aeroporto di Bridgetown e che ricorda quando i due soggetti hanno noleggiato la sua macchina per andare dall’aeroporto fino all’ambasciata degli Stati Uniti, senza passare per l’albergo; e l’altro, un autista dell’albergo Holiday Inn, disse di aver portato due volte gli stessi soggetti all’ambasciata degli Stati Uniti.
Ad un certo punto, e questo richiama l’attenzione del signor Firebrace, autista dell’aeroporto, facendo strada verso la città ascolta che uno di loro – persone che erano appena arrivate – addita un edificio del centro di Bridgetown, capitale di Barbados, che ospita una banca e l’ambasciata degli Stati Uniti, ma non tutti lo sanno. Conoscere dove si trova l’ambasciata degli Stati Uniti, per qualcuno che sta arrivando, arrivando ad un Paese, fa pensare alle seguenti domande, fatte dal governo di Barbados: Quando e in quali circostanze conobbero l’indirizzo di tale ambasciata? E le autorità di Barbados conclusero: "Secondo il nostro avviso, una valutazione globale delle prove ci consente di affermare che Lozano e Lugo si recarono all’ambasciata statunitense il 6 ottobre."
"Niente fu fatto per portare le prove in contrario e nessuna spiegazione fu data in merito alla suddetta visita", anche se c’era un rappresentante degli Stati Uniti, il signor Willis, il quale solo indicò che il nome fornito dai due terroristi, quello del signor McLeod, e che secondo loro era la persona che avrebbero incontrato all’ambasciata nordamericana, non rispondeva a nessuna persona dell’ambasciata e che quel giorno non aveva arrivato nessun nordamericano che portasse il suddetto nome.
Con tutta la saggezza dei Caraibi, vi leggerò la frase finale di questa relazione:
"Solo avremmo fatto l’osservazione, che se qualche transazione si faceva di nascosto, non ci saremmo stupiti che avessero portato un nome falso.
Ovviamente, chiunque ne avrebbe pensato.
Le autorità di Trinidad e Tobago, come vi dicevo, continuarono le loro indagini, tutte e due, Barbados e Trinidad, ebbero un’attitudine molto degna e onorevole. Sono due piccoli paesi consapevoli di trovarsi davanti ad un grosso problema: niente di più che l’Agenzia d’Intelligenza degli Stati Uniti e le sue pratiche terroriste. Nel caso di Barbados, un paese per cui il turismo è la base fondamentale, pensate alla tragedia che rappresentava per loro l’esplosione dell’aereo, che tutti videro dalle spiagge di Barbados!
Arrestati i due soggetti a Trinidad, gli altri due, i capi e gli autori intellettuali, a Caracas, il governo di Trinidad e Tobago convocò un incontro internazionale a Porto Spagna, al quale parteciparono tutti i paesi che, in un certo modo, eravamo colpiti dal fatto: cioè Guyana, perché tra le vittime ce n’erano alcun guyanesi; Venezuela perché tutti gli accusati erano sia dei venezuelani oppure risiedevano nel Venezuela, naturalmente era il paese dove fu organizzato l’attentato; Barbados perché l’incidente ebbe luogo nelle sue vicinanze, e Cuba.
Ci incontriamo a Porto Spagna, esaminiamo tutta la problematica, ci si parlò chiaramente. Non mi dimenticherò mai le espressioni dirette, chiare, nette delle autorità di quelle isole, che erano convinte dell’origine di quel fatto brutale, e conveniamo che il giudizio fosse nel Venezuela e che noi tutti avremmo cooperato perché le autorità venezuelane fecero giustizia. E così l’abbiamo fatto, i tribunali venezuelani ricevettero centinaia si no migliaia di pagine inviate da Cuba, da Barbados, da Trinidad, da Guyana, e potete domandare: "Gli Stati Uniti hanno fatto qualche cosa? No, questa volta non manifestarono alcun interesse nel partecipare a questo altro incontro né aderire quest’altra indagine.
Ormai sapeva quello che voleva sapere, che non si poteva confondere l’opinione pubblica con l’idea di presentarlo come un incidente; dall’inizio capirono che c’erano delle prove irrefutabili che dimostravano che era un atto terrorista, e da quel momento agirono come se loro non avessero niente a che fare in questo affare, come vedremo successivamente.
