MESSAGGIO UFFICIALE TRASMESSO DA HASSAN PEREZ, PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE DI STUDENTI UNIVERSITARI DI CUBA, NELLA TRIBUNA APERTA CON GLI SCIENZIATI
Benché sia stato fatto un importante passo avanti dal punto di vista legale e morale da parte dell’INS, il Servizio di Immigrazione e Naturalizzazione, nel riconoscere al padre del piccolo Elián González – sequestrato a Miami dalla mafia controrivoluzionaria cubano-americana – i diritti che gli corrispondono come padre, non c’è ancora niente di sicuro riguardo al ritorno del bambino a Cuba.
Alle ore 12:22 di oggi, la Commissione dell’INS ha rilasciato la seguente asciutta, breve e precisa dichiarazione:
"Il caso di Elián González è risultato difficile per varie ragioni. Elián González è un bambino di sei anni, troppo giovane per prendere decisioni legali da solo. In una circostanza del genere, il Servizio di Immigrazione e Naturalizzazione degli Stati Uniti (INS) doveva decidere chi poteva pronunciarsi nei suoi riguardi dal punto di vista giuridico a proposito dell’immigrazione. Questo compito era complicato dal fatto che varie persone che non erano il padre di Elián – un prozio e tre avvocati – avevano deciso di rappresentarlo. Il risultato è stato che l’INS si è riunito con il padre e, separatamente, con il prozio e gli avvocati. Dopo una minuziosa valutazione dei fatti pertinenti, l’INS ha determinato che il signor Juan González di Cuba gode di esclusiva autorità per pronunciarsi in nome di suo figlio Elián sullo status di immigrazione di quest’ultimo negli Stati Uniti.
"Non c’è dubbio che il signor González sia di fatto il padre di Elián. Il signor González, inoltre, ha mantenuto una relazione di stretta e continua paternità con suo figlio. Durante l’intervista dell’INS con il padre di Elián, quest’ultimo ha offerto evidenti particolari sulla relazione di paternità con suo figlio e sulla natura del vincolo che intercorre tra padre e figlio. Ha dato ampie informazioni sull’educazione di Elián e sulla sua storia clinica e medica, e inoltre ha mostrato fotografie in cui lui e altri familiari appaiono impegnati in diverse attività insieme a Elián. Questo tipo di informazione e la quantità di particolari offerti dal signor González, hanno aiutato l’INS a conoscere la natura e la stretta relazione che il signor González aveva con suo figlio Elián. L’INS non ha rivelato alcuna informazione che possa mettere in dubbio la patria potestà e i diritti legali del signor González in relazione allo status di immigrazione di Elián González.
"Nel corso delle due riunioni dell’INS con il signor González, sono state ampiamente discusse le sue volontà nei confronti di Elián. Durante questi due incontri ha dichiarato che voleva che gli restituissero Elián il più presto possibile. Sulla base di queste due riunioni, l’INS considera che sta esprimendo la sua sincera volontà, e quindi abbiamo deciso che Elián deve riunirsi con suo padre, il signor González".
Alle ore 14:00, la CNN comunicava che il portavoce della Casa Bianca, Joe Lockhart, aveva detto che il presidente Clinton approvava la decisione delle autorità migratorie, dichiarando che era stata una decisione difficile per la situazione politica creatasi intorno al caso. Questa decisione conferma il criterio espresso da Cuba che il governo degli Stati Uniti desiderava trovare una soluzione al grave e penoso problema creato dal brutale e arbitrario atto che era stato commesso. Il problema dipendeva dalla Fondazione Nazionale Cubano-Americana e dall’estrema destra.
D’altra parte, il nostro punto di vista è stato sempre che si doveva procedere rapidamente a una giusta rettificazione e all’immediata restituzione del bambino. Le conclusioni di prestigiosi specialisti erano che la salute mentale del bambino richiedeva il suo urgente ritorno in seno alla famiglia e alla patria.
Consideravamo che era imprescindibile evitare di cadere in un interminabile labirinto di processi giudiziari, che sarebbero stati fatali per la mente e la personalità del bambino, e che il Presidente degli Stati Uniti era in possesso delle facoltà costituzionali e legali per adottare la decisione di restituirlo a Cuba.
La misura presa oggi dall’INS non esclude questo pericolo. Esiste una possibilità molto reale che la mafia cubano-americana e l’estrema destra del Congresso degli Stati Uniti procedano subito a utilizzare ogni mezzo per impedire il ritorno del bambino. Sicuramente appelleranno alla decisione dell’INS davanti a giudici e tribunali per nulla imparziali del sud della Florida, al fine di impedire o ritardare indefinitamente la sua esecuzione. Soltanto la pressione dell’opinione pubblica mondiale e in special modo nordamericana, potrebbero schiacciare questa ed altre manovre, come la già annunciata concessione della cittadinanza statunitense a questo bambino. Dobbiamo continuare la nostra mobilitazione. La lotta del nostro popolo per il ritorno immediato di Elián non può fermarsi un minuto, e non basta, inoltre, che il bambino ritorni; rimane intoccata la "Legge di Aggiustamento Cubano"*, fattore fondamentale che è alla base di questa e di altre tragedie ancora più traumatiche; rimane intatta la Legge Torricelli e la Helms-Burton; continua la guerra economica e il blocco, che stimolano e spingono anch’esse all’emigrazione illegale. Esistono ancora molti problemi gravi e seri perché il dibattito di valori, di idee e di opinione nazionale e internazionale non termini.
Dopo aver salvato Elián, dobbiamo salvare milioni di bambini cubani dal grande crimine che da più di 40 anni si sta commettendo contro di loro.
L’Avana, 5 gennaio 2000, ore 17:00
*