RIFLESSIONI
DEL COMANDANTE IN CAPO
BUSH SPERA
IN UN COLPACCIO.
Era una parola che non mi veniva
in mente. Ho cercato nel mio dizionario e stava lì, d’origine onomatopeica e
connotazione tragica: colpaccio. Può essere che non l’abbia mai usata in tutta
la mia vita.
Bush
è una persona apocalittica. Osservo i suoi occhi, il suo viso e la sua
ossessiva preoccupazione nel simulare che tutto ciò che vede negli “schermi
invisibili” sono ragionamenti spontanei. Ho sentito che gli si spezzava la voce
rispondendo alle critiche di suo padre alla politica che sta perseguendo in
Iraq. Esprime solamente emozioni e finge sempre razionalità. Malgrado ciò
conosce il valore che ogni frase ed ogni parola rappresenta per il pubblico a
cui si dirige.
Il
dramma è che ciò che lui s’aspetta che accada, sta costando al popolo
nordamericano molte vite.
Qualsiasi tipo di guerra si
tratti, non si può mai essere d’accordo
con delle azioni che comportino il sacrificio di civili innocenti. Nessuno
potrà giustificare gli attacchi dell’aviazione tedesca contro le città
britanniche durante
Bush
ha manifestato il suo odio contro il mondo povero il primo giugno
A
chi farà ora credere che i missili nucleari che possiedono, le batterie di
razzi ed i sistemi di direzione precisi ed esatti che hanno creato, servono per
combattere il terrorismo? Serviranno a questo i sofisticati sottomarini che
stanno costruendo i loro alleati britannici, capaci di circumnavigare
Il
peggio del colpaccio, a cui ora Bush affida le sue speranze, lo fornisce il
precedente del suo operato durante i fatti dell’11 settembre, quando, a
conoscenza dell’imminenza di un attentato sanguinario contro il popolo
nordamericano, potendo prevederlo e perfino evitarlo, se ne andò in vacanza con
tutto il suo apparato amministrativo. Fin dal giorno della sua designazione come
Presidente – grazie alla truffa, stile repubblica delle banane, realizzata dai
suoi amici della mafia di Miami – e prima del suo insediamento, W. Bush era
dettagliatamente informato con gli stessi dati e nello stesso modo in cui li
riceveva il Presidente degli Stati Uniti, che così ha poi riferito. In quel
momento mancavano oltre 9 mesi dai tragici fatti simbolizzati dall’abbattimento
delle Torre Gemelle.
Se dovesse riaccadere la stessa
cosa con materiale esplosivo o nucleare, visto che l’uranio arricchito si trova
sparso nel mondo dall’epoca della guerra fredda, quale sarebbe il probabile
destino dell’umanità? Cerco di ricordare, analizzo molti istanti del suo
millenario percorso e mi domando: i miei punti di vista sono per caso
soggettivi?
Ieri
stesso, Bush si vantava di aver vinto la battaglia contro i suoi avversari del
Congresso. Possiede cento miliardi di dollari, tutti i soldi di cui ha bisogno
per raddoppiare, come desidera, l’invio di soldati nordamericani in Iraq e
proseguire la carneficina.
I problemi nella regione
s’aggravano. Qualsiasi opinione sulle ultime prodezze del Presidente degli
Stati Uniti si raffreddano in poche ore. Nemmeno il popolo nordamericano può
prendere per le corna questo torello della morale?
Fidel Castro Ruz
25 maggio 2007
7:15 p.m.