All’epoca, il presidente del Venezuela, il signor Carlos Andres Pérez, si recò alle Nazioni Unite nel novembre di quell’anno, prese la parola nel plenario dell’Assemblea Generale, e giova dire che condannò categoricamente questo fatto terrorista, e chiese l’aiuto della comunità internazionale. Chiese a tutti i paese, che, se avevano qualche informazione, qualche elemento di giudizio, di metterlo a disposizione del Venezuela per aiutare il processo legale. Ecco quanto detto nel plenario dell’Assemblea Generale; ma successivamente, in un incontro con la stampa nella sede delle Nazioni Unite, il signor Pérez disse, inoltre, questo:
"Non saprei affermare concretamente che ci sia un’eventuale responsabilità da parte di una agenzia del governo degli Stati Uniti in rapporto con il terrorismo cubano. Ma ritengo che il governo degli Stati Uniti è doveroso di chiarire i dubbi che si rispecchiano sulla stampa internazionale e quella nordamericana, sulla partecipazione di agenzie ufficiali in accordo con tali gruppi terroristi."
Ecco le parole di Carlos Andrés Pérez davanti alla stampa, a New York, nella sede delle Nazioni Uniti.
Guardate, compagni, come sottolineava Fidel ieri e avant’ieri, "allegato", ipotetico terrorista", o "ipotetici fatti".
Carlos Andrés Pérez, di cui non parlerò adesso, tutti quanti conoscono chi è e la sua regressione politica, lui parla nel novembre 1976, rileggerò:
"I dubbi che continuamente si rispecchiano sulla stampa internazionale e quella nordamericana sulla partecipazione di agenzie ufficiali in accordo con tali gruppi terroristi."
"Dove è la stampa nordamericana? Dove è la stampa internazionale? Si sono dimenticati che quello che Carlos Andrés evocava risponde al vero. E’ vero che in tutto il mondo, e che in questa parte del mondo, a partire delle cose già dette, da quello che sapeva un autista, da quello che sapeva la centralinista dell’albergo, da quello che inevitabilmente si è conosciuto in quelle indagini, e tutti i precedenti storici che, naturalmente, andavano sulla giusta strada nel sospettare che le autorità nordamericane avevano a che fare in questo affare.
Ho già detto che nel dossier presentato dai trinitari, i due soggetti, in modo solenne, reiterato, dicono di essere impiegati, membri – fu la parola giusta – della CIA, inoltre, chi era il loro capo della CIA, lo stesso soggetto che era, inoltre, il loro datore d’impiego; perché il signor Posada, allora, usava come facciata, un’ipotetica agenzia di indagini private, o d’investigatori, e tutti i due, Hernán Ricardo e Fredy Lugo, erano i suoi impiegati.
Un giorno, nel 1985, ebbe luogo quello che la stampa insiste nel denominare come fuga. Nessuno scappa per la porta d’ingresso di un edificio. Posada uscì camminando, in buona compagnia, passò lungo l’ala centrale dove era rinchiuso, perfino la porta gli è stata aperta; uscì, prese una macchina in direzione all’aeroporto dove partì per Ilopango, per compiere una missione incaricatagli dalla Casa Bianca. Tutto questo figura sui documenti nordamericani. La Commissione Tower, quella che fece le indagini nel cosiddetto processo Iran-Contra, o del Contra-Gate. Lui non si fugò, uscì camminando lentamente; sapeva di potere farlo, perché avevano pagato coloro che si dovevano corrompere. E questo è della conoscenza del governo nordamericano a partire dalla relazione della Commissione Tower; ma figura anche negli atti del Senato durante il cosiddetto Iran-Gate o Iran-Contra, come vogliano chiamarlo.
Il signor Oliver North, assessore del Presidente degli Stati Uniti, che conduceva un piano in violazione delle leggi nordamericane, per inviare clandestinamente ed illegalmente arme alla controrivoluzione del Nicaragua, cosa proibita dalla legge del Congresso, il signor North chiede al signor Jorge Más Canosa di fornire 50 000 dollari per corrompere certe persone e organizzare la "fuga", passando apertamente la porta d’ingresso del carcere, del signor Posada Carriles, per portarlo a Ilopango, dove avrebbe la responsabilità di condurre, nel nome di Oliver North, questa attività clandestina; ma, inoltre, occuperebbe una carica ufficiale, pubblica nel Dipartimento di Stato, come direttore delegato, o direttore assistente; di qualcosa che chiamavano di aiuto umanitario. Perché sebbene il Congresso aveva proibito l’aiuto militare ai contras, c’era l’autorizzazione d’inviare quello che hanno chiamato aiuto umanitario.
Per camuffare l’attività illegale del signor Posada, il Dipartimento di Stato lo nominò direttore di quest’altro ufficio. C’è un memorandum sottoscritto da lui, cioè Luis Posada Carriles, che nella sua qualità di funzionario di livello poteva scrivere alla Casa Bianca, raccomandando – e bisogna riconoscerle il senso pratico – la fusione dei due uffici. Naturalmente, senza portare pregiudizio sul salario, che sommassero i due salari, ma che fosse la stessa cosa, perché tanta sciocchezza di chiamare aiuto umanitario il traffico di arme dove era coinvolto.
