Discorso pronunciato dal Vicepresidente del Consiglio di Stato della Reppublica di Cuba, Sig. Carlos Lage Dávila, nel 55 período di Sezioni della Commissione dei Diritti Umani dell’ONU. Ginebra, addì 24 marzo 1999

 

Distinta Signora Presidentessa,

Distinti membri della Presidenza,

Distinti delegati,

Ci siamo riuniti qui per smascherare calunnie, esporre verità e difendere idee.

Durante 40 anni i cubani siamo stati bloccati, aggrediti, sistematicamente calunniati e al tempo stesso, in più d' una occasione, criticati e condannati a causa delle leggi e delle misure che abbiamo dovuto adottare per difenderci.

Nelle ultime settimane si è parlato molto sulle modifiche realizzate al nostro Codice Penale e sulla Legge di Protezione dell'Indipendenza Nazionale e dell'Economia di Cuba, approvate dal nostro Parlamento lo scorso 16 febbraio, nonchè sul processo assolutamente legale che ha portato alla condanna di quattro traditori della patria.

Nella confusione creatasi, non pochi dei mass media hanno scambiato le nuove sanzioni stabilite per i delitti comuni nelle modifiche del Codice Penale, per quelle previste nell'altra legge destinata a coloro che sono al servizio del nemico che svolge la guerra contro la loro nazione.

Le modifiche realizzate al Codice Penale si adeguano alle caratteristiche e circostanze del fenomeno delittuoso nel mondo e comprendono l'addizione di tre nuovi delitti: il lavaggio di denaro, il traffico di persone e la vendita di minorenni, a cui si aggiunge l'incremento delle sanzioni ai tipi delittuosi e ad altre condotte associate che danneggiano di più la tranquillità cittadina, i valori etici e morali della società e la salute del popolo.

E' vero che stabiliamo la pena di morte nei casi di estrema gravità, per gli autori di alcuni delitti essecrabili quali l'utilizzazione del paese per il traffico internazionale di droghe e gravi atti di violenza e corruzione di minorenni, poiché essa ci sembra imprescindibile nelle attuali circostanze del mondo quale meccanismo per scoraggiare tali ripugnanti condotte.

Rispettiamo coloro che in tante parti del mondo si oppongono alla pena di morte e condividiamo con loro la speranza che arrivi il giorno in qui essa non sia necessaria in nessuna società. Tuttavia, Cuba, un paese dove la disubbidienza alle leggi viene incentivata dall'estero mediante migliaia di ore settimanali di trasmissione illegale, non può rinunciare, per il momento, alla massima pena che viene imposta in altri paesi che non sono sottomessi a tale ostilità e assedio.

Le modifiche realizzate al Codice Penale si basano sui principi giuridici internazionalmente riconosciuti e, inoltre, sono sostenute dall'ampio richiamo del nostro popolo che, abituato alla sicurezza stabilita dalla Rivoluzione, ha esigito l'aumento delle sanzioni contro gli autori di codeste trasgressioni.

D'altra parte, la Legge di Protezione dell'Indipendenza Nazionale e dell'Economia di Cuba è stata presentata da coloro che detentano il monopolio dell'informazione quale una legge contro la libertà di pensiero e d'opinione. Immaginare che ciò sia possibile, sarebbe supporre un carattere sommesso e povera condizione umana di un popolo abituato a lottare per le proprie idee. A Cuba, nessuno è sanzionato per il fatto di pensare ed opinare.

Lo scopo di codesta legge è di punire i cittadini i cui atti favoriscano l'obiettivo della potenza aggressora con la sua guerra economica: destabilizzare il paese, sovvertire l'ordine interno e distruggere la Rivoluzione. Questa legge tipifica i delitti di collaborazione con il nemico, non delitti d'opinione come si vuole far credere.

La guerra intensa e priva di scrupoli degli Stati Uniti ha forzato non solo Cuba, ma anche l'Unione Europea ed altri stati come il Canada, il Messico e l'Argentina ad approvare leggi per proteggere la propria sovranità ed indipendenza dalle decisioni extraterritoriali del Congresso Nordamericano.

