DIFENDEREMO
L’impero ed i suoi alleati si sono lanciati in una nuova crociata per
tentare di demonizzare Cuba. La loro potente macchina politica e mediatica ha
messo in moto una colossale operazione d’inganno, con l’obiettivo di screditare
il processo rivoluzionario, destabilizzare il paese e provocare le condizioni
per la distruzione del nostro sistema sociale.
Nella febbrile campagna usano i loro mercenari a piacimento. Li sacrificano
per ottenere vergognosi dividendi politici, senza la benché minima
considerazione di questi esseri umani; come non gli è mai importato nulla degli
oltre 3 mila cubani morti a causa degli atti terroristici organizzati o
finanziati dagli Stati Uniti, né del destino degli oltre 2 mila compatrioti
mutilati da queste abominevoli attività, né dei cubani deceduti nello Stretto
della Florida mentre si lanciavano in infelici avventure tra i canti di sirena
dell’assassina Legge di Ajuste Cubano.
Invocano cinicamente i diritti umani che hanno calpestato e calpestano
impunemente oggi in diverse parti del mondo. Accusano ipocritamente
Nonostante l’invariabile politica d’ostilità e d’aggressione costante
dell’Impero, dall’invasione armata, ai sabotaggi terroristici ed ai piani
d'attentato contro Fidel ed i nostri dirigenti, fino alla promozione della
sovversione ed al genocida blocco economico, finanziario e commerciale che dura
già da cinque decenni,
Possono forse dire lo stesso i governi degli Stati Uniti e dei paesi
europei che si sgolano criticando Cuba e condannandola come se fossero vergini
vestali? Cosa possono dire del milione di morti in Iraq e delle decine di
migliaia di vittime in Afganistan causate dalle guerre illegali lì realizzate?
Come possono spiegare le prigioni segrete e le torture per i presunti
terroristi? Su quale fondamento legale si basano gli omicidi selettivi che gli
Stati Uniti hanno perpetrato contro i loro nemici in diverse parti del mondo
servendosi di una forza speciale diretta in questi anni dallo steso Generale
che adesso comanda le truppe in Afganistan? Come possono giustificare la morte
negli ultimi cinque anni di oltre 100 emigranti che si trovavano sotto la
custodia del Servizio Immigrazione e Controllo delle Dogane degli Stati Uniti?
Su quale diritto umano si basano la brutali percosse contro i rappresentanti
dei movimenti sociali che protestavano durante il Vertice sul Clima di
Copenaghen o contro gli studenti californiani che reclamavano più fondi e meno
tasse per l’educazione? Chi controlla il trattamento vessatorio riservato agli
immigranti nelle centinaia di centri di detenzione disseminati in Europa? Si
sono allarmati, hanno denunciato o hanno condannato queste scandalose
violazioni dei diritti umani il Congresso degli Stati Uniti, il Parlamento
Europeo ed i partiti di destra del Vecchio Continente che oggi si mostrano così
preoccupati nei confronti di Cuba?
Ciò che li inquieta davvero è la forza morale della Rivoluzione, la sua
fedeltà ai principi, il suo crescente prestigio nella nostra regione - dove si
è trasformata in un importante attore capace di dare impulso al processo
d’integrazione - il suo agire intelligente e sereno nell'affrontare le dure
conseguenze della crisi economica internazionale e del blocco, la sua lucidità
sul bisogno di cambiare ciò che debba essere cambiato per conquistare per il
nostro popolo tutta la giustizia, come ci hanno richiesto Fidel e Raúl.
Per questo l’impero e i suoi alleati europei organizzano piani, coordinano
il lavoro dei loro servizi speciali, inviano i loro diplomatici per le strade a
controllare il lavoro delle persone assoldate nell’Isola, incrementano i fondi
per la sovversione a Cuba. La sola USAID dispone per quest'anno di 20 milioni
di dollari da fornire ai gruppuscoli controrivoluzionari e per finanziare la
persecuzione mediatica contro Cuba.
Adesso concentrano la loro cinica campagna su un nuovo scioperante della
fame - i cui delitti ed attività controrivoluzionarie sono state denunciate da Granma
lo scorso 8 marzo - al quale è offerta l’assistenza sanitaria più qualificata.