Le altre persone continuarono in prigione a Caracas, un processo giudiziario al quale si dovrebbe dedicare un altro momento, un processo pieno di irregolarità, di manovre, di persone di ogni tipo, processo della durata di 11 anni circa, fino al momento in cui, il tribunale assolse il signor Bosh, condanna i due mercenari, e non ci fu alcuna pronuncia nei confronti di Posada. Più di una volta troviamo delle bugie sulla stampa internazionale in questi giorni. Non è vero che Posada sia stato assolto: lui è stato dichiarato profugo, che è un’altra cosa. Il tribunale si pronuncia in merito dei tre che c’erano ancora; e in quanto a Posada dice: "Questo signore è ancora profugo della giustizia e su di lui non ci pronunciamo." E avrebbero potuto assolvere Bosch e condannare Posada, innanzitutto, era il capo, colui che pagava gli altri assassini convitti da questo tribunale.
Ma quello che voglio dire su questo assai irregolare processo giudiziario è che il signor Bosh non fu dichiarato innocente perché la sua innocenza fosse stata provata. Il signor Bosh fu dichiarato innocente perché il tribunale, ignorando gli sforzi delle autorità dei Caraibi per anni; l’accurata, rigorosa e seria indagine fatta da persone che si rispettano, da paesi che, anche piccoli, sanno rispettare la loro sovranità, allora, per motivi interamente di dettagli – visto che tutto era in lingua inglese, ovviamente, perché è la lingua che si parla nei Caraibi, si è dovuto fare la traduzione in spagnolo, ed è stata fatta, ma alla fine, sembra che il tribunale ritenne che la traduzione non avrebbe dovuto farla Tizio ma Caio -, presero in considerazione un particolare di tipo amministrativo e decisero, incredibilmente, di disistimare interamente il frutto del lavoro delle autorità che avevano portato avanti l’indagine in questo atto di terrorismo, dove figuravano le confessioni, le telefonate a Bosch, a Posada; ciò che avevano fatto con rigore le autorità di Barbados e di Trinidad, e che, inoltre, il tribunale aveva ricevuto anni prima, che era stato tradotto anni prima, perché questo processo durò 11 anni circa, e, alla fine, tranquillamente, sottolineando questo dettaglio, viene dichiarato assolto il signor Bosch e dichiarati colpevoli i due mercenari, e non viene assolto Posada ma dichiarato profugo della giustizia, che è diverso.
Il signor Bosch fa quello che avrebbe fatto qualunque terrorista qualificato: andarsene subito a Miami. Se fosse stato veramente innocente, si sarebbe fermato a Caracas, dove è stato assolto. Ma non, preferisce andarsene a Miami, anche se a Miami, negli Stati Uniti, aveva un piccolo conto pendente.
Anni prima, lui aveva svolto alcuni fatti di terrorismo negli Stati Uniti, un colpo di bazooka contro una nave polacca varata al porto di Miami, fatto per il quale fu condannato. Naturalmente, non ad una pena maggiore, neanche ha compiuto la metà della condanna imposta e fu dichiarato in libertà condizionale, e negli anni 70 partì per Santiago de Cile. Ricordate i legami che avranno successivamente questi terroristi con i terroristi di Stato delle tirannie dell’America del Sud, a cominciare dal signor Pinochet.
Lui sapeva che se arrivava a Miami doveva rispondere per la violazione della sua libertà condizionale, ma preferiva andarsene a Miami perché è la patria del terrorismo, ed eccolo là, e, ovviamente fu detenuto per un tempo. Era il regime di Bush, padre, anno 1988.
Allora si provvede alla domanda di tutto il processo normale di asilo, tutto quanto esaminato dalle autorità, ecc., il ché culmina con questo documento; in questo documento che raccoglie la determinazione del Dipartimento di Giustizia, oppure della Procura della Repubblica – ecco la firma del signor Joe D. Whitley, procuratore della repubblica in carica, 23 giugno 1989. Ecco un documento nordamericano del Dipartimento di Giustizia, della Procura Generale degli Stati Uniti; non ha niente a che fare con noi, si parla moltissimo di Cuba, perché si parla molto di terrorismo da là, ma non risponde alle nostre autorità, è il risultato del lavoro del FBI e del Dipartimento di Giustizia.