La nostra nuova legge protegge non soltanto la sovranità e i diritti dei cubani, ma anche quelli dei nazionali di paesi terzi particolarmente colpiti dalle pressioni, le misure repressive e le sanzioni che gli applicano come parte della politica di blocco.

Organizzata dagli Stati Uniti e durante più di un anno, si è svolta una campagna pubblicitaria di menzogne contro la Rivoluzione Cubana a causa dell'arresto di quattro cittadini che sono stati processati adesso per il delitto d'incitazione alla sedizione, e condannati a pene tra i tre e mezzo e i cinque anni di privazione di libertà.

La loro sorte sarebbe stata diversa se fossero stati processati da qualche tribunale nordamericano. Lì, soltanto per alcuni dei delitti da loro commessi a Cuba che implicherebbero la violazione dei Regolamenti di Controllo di Attivi Cubani del Dipartimento del Tesoro, sarebbero stati condannati a pene di dieci anni di privazione di libertà e 250 mila dollari di multa. Non per tentata sovversione o cospirazione contro il governo, ma semplicemente per stabilire comunicazione con un governo o agente straniero, ai sensi della bicentenaria e ancora vigente Legge Logan, si castiga qualunque persona con una multa fino a 5000 dollari e tre anni di carcere.

Nel processo a loro seguito è stata ampliamente dimostrata la loro sostenuta collaborazione con il nemico tramite la Sezione d'Interessi degli Stati Uniti all'Avana, da cui ricevevano istruzioni, finanziamento, e mezzi, ai fini, tra altri, d' ostacolare mediante minaccie di qualunque tipo gli investimenti esteri, promuovere l'internazionalizzazione del criminale blocco che subisce il nostro paese e perturbare l'ordine interno. Come qualunque altra nazione, rivindichiamo il nostro diritto di condannare coloro che si pongano al servizio d'una potenza agressora della propria Patria.

Il potere dei mass media, gli interessi in gioco, la confusione d'idee, la mancanza d'informazione o la poca responsabilità provocano di solito che si dia maggiore credito alle menzogne degli aggressori che alle evidenze degli aggrediti.

Sappiamo che ci sono persone al mondo, incluso amiche, che a partire di paragoni con ciò che succede nei propri paesi o in altri hanno messo in dubbio la giustezza del processo giudiziario realizzato, per di più, con le massime garanzie e il massimo rispetto per la persona umana.

Tuttavia, nel momento di valutare Cuba e la sua Rivoluzione non si può dimenticare che il nostro non è un paese qualunque. Cuba è bersaglio permanente dell'atteggiamento ostile della nazione più potente del pianeta, che non ha mai interrotto le sue minacce ed agressioni. Siamo un paese bloccato da una superpotenza che ci costringe ad essere in permanente posizione di difesa e d'allerta perché la nostra decisione è di non diventare un'altra stella della bandiera nordamericana.

Non si può aggredire un paese durante 40 anni, né pretendere di sottomettere il suo popolo mediante un blocco criminale, né finanziare i sogni annessionisti e le attività controrivoluzionarie d'isolati gruppi di vendipatrie ed accusarlo poi perchè si difende.

Se non ci fosse la Legge Helms-Burton, il blocco e la guerra economica contro Cuba, orientate a frantumare l'ordine interno, destabilizzare il Paese e abbattere lo stato socialista e l'indipendenza di Cuba, non sarebbe necessaria la Legge di Protezione dell'Indipendenza Nazionale e dell'Economia di Cuba. Solo se si riconosce che le condizioni in cui si svolge la nostra realtà sono eccezionali, e che nessuna nazione nella storia ha dovuto sopportare la più ostinata aggressione da un vicino potente e vorace, si possono capire gli avvenimenti del nostro Paese. Si capisca che la guerra iniziata dagli Stati Uniti e i loro servitori annessionisti contro Cuba è una sola. Non ci sono compartimenti stagni. Guerra psicologica, bombe, sedizione, propaganda, vale tutto e tutto l'utilizzano. Sono tante le faccie ma un unico scopo.

