Riflessioni
del Comandante in Capo
IL
SILENZIO D’AZNAR
In una
tavola rotonda trasmessa dalla televisione cubana in data 25 aprile 2003, ho
rivelato che l’allora presidente del governo spagnolo José María Aznar, alleato
della superpotenza in genocidi e massacri, aveva incontrato il presidente
William Clinton il 13 aprile
"Se
siamo in guerra, facciamola davvero, per vincerla e non solo un poco. Se abbiamo
necessità di persistere per un mese, tre mesi, facciamolo. Non capisco perché
non abbiamo ancora bombardato la radio e la televisione serbe".
A
proposito di questo, sia Aznar che i portavoci del governo degli Stati Uniti,
hanno mantenuto il silenzio. Il resto si pubblica per la prima volta. Altri
materiali, sia pubblici che confidenziali, gli utilizzerò in successive
riflessioni.
[…]
“AZNAR:
Parlerò sinceramente. Come ho già detto al presidente Clinton, l’unica cosa che
non può succedere è che
Parlando
di Chirac, presidente di Francia, ha detto:
“Gli
parlerò domani a Bruxelles. Quando voglio passare un buon momento con Chirac,
comincio dicendogli che ‘questi americani sono veramente orribili ’. Tre settimane fa ho cenato con lui all’Eliseo.
Non so cosa gli era capitato nei vostri confronti, ma parlava pesti. Gli ho
detto che stava bene, ma che non ero venuto a parlare di questo tema.
“Dal mio
avviso, per vincere questa guerra bisogna interrompere le comunicazioni tra il
governo di Belgrado ed il popolo. E’ vitale interrompere tutte le comunicazioni
di Serbia, radio, televisione e telefono.
“D’altra
parte, dobbiamo ristrutturare la nostra politica d’informazione. La politica
d’informazione della NATO è un disastro.
Diamo l’impressione di essere imbarcati in un’avventura e non in una guerra. Ci
sono delle vere lacune nella comunicazione. Bisogna avanzare al massimo,
bloccare tutto, le forniture e le comunicazioni pazientemente.
“Bisogna
stare attenti all’Italia e alla Grecia. L’Italia è molto colpita in quanto al
suo traffico aereo ed il turismo. D’Alema sta facendo un buon lavoro, tenendo
presente le circostanze. Non dobbiamo lasciarlo adottare soluzioni facili.
“Dobbiamo incrementare l’aiuto umanitario. La controparte ai
bombardamenti è che i nostri cittadini percepiscano l’efficienza del nostro
lavoro umanitario.
“Non
avrebbe senso cambiare atteggiamento adesso. Ieri ho parlato con Annan. L’ho
visto molto serio nelle sue idee. Ho insistito molto su questo punto a Annan.
Possiamo essere flessibili, ma non possiamo dare l’impressione che
“Possiamo essere flessibili sul fatto se
“Bisogna
mantenere la strategia, per vedere si è possibile che sia abbattuto
internamente.” (Si riferisce al Presidente di Serbia, Slobodan Milosevic)
“Se
alcuni dei suoi generali hanno paura di essere accusati davanti al Tribunale
della Haya, forze coopereranno. Milosevic probabilmente cercherà di arrivare ad
un accordo. Dobbiamo fare in modo che tale accordo serva ad indebolire e non a
rinforzare il potere
“Non
dobbiamo neanche menzionare il tema dell’operazione terrestre.
“Tutti
capiscono che ci sono dei piani, sarebbe illogico il contrario. Se la nostra
strategia attuale non risulta, sarebbe necessario di esplorarne altre. Bisogna
mantenerla sul tappeto. Se tutto quello che stiamo facendo non dà una
soluzione, nei prossimi mesi sarà necessario d’intervenire. Ma dovrebbe essere
un’azione non soltanto limitata a Kosovo, ma dovrebbe comprendere altre zone
della Repubblica Federativa della Iugoslavia, entrando anche tramite
“Se non c’è garanzia di una certa presenza
serba nelle zone che simbolizzano la nascita della loro civiltà, non
l’accetteranno. Sorgerà l’irredentismo sul ‘territorio da liberare ’
“Per
primo dobbiamo vincere la guerra, dopo vedremo.”
[…]
Chiedo
al signor Aznar di dire se è vero o non che ha consigliato il presidente Clinton
il 13 Aprile 1999 di bombardare la radio e la televisione serbe.
Fidel Castro Ruz
29 settembre 2007
20:36