S'internazionalizza il suo show mentre si tacciono cinicamente la sua
crudeltà ed i precedenti criminali, le sue aggressioni e le sue minacce di
morte nei confronti di una dottoressa, direttrice dell’ospedale in cui ha
lavorato e le percosse inferte ad un anziano indifeso, che ha dovuto essere
operato d’urgenza per le lesioni subite.
S'agitano anche intorno alle autodenominatesi “Damas de Blanco”, le
quali si prestano al gioco del nemico e si sostengono con dollari macchiati dal
sangue cubano, forniti, tra gli altri, dal terrorista Santiago Álvarez
Fernández Magriñá, lo stesso che voleva far saltare in aria il Cabaret
"Tropicana" ed a Miami è il "benefattore" di Luis Posada
Carriles. Non meraviglia quindi che l’autore dell’esplosione di un aereo passeggeri della Cubana de Aviación e di
altri atti esecrabili abbia espresso alcuni giorni fa a Miami il suo sostegno
nei confronti di queste “dame”, la cui unica sanzione, sino ad oggi, è stato il
forte ed energico disprezzo del nostro popolo per le strade.
Ricevere soldi da un’organizzazione terrorista è un tradimento severamente
punito negli Stati Uniti. Come lo è agire al servizio di una potenza straniera.
I reati dei cosiddetti “dissidenti”, non hanno nulla a che vedere con la libertà
d'opinione, bensì con la collaborazione al soldo della superpotenza nemica nei
suoi piani contro la nostra nazione. È stato a tutti provato d'avere ricevuto,
direttamente o indirettamente, fondi del governo degli Stati Uniti e di non
poche fondazioni europee che collaborano con la politica guerrafondaia contro
Cuba.
Che succederebbe a questi “dissidenti” se facessero nel paese del loro
padrone ciò che stanno facendo a Cuba? Il Codice Penale degli Stati Uniti
prevede una pena di 20 anni di reclusione per chi auspica o favorisce il
rovesciamento del governo o dell’ordine stabilito; di 10 anni per chi dichiara
il falso con l’obiettivo d'attentare agli interessi nazionali nelle sue
relazioni con un'altra nazione e di 3 anni per chi intrattiene “una corrispondenza
o un rapporto con un governo straniero (…) con l’intenzione d'influire nella
sua condotta (…) in un conflitto o una controversia con gli Stati Uniti”.
Il nemico usa tutte le sue armi di pressione. Utilizza la minaccia politica
ed ordina l’annichilamento mediatico di coloro che desiderano essere solidali
con Cuba. Cerca di zittire qualsiasi voce discrepante con il suo dettame.
Dimentica anche la sua tanto millantata “Libertà d'espressione” per obbligare
Google a chiudere il blog di un intellettuale cubano che ha denunciato con
irrefutabili argomenti i veri propositi politici della campagna contro la
nostra Patria.
Non ci sorprende più nulla. Sono gli stessi metodi perversi messi in
pratica negli ultimi 50 anni, da quando il presidente Eisenhower approvò il
Piano d'attività segrete contro Cuba.
Come ha detto il compagno Raúl durante l’atto di chiusura del IX Congresso
dell’UJC:
“Oltre mezzo secolo di lotta permanente ha insegnato al nostro popolo che
esitazione è sinonimo di sconfitta.
Non cederemo mai al ricatto, di nessun paese o insieme di nazioni, per
potenti che siano, succeda quel che succeda. Abbiamo diritto a difenderci. Se
vogliono metterci alle strette, sappiano che sapremo difenderci, innanzitutto
con la verità e ed i principi”… ”Nella nostra storia gli esempi abbondano!”
Lotteremo con le nostre idee, per le nostre strade ed in tutti gli scenari
internazionali.
Il prossimo 1º maggio riceveranno dal nostro popolo e dai suoi lavoratori
una schiacciante ed inequivocabile risposta di sostegno alla Rivoluzione!
Difenderemo la verità con la nostra morale ed i nostri principi!