Permettetemi di leggervi alcuni brani importanti di questo documento:
Il Procuratore della Repubblica degli Stati Uniti spiega che per arrivare a tale determinazione, cioè, quella di cacciare via Orlando Bosch per terrorista, lui aveva preso in considerazione molte informazioni, molti documenti.
Contestualmente disse:
"Nei casellari del FBI e di altri organismi governativi figura molta informazione documentaria" – dagli anni 60 – " in cui il signor Bosch" – e si può dire lo stesso del signor Posada, ovviamente - , "personalmente ha promosso, incoraggiato, organizzato atti di violenza terrorista in questo paese" – cioè, negli Stati Uniti – "e in molti altri e ne ha partecipato." Questo, secondo il Procuratore della Repubblica, l’informazione che figura in questi casellari, sottolinea questo in modo senza alcun dubbio.
Dopo di che precisa:
"C’è molta informazione pubblica" – informazione non confidenziale – "ed un quantitativo assai superiore, segreto o meno, confidenziale, per motivo di protezione alle fonti e ai metodi di ottenere l’informazione."
C’è un riassunto delle informazioni principali, secondo il Procuratore della Repubblica, di tipo confidenziale e non confidenziale, facendo questo chiarimento:
"La descrizione degli elementi confidenziali si è accorciata e decantata, come di dovere, per proteggere il loro carattere confidenziale." Decantato questo significa lavato, alleggerito, per nascondere, per occultare. Ne tenetelo presente.
Ciononostante, vi leggerò due paragrafi collegati alla documentazione confidenziale che il Procuratore della Repubblica degli Stati Uniti, 1l 23 giugno 1989, dice di possedere nei confronti del signor Bosh, applicabile anche al signor Posada, fermo restando la via di Posada.
Sentite bene:
"Informazione sull’organizzazione e struttura di comando della CORU, secondo la quale, tra giugno 1976 e marzo 1977, varie persone collegate alla CORU parteciparono a 16 eventi circa che includevano detonazione di bombe, tentativi di sequestro, assassini politici e tentativi di assassini politici. Gli eventi si svolsero negli Stati Uniti, la Spagna, i Caraibi, l’America centrale e l’America del sud". Non avete sentito la parola ipotetico né allegato, ne sospettato; non, è assai diretto, informazione su tutto questo, detonazioni di bombe, sequestri, assassini, ecc.
L’altro paragrafo che vi voglio leggere, e sentite bene:
"Informazione che indicava che la detonazione di una bomba, in data 6 ottobre 1976, in un aereo della linea cubana, rispondeva ad un’operazione della CORU condotta da Bosch." "Informazione che indicava"; informazione, non supposizioni, non rumori, informazione confidenziale, e questa formulazione è accorciata e decantata.
Cosa vuole dire? Che il governo degli Stati Uniti aveva prove su gli autori di quel fatto terrorista, ma non le ha mai date alle autorità del Venezuela. Perché, per aiutare alla giustizia o per proteggere il suo terrorista?
Continuerò perché se c’è qualcosa che dimostra il cinismo della politica nordamericana è proprio questo fatto.
Con questi elementi il Procuratore della Repubblica decise ciò che qualunque persona ragionevole avrebbe deciso, ordinare l’espulsione del signor Bosch. Disse: "questo tizio non può entrare qui se è un terrorista, un assassino, un criminale"; ma davanti alla decisione presa dal Ministro di Giustizia, la decisione presa dal presidente Bush padre fu quella di fare uscire dal carcere il signor Bosch e d’inviarlo a casa a Miami, in qualità di detenuto, attenzione!; attenzione, perché loro sono molto stretti in questo senso, che lo dicano alle moglie dei nostri cinque eroi. Si può essere terrorista e compiendo una pena a casa, a casa sua, perché il signor Bush gli ha dato questa facilità.
E successivamente, il 18 luglio 1990, l’ha perdonato, gli ha perdonato tutti i suoi crimini, l’ha dichiarato un uomo libero, senza precedenti penali, il padre del gladiatore contro il terrorismo.
Trascorso il tempo, siamo arrivati agli anni 90, ancora una volta torno a New York – non voglio essere personalista ma mi ha toccato il tema nei due estremi -; negli anni 90 c’è una cosa molto interessante, particolarmente nel 1992: Cuba fece parte del Consiglio di Sicurezza al Vertice per dibattere sul terrorismo internazionale, per condannare il terrorismo e per mobilitare, bene, per incorporare all’agenda del Consiglio di Sicurezza la tematica del terrorismo. Ebbero luogo diversi incontri, ebbero luogo diverse risoluzioni tra gennaio e marzo 1992, compreso un incontro tra capi di Stato dei membri del Consiglio di Sicurezza.
Noi, visto l’insolito interesse del Consiglio di Sicurezza e degli stati Uniti per la lotta contro i terrorismo, abbiamo avviato un processo per cercare di, se l’avevano fatto a gennaio, se l’avevano fatto a febbraio e se l’avevano fatto a marzo, vedere se anche in aprile potevano parlare di terrorismo.
Perché l’abbiamo fatto? Perché, da una parte, perdonavano il signor Bosch; d’altra parte, aveva cominciato tutto lo scandalo dell’Iran-contra e, quindi, dei misfatti più recenti del signor Posada, e il perdono per Bosch, prima la sua liberazione e dopo il perdono, fu preceduto della più sporca e vergognosa campagna della mafia annessionistica di Miami per fare diventare in eroe questo signore.
In questa città c’è una giornata dedicata a questo signore, c’è la giornata di Orlando Bosch a Miami. Immagino che tra poco ci sarà la giornata di Posada Carriles, o la settimana di Posada Carriles.
Ricordo la signora Ros-Lehtinen all’epoca, unico legislatore di origine cubana, che ha svolto tutta la sua campagna attorno a due temi: Libertà per Orlando Bosch e Aerei per Hermanos al Recate, aerei militari per Hermanos al Rescate, aerei del modello O-2 che erano stati dichiarati fuori uso, perché era già finito il conflitto armato a El Salvador, e questa signora fece una grossa campagna perché i suddetti aerei, a doppio uso e impiegati nel Vietnam e a El Salvador come strumenti di guerra, fossero consegnati a questo gruppo terrorista che allora cominciava ad agire.
Questa signora è riuscita nei due temi, gli aerei le sono stati concessi e il signor Bosch fu inviato a casa e successivamente, le concessero l’amnistia
Ovviamente, questo dimostrava ancora una volta che gli Stati Uniti continuerebbero e rafforzerebbe la loro campagna contro Cuba, compresa la campagna terrorista.
Certamente, la suddetta signora ebbe questo successo perché in quei giorni uno dei suoi collaboratori era qualcuno di cognome Bush e di nome Jeb, colui che sarebbe stato dopo il governatore di quello stato, che dicono di avere convinto il padre di accedere a: consegnare gli aerei ai terroristi e a liberare il terrorista.
Il governo di Cuba, tramite di me, il 27 aprile 1992, chiese al Consiglio di Sicurezza una riunione per dibattere i suddetti temi, per dibattere sul terrorismo contro Cuba; per dibattere il caso ancora in sospeso, non risolto, sul quale non si ha pronunciato l’onorevole Consiglio di Sicurezza, dell’attacco all’aereo cubano a Barbados, quel consiglio che ha appena condannato due atti terroristi commessi, un contro un aereo de la Pan American; cioè, una linea nordamericana -, e altro contro un volo dell’UTA, una compagnia francese. Mi sembra giusto, non si devono fare saltare in aria né aerei nordamericani né aerei francesi, ma gli aerei cubani sì?
Da questa base, per vedere se era certa tutta questa retorica, che arrivò fino ai Capi di Stato del Consiglio di Sicurezza nella loro lotta contro il terrorismo, gli abbiamo chiesto di riunirsi anche per dibattere questi aspetti del terrorismo internazionale, quelli che colpiscono Cuba, e allora ebbe luogo la trasformazione assoluta di questo Consiglio: perse la velocità, perse l’agitazione, e qui ci sono vari compagni che erano con me a quell’epoca. Per tutto un mese abbiamo bombardato il Consiglio con lettere, chiedendo il più elementare: una riunione.
Finalmente, il 21 maggio 1992, il Consiglio accetta di riunirsi per ascoltare la nostra denuncia. Solo due oratori; il sottoscritto e il delegato nordamericano. Gli altri "dell’Illustre" Europa, della "nobile" America, non hanno neanche sospirato: silenzio assoluto in quella sala.
Ma a quella riunione ebbe luogo un fatto importante da prendere in considerazione: la bugia del governo nordamericano rispecchiata in un documento che l’ambasciatore Perkins, proprio il 21 maggio, presentò a questo Consiglio, eccolo qui.
Leggerò unicamente due frasi:
"Non consta al Dipartimento di Stato di avere ricevuto dal governo del Venezuela alcuna domanda di prova o di testimonianza, nei confronti del processo penale", sta parlando, naturalmente, del caso del nostro aereo. "I paesi che Cuba cita come paesi che hanno presentato informazione al tribunale venezuelano sono paesi che avevano un certo collegamento con i fatti; cioè, coloro dove si svolse il delitto, dove si arrestarono i sospetti o coloro i cui cittadini furono vittime del delitto. Sembrerebbe che le autorità venezuelane hanno ritenuto poco probabile che gli Stati Uniti avessero qualche informazione utile che non fosse già alla portata delle autorità venezuelane." Ecco la citazione della dichiarazione del Dipartimento di Stato.
Ancora tali informazioni, secondo le quali la detonazione della bomba del 6 ottobre fu un fatto del CORU, condotto da Orlando Bosch, ancora le autorità del Venezuela, il tribunale del Venezuela e l’opinione pubblica, le stanno aspettando.
Il governo che disse che non aveva nulla, sapeva che aveva questo; ma protetto per bene, per proteggere i suoi terroristi.
Il tempo è trascorso, il tempo è trascorso, naturalmente, e altre cose sono successe, il compagno Fidel, poco prima, l’ha accennato, e c’è qualcosa che i nordamericani non possono ignorare, cioè, questa Risoluzione del Consiglio di Sicurezza, questo testo (lo fa vedere), che è molto importante, è stato brandito in tutto il pianeta, steso da loro, dagli Stati Uniti, che è stato l’autore di questa proposizione, la Risoluzione 1373.
Conclude la premessa con questa frase, e coloro che conoscono le Nazioni Uniti conoscono le implicazioni: "In virtù del Capitolo VII della Lettera delle Nazioni Unite..." Cosa significa questo? Che quello che segue, signori, è obbligatorio, e colui che non lo rispetterà potrà essere oggetto di pene e perfino dell’uso della forza. Ecco il Capitolo VII.
Cosa dice la Risoluzione?, sarebbe terribile di leggera interamente, paragrafo per paragrafo:
"Paragrafo 2. Decide che tutti gli Stati
"a) Facciano astensione di fornire tutto appoggio, attivamente o passivamente, agli enti o persone che pratichino atti di terrorismo;
"b) Adottino le misure necessarie per prevenire la commissione di atti di terrorismo, anche mediante l’allerta precoce ad altri Stati mediante lo scambio d’informazione." Mediante lo scambio d’informazione, non quell’ipocrisia di dire che "sembrerebbe che le autorità del Venezuela avrebbero presupposto che non sapevamo nulla."
E chi era Carlos Andrés Pérez? Che forma d’insultare un vecchio amico degli Stati Uniti! E un discorso davanti al plenario delle UN e un invito pubblico alla stampa, dove l’amico Carlos Andrés, chiede, per favore, un chiarimento, tutti parlano di voi. Non aveva chiesto il Venezuela agli Stati Uniti di darle quest’informazione? Sembra assai ovvio, ma continuerò con la Risoluzione.
"c) Denegate il rifugio a coloro che finanziano, organizzano o commettono atti di terrorismo, o forniscono appoggio a tali atti, oppure danno rifugi."
Sentite qualcosa?
Altro paragrafo.
"f) Si fornisca a vicenda la massima assistenza relativamente alle indagine o procedure penali legate al finanziamento degli atti di terrorismo o all’appoggio prestato a essi, anche relativamente all’assistenza per l’ottenimento delle prove che possiedano o che siano necessarie a tali procedure."
Questa Risoluzione non era stata mai adottata, nel 1992, non si era adottata qualora un tribunale venezuelano si affannò con il caso del nostro aereo e gli Stati Uniti non gli inviò informazione perché non gliel’hanno chiesta; ma adesso sì, adesso dicono che è un obbligo, e adesso dicono che l’altro autore intellettuale, colui che non è stato mai giudicato, è là.
Possono gli Stati Uniti accogliere il signor Posada, proteggerlo, non consegnare adesso quanto sanno sul fatto e non trovarsi in violazione di questa Risoluzione?, che è stata adottata, ripeto, in virtù del Capitolo VII.
Amici, questo significa che è obbligatorio, che a colui che non la rispetta gli si può applicare perfino la forza militare. Tutti gli Stati devono rispettare le decisioni del Capitolo VII, compresi i membri del Consiglio di Sicurezza, naturalmente; compresi gli autori della Risoluzione che lo chieda, in questo caso i nordamericani.
Andiamo avanti:
"g) Evitino la circolazione di terroristi o di gruppi terroristi; intensificare e agevolare lo scambio d’informazione operativa, particolarmente quelle collegate alle attività o ai movimenti di singoli terroristi; cooperare, particolarmente tramite accordi e convenzioni bilaterali e multilaterali, per ostacolare e reprimere gli attacchi terroristi, e adottare misure contro coloro che commettano tali atti."
Gli Stati Uniti violano questa Risoluzione adottata in virtù del Capitolo VII, dal momento in cui, ripetutamente, si sono rifiutati di discutere con Cuba un accordo bilaterale per la lotta contro il terrorismo, che gli è stato reiterato in tutte le riunioni bilaterali tra ambedue i paesi. Loro hanno detto di no. Capitolo VI per gli altri, per loro cinismo, ipocrisia, menzogna. Ecco quanto dice: devono cooperare, anche, mediante accordi bilaterali.
Infatti, gli Stati Uniti violano questo documento, la cui adozione è stata favorita da loro presso le Nazioni Unite, dopo il brutale attacco contro il popolo di New York in data 11 settembre 2001. Violano questa dottrina ogni giorno, applicando questa politica per favorire il terrorismo contro Cuba, come parte della loro campagna anti-cubana.
Non voglio concludere senza presentare altra prova evidente, di una chiarezza irrefutabile, che dimostra come loro violano le loro stesse parole e le loro stesse risoluzioni nella lotta contro il terrorismo. In questa sede è rappresentata degnamente dalle compagne, le madri e le moglie dei nostri cinque eroi.
Tale Risoluzione fu adottata dal Consiglio di Sicurezza nel settembre 2001. A quel momento si aspettavano le sentenze contro i nostri cinque compagni, e arrivato il momento lo stesso governo scrisse questo che si chiama Memorandum di Sentenza, dove il governo degli Stati Uniti chiese per Gerardo, Ramón, Antonio, Fernando y René la pena massima in tutti i casi; ma non solo che vengano condannati con due ergastoli, nel caso di Geraredo, altri due condannati all’ergastolo, neanche un secondo di reclusione di questi compagni è giustificato. Ma non solo furono condannati a questo, i memorandum fatti dal governo degli Stati Uniti, per scritto, fanno anche prova di una nuova dottrina giuridica: quella del "interdetto"
Nel suddetto documento si evidenzia che per loro il più importante non è l’applicazione della pena massima ma di avere la garanzia che queste persone rimangano per sempre interdetti. Interdetti di cosa? Di continuare a fare quello che facevano, che non possano fare di nuovo quanto avevano fatto.
Ma cosa hanno fatto sino lottare contro il terrorismo! Non perché lo dica io, lo dicono loro.
Citerò quello che il governo chiese al tribunale e quello che il tribunale gli concesse. I cinque sono cubani, ma due di loro hanno la cittadinanza nordamericana di nascita, gli altri tre che non avevano la documentazione giusta, si precisa che verranno inviati a Cuba dopo aver compiuto la loro sentenza. Negli altri due casi, si tratta di René e Toni, loro hanno un problema: visto che sono nati negli Stati Uniti, hanno la cittadinanza per nascita, non possono essere cacciati via, e allora sono condannati non solo all’ergastolo, nel caso di Tony, e a 15 anni nel caso di René, ma anche, questo ultimo è sottoposto a condizioni speciali il giorno in cui verrà messo in libertà, "se per caso", disse la Procura, "questo uomo esce sulla strada, bisogna chiede lo stesso che abbiamo chiesto nel caso del signor González." E cosa decidono? Un regime speciale con una serie di condizioni. Ne leggerò una, quella che ci interessa:
"Come condizione speciale supplementare per la liberazione supervisionata"- perché non sarebbero uomini liberi, sarebbero uomini controllati dopo avere compiuto la loro sentenza -, "all’accusato gli viene proibito di associarsi o visitare posti specifici che si sa che ci sono o che frequentano soggetti o gruppi terroristi, membri di organizzazioni che favoriscono la violenza e figure del crimine organizzato."
Cosa significa questo? Che loro sanno che a sud del Florida ci sono soggetti e gruppi terroristi che non sono nascosti come talpe sotto terra. Si sa i posti da loro frequentati, si sa dove si trovano; ma non vanno a cercarli, non vanno a reprimergli, non vanno ad applicare questa risoluzione; fanno una cosa mostruosa, puniscono persone nordamericane o persone negli Stati Uniti col divieto di avvicinarsi ai suddetti luoghi, di non fare nulla che potesse, in qualche modo, rischiare le attività che svolgono i terroristi.
In conclusione dirò questo: Credo che gli Stati Uniti sono davanti ad un’ottima opportunità, un’ottima opportunità! Babbo Bush, almeno, a ,messo vari mesi in prigione – con tutto il conforto, ovviamente – al signor Bosch, qualora tale risoluzione non esisteva, risoluzione assai categorica; non so se il signor Bush, figlio, il piccolo, l’ha letta, ma sarebbe utile che qualcuno dei suoi collaboratori gli richiami l’attenzione su di esso.
Adesso loro sono costretti di agire, oppure saranno smascherati per sempre Gli Stati Uniti sono costretti, e non possono fare a meno, d’informare l’opinione pubblica, prima quella nordamericana, per comunicare tutto quello che sanno e che hanno nascosto per molti anni e che oggi, in virtù della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza, devono condividere con l’opinione pubblica e gli altri governi. E altri membri della comunità internazionale, la colta Europa e alte nazioni apparentemente meno illustrate, siamo nel dovere di esigere agli Stati Uniti di fare questo, di non continuare a nascondere informazione e mettere fine a tutte le azioni che ha portato avanti per anni per evitare che si sappia la verità, per mantenere nei loro casellari – sapendo che ce li ha, non i sospetti, non l’allegato -, informazione che dimostrano che le cose sono così; detto da loro, con le loro parole, hanno l’obbligo di agire contro i terroristi oppure cessare nella loro retorica falsa, ipocrita sull’ipotetica battaglia contro il terrorismo.
Non dobbiamo mollare finché gli venga imposto questo, esigenza che deve fare la gente, il popolo degli Stati Uniti; perché ogni giorno, con questa situazione ogni giorno trascorso, proteggendo i terroristi, è un oltraggio alla giustizia, è una forma di calpestare le coscienze di molta gente davanti a questi crimini senza punizione; ma si tratta, soprattutto, di un insulto imperdonabile a voi, ai parenti delle vittime, a noi tutti, a tutto il nostro popolo, ed è anche un insulto ed un’offensa imperdonabile ai nordamericani ingiustamente assassinati l’11 settembre 2001.
Oggi, portiamo avanti una battaglia che dobbiamo continuare, con fiducia e consapevoli che prima o poi loro non potranno continuare a nascondere i crimini di una politica che ogni volta diventa più difficile di giustificare o di servirsene per ingannare gli altri.
Grazie tante, compagni (Applausi)
Comandante: Compagne e compagni, dopo l’eccellente discorso del compagno Alarcón, penso che non dobbiamo incontrarci domani.
Credo che quello da fare è di trasmettere ancora una volta questa riunione, dall’inizio, da quello pubblicato su Baia dei Porci, e dopo, anche, quello che il signor, l’urbanista –come lo chiamano -, disse, ecco le sue parole, di sistemare bombe a Tropicana. Quanto ho detto, e particolarmente, questo discorso, dimostrano in modo irrefutabile tutte le sale manovre attorno a questo caso. Loro non potranno ignorare tutto quanto detto ed esaminato in questa sede.
Nel frattempo, continuare ad osservare. Ci sono cose che capitano tutti i giorni, dichiarazioni e posizioni; continuare ad osservare quello che succederà domani, e sorvegliando, che non inventino, perché di là c’è un tribunale... non so, non lo conosco, ma stranamente, che non è mai capitato, ma ormai un tribunale a El Salvador dice che esigerà l’estradizione del signor Posada Carrilas. Non ho più elementi di giudizi, bisogna sapere cosa è questo; ma avvertire, non si tratti di un tentativo di trappola, avvertirlo. Ma penso che niente di questo ne andrà avanti, non è possibile. Per tale motivo propongo di fare questo e se fosse necessario ci incontreremo domenica, un ottimo giorno per riunirci, nel pomeriggio (gli dicono qualcosa). Sì, dopo la votazione, ci vediamo qui (Risate e applausi)
Compiere presto di mattina con il dovere di votare. Penso che dobbiamo incontrarci qui perché ci sono altre cose che avremmo dovuto dire oggi; ma ci incontreremo e lunedì, che si commemora, e in modo speciale stiamo evocando la data di oggi, la settimana in cui ci troviamo, e credo che tutto dipenderà... Ci vediamo lunedì, lunedì 18; ma ci resta il 19, possiamo incontrarci il 19 al "Carlos Marx" in una sessione come questa. Allora lunedì 18 ci mettiamo a giorno con tutto questo e continuiamo ad esaminare il problema, abbiamo cose da dire, e il 19 abbiamo cose da dire e cose da ricordare e cose da reiterare, e se c’è una tregua, forze giovedì lo dedichiamo a cose nazionali; sì abbiamo cose nazionali da affrontare.
Ecco il programma che propongo, inoltre mi congratulo con il compagno Alarcón del suo brillante discorso, sapevo che non avrebbe lasciato dubbi su quanto avevo accennato sul fatto che il governo degli Stati Uniti conosce tutta la verità, ed è nel mondo il governo che conosce meglio tutta la verità.
La Patria o la Morte!
Vinceremo!
(Ovazione)
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