Sarebbe valido domandarsi qui, all'interno della Commissione dei Diritti Umani, chi autorizzò gli Stati Uniti ad arrogarsi il diritto di assumere il ruolo, in apparenza vitalizio, di pubblico ministero contro Cuba?, chi gli concesse il diritto di erigersi a "giudice supremo" dei diritti umani nel pianeta, sembra anche in modo vitalizio?

Perchè si deve accettare che anno dopo anno il Dipartimento di Stato elabori sotto il mandato del Congresso di quel paese dei voluminosi rapporti che definiscono il modo di agire di tutte le nazioni nell'ambito dei diritti umani, escludendo, ovviamente, ciò che avviene nel proprio territorio?

Com'è possibile ammettere che gli Stati Uniti giudichino il mondo in 5000 pagine?

Si può per caso permettere che unilateralmente una nazione, che con uno sfrenato consumo di droghe ne incentiva la produzione e il traffico, rilasci dei certificati di "brutta condotta" a paesi produttori, spacciatori o di transito di droghe?

Perché gli Stati Uniti possono disprezzare la comunità internazionale, ignorando che l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite votano ripetutamente contro la politica del blocco a Cuba?

Perché permettono agli Stati Uniti l'adozione unilaterale di 61 sanzioni economiche contro un insieme di Paesi in cui abita 42% della popolazione mondiale senza nemmeno essere ammoniti?

Perché gli Stati Uniti si oppongono all'ampliamento del Consiglio di Sicurezza e alla partecipazione in esso, con le stesse prerogative dei membri attuali, di paesi quali l'India, Nigeria, Sudafrica, Indonesia, Brasile, Messico od altri?

Gli Stati Uniti s'innalzano sopra tutti e tutto per esigere per le violazioni dei diritti umani, essendo un Paese il cui dossier e ben lungi d'essere l'adeguato. In quella nazione, la più ricca e potente della storia:

Nella nazione più ricca e potente della storia:

La nazione più ricca e potente della storia che aggredisce Cuba e vi chiede di condannarla:

La nazione più ricca e potente della storia:

La nazione che intende giudicare il mondo è quella che ha lanciato bombe atomiche su Iroshima e Nagasaki, quella che invase Cuba per Baia dei Porci, quella che portò la guerra in Vietnam e con essa la morte di quasi 4 milioni di figli di quel coraggioso popolo. E' quella che invase Santo Domingo, Granada, Panama, Somalia; è quella della guerra sporca in Centroamerica, quella che appoggiò le dittature piú genocide della nostra regione e che addestrò in torture nelle scuole della CIA i propri sanguinari capi. La nazione che intende giudicare il mondo, decise di fare guerre per conto proprio e lanciare missili in qualunque direzione per, comunque, chiarire dopo gli equivoci.

Il blocco e la guerra economica sono un vero e proprio genocidio. Il tentativo di annichilire un popolo mediante la fame e le malattie non può essere accettato dalla coscienza universale. La Nostra Patria viene sopportando ciò da 40 anni. In quale occasione un crimine così mostruoso è stato sottomesso all'analisi in questa Commissione?

Molto probabilmente fra poche ore s'inizieranno brutali attacchi aerei della NATO, sotto l'egida degli Stati Uniti, contro la Serbia, il cui popolo è stato il più eroico nella lotta contro le orde naziste durante la Seconda Guerra Mondiale. L'uso e l'abuso della forza non possono essere la soluzione ai problemi del mondo. Chi difenderà i diritti umani delle persone innocenti che moriranno sotto i missili e le bombe che cadranno sul piccolo paese nella culta e civile Europa?

Se il mondo diventasse tribunale, gli Stati Uniti, per molti secoli, non potrebbero alzarsi dal banco degli accusati.

Il governo degli Stati Uniti, che vuole presentarsi come paladino dei diritti umani, conosce dell'esistenza nel suo territorio, di organizzazioni terroriste che agiscono contro Cuba, ha rapporti con esse e si beneficia dei loro soldi. Adesso spiegherò più profondamente tale affermazione.

Recentemente, furono presentate in due giudizi svoltissi all'Avana, prove testimoniali e documentali che hanno evidenziato irrefutabilmente che dirigenti della conosciutissima Fondazione Nazionale Cubano-Americana e il criminale a soldi Luis Posada Carriles, hanno partecipato in aggressioni terroriste ed altri atti contro Cuba e mantengono rapporti con enti e autorità americane. Ricordate che Luis Posada Carriles, che risiede attualmente a El Salvador, ed Orlando Bosch, in Florida, entrambi senza avere scontato le relative pene, furono gli autori del sabotaggio contro un aereo di Cubana in volo che costò la vita a 73 persone nell'ottobre 1976.

Assunti da conosciuti controrivoluzionari d'origine cubana e di provati rapporti con la CIA e la Fondazione Nazionale Cubano-Americana, due cittadini salvadoregni furono processati per aver collocato esplosivi in hotels della Città dell'Avana, uno dei quali provocò la morte di un giovane turista italiano e lesioni ad altri cittadini cubani e di altre nazionalità. L'obiettivo era quello di colpire il crescente sviluppo turistico cubano. Avevano anche intenzione di situare bombe in posti sacri della storia della Patria, tra cui il mausoleo dove riposa la salma di Ernesto Guevara. La CIA assassinò il Ché, ma non è riuscita a sopprimere le sue idee; lo seppellirono, così come ad altri che morirono assieme a lui, in luoghi sconosciuti, le cui spoglie sono state quasi tutte ricuperate dall'umanità dalle loro ignote e disperse tombe. Adesso avevano l'intenzione di far saltare con l'esplosivo i loro resti.

Siamo consapevoli che tali processi e le denunzie fattesi durante essi ebbero una scarsa copertura informativa e insufficiente ripercusione internazionale.

Per questo motivo dobbiamo ripetere in questa sede che la Fondazione Nazionale Cubano-Americana, organizzazione registrata negli Stati Uniti come "non lucrativa, filantropica ed educativa", è infatti una mafia terrorista la cui elevata fortuna di origine molto scura fu creata a partire dalla frode, dalla malversazione, dal privilegio e dall'appoggio governativo, e ha sostenuto costose campagne politiche per aiutare ad eleggere negli Stati Uniti Sindaci, Rappresentanti, e addirittura Senatori e Presidenti.

Tale organizzazione, che apporta fondi ai Partiti Repubblicani e Democratici, svolge attività di lobbies, promuove e fa approvare leggi genocide contro Cuba; raggruppa ed appoggia i peggiori terroristi usciti dalla CIA; organizza e finanzia piani di attentati e assassinio di dirigenti cubani; concepisce e realizza crimini contro lavoratori e turisti, non ha mai cessato di appoggiare ogni progetto di aggressione e d'intervento militare concepito contro Cuba. Ecco la sua "biografia".

I gruppi terroristi che agiscono dagli Stati Uniti allo scopo di sconfiggere la Rivoluzione cubana si proteggono con l'ostilità crescente di questo Paese contro il nostro. Dal 1992 finora, sono stati approvati negli Stati Uniti oltre 21 disposizioni legislative, tra cui le Leggi Torricelli e Helms-Burton; furono inviate lettere di avvertimento e hanno negato visti per intimidire imprenditori stranieri con investimenti nel nostro Paese; si sono preparate liste nere con quelli che fanno il commercio con Cuba e si sono negati permessi per operare voli a Cuba e per mostre di attrezzature mediche e farmaci. Non hanno mancato i processi penali, le minacce e le multe contro ditte e cittadini americani per avere rapporti con Cuba e si sono denegati donazioni di farmaci.

Può un Paese incrociare le braccia mentre il suo vicino elabora una legge dopo l'altra e applica una misura dopo l'altra per ricolonizzarlo?.

Si parla, malgrado tutto, e anche se sembra incredibile, di una flessibilizzazione della politica nei confronti di Cuba, allo scopo di frenare il rifiuto crescente al blocco dell'opinione pubblica dentro e fuori degli Stati Uniti, smobilitare il potente movimento di solidarietà con il nostro Paese, sempre piú forte, sopprimere il contenuto patriotico della nostra resistenza e ingannare colui che voglia o gli sia conveniente lasciarsi ingannare.

In tale senso s'iscrivono le misure annunciate dal presidente William Clinton il 5 gennaio scorso e che, consapevolmente o meno, molte agenzie stampe, governi e personalità accolsero e commentarono come gesto per addolcire il blocco.

Visto che al mandatario americano gli è negata, perché ne ha rinunciato, ogni facoltà esecutiva su questo argomento, lo stesso portavoce della Casa Bianca è stato tassativo nel dire che tali misure non rappresentavano cambiamenti nella politica nei confronti di Cuba e addirittura la Segretaria di Stato si è affrettata nel ratificarlo.

Sarebbe utile ricordare che mesi primi, nel marzo 1998, l'amministrazione statunitenze annunciò altre misure, anche esse di apparente e ingannosa significazione.

La cosiddetta flessibilizzazione non è altro che la pretesa di finanziare ed appoggiare i propri agenti sull'Isola, e di cercare di sovvertire l'ordine interno nel nostro Paese. Non ci hanno venduto nenmeno un'aspirina, né la Compagnia Western Union ha potuto aprire all'Avana un ufficio per inviare rimesse familiari, né le stesse possono essere inviate senza restrizioni, né si sono agevolati i viaggi dei cittadini d'origine cubana, e, d'altra parte, si ostacolano perfino le telefonate tra i due Paesi.

Di fronte ad una politica cosí criminale, fallita e ridicola, finalizzata giá la guerra fredda e godendo di un'egemonia assoluta, molti nel mondo si chiedono perché gli Stati Uniti non mettono fine a questa ostinata politica e voltano quella pagina sordida della storia.

Il vero motivo è la corruzione del sistema politico americano, quello che ci vogliono imporre come modello, e la prevalenza di scuri interessi politicanti al di sopra dei principi etici elementari ai quali non dovrebbe rinunciare in nessuna circostanza la politica di in un Paese che vuole alzarsi quale paradigma.

Bastano semplici equazioni: i congressisti, per essere rieletti oppure quelli che aspirano ad esserlo, sono costretti a cercare molte risorse per finanziare le loro campagne elettorali. Essere senatore negli Stati Uniti costa come media non meno di 3 milioni di dollari. Chi gli apportano?, aziende ed ogni tipo di organizzazione. Alcune come quella Fondazione Nazionale Cubano-Americana, più tardi reclameranno, allo stile dei "padrini della mafia" il voto per una legge o per un emendamento, la firma di un'altra, la condanna dell'inconcepibile, la tolleranza davanti all'organizzazione e l’addestramento per azioni terroriste, il montaggio di "show" davanti ad organismi internazionali. Dando e dando, como nei giochi infantili. Ecco la norma abituale, salvo conosciuta e onorevole eccezioni che per il loro prestigio riescono a superare tali circostanze avverse, o quelli che hanno abbastanze risorse proprie per finanziare le loro campagne.

Ovvero, cosa si potrebbe pensare dell'informazione pubblicata nell'edizione del 5 marzo scorso sul giornale americano "Il Nuovo Herald intitolato "La Fondazione incontra Clinton " dove si parla di un incontro per ricavare fondi "per la campagna politica del senatore democratico Robert Torricelli a New Jersey"?. Come capire tale incontro del Presidente degli Stati Uniti con dirigenti della Fondazione quando nessuno conosce meglio delle autoritá ed enti statunitensi chi sono e cosa fanno?. Cosa potrebbe pensare il popolo cubano di un Presidente con tali amicizie?.

Forse tali fatti e tali complicità non sarebbero condannati?. Si direbbe che le condanne contro gli stati membri nelle Nazioni Unite sono riservate e avanzano solo per i paesi sottosviluppati.

Sono molte di più le falsità che avremmo potuto smentire e le ingiustizie che avremmo potuto denunciare in questa sede, che è stata testimone di successive e indignanti vendette contro Cuba, a partire dalla manipolazione politicizzata e selettiva della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani con la quale i potenti vincitori della guerra fredda hanno deciso di assoggettare il nostro popolo e lacerare la sua sovranità e autodeterminazione.

Una volta, per i corridoi di questa stessa sede, camminò, con passo leggero, un paralitico inventato dalla propaganda americana, al quale, diedero, inoltre, il titolo di poeta e di ambasciatore. La sua musa è stata l'unica cosa che non si è mai alzata della sua sedia a rotelle.

Coloro che conoscono un po' la storia della Rivoluzione Cubana sanno che dai giorni della guerra di liberazione, non si è mai detta una bugia.

La verità è stata sempre la nostra arma principale. Con essa ci siamo guadagnati il rispetto anche dei nostri nemici, per questo siamo qui. Con la verità si è indebolita la viscerale posizione degli Stati Uniti finché nel 1998, dopo 7 anni, 19 nazioni membri di questa Commissione respinsero la risoluzione anticubana.

Ma sapevamo che quella non era la fine della battaglia e che gli Stati Uniti avrebbero continuato a estorcere altri stati per riprendere i suoi affani non gloriosi contro di Cuba.

E cercò e trovò un buon pettegolo che avesse assunto i suoi immorali propositi e assumesse la responsabilità di qualunque risultato: un'infamante sconfitta od una vittoria di Pirro. Non ci meraviglia la scelta, ci sarà sempre qualcuno che, nel cercare qualche bricciola si presti a qualunque atto vergognoso, dimenticando che in certe occasionali alleanze "colui che semina venti raccoglie tempeste".

Per molti dei rappresentanti qui presenti sarà difficile pronunciarsi in favore di un testo di condanna a Cuba perché non sono stranei a quello che è stato fatto a Cuba per i diritti umani del suo popolo, perché sanno che accusarci di trasgredirli è un'infamia, perché sono sufficienti gli esempi di come essendo un Paese senza grosse ricchezze materiali e ancora nelle attuali tappe di difficoltà e carenze, ha saputo essere solidale.

Ci si accusa di violazione dei diritti umani mediante un testo che merita la medesima perversa manipolazione dei precedenti.

Anche se viviamo bloccati e circondati e con molto meno risorse degli altri:

Dove sono gli analfabeti a Cuba, i bambini senza scuole e gli insegnanti senza classe?.

Dov'è un solo cubano senza assistenza medica?

Dove sono gli handicappati senza opportunità per studiare e lavorare?

Dove si può trovare a Cuba un pensionato senza pensione o un anziano senza protezione?

Dove si trovano le donne con salari inferiori a quello degli uomini svolgendo lo stesso lavoro?

Dov'è la discriminazione raziale o la xenofobia?

Dove sono a Cuba i lavoratori licenziati senza garanzie né protezione?

Dov'è un solo compatriota abbandonato alla sua sorte?

Dove si può trovare un solo torturato o un assassinato, o uno scomparso da un capo all'altro dell'isola?

Dove sono a Cuba gli squadroni della morte e le esecuzioni extra penali?

Un popolo come quello cubano, educato sui principi della Rivoluzione, nell'etica e nella morale della Rivoluzione, può venire qui con la testa in alto e la coscienza pulita.

Il popolo cubano conosce molto bene che con la Rivoluzione si istaurò a Cuba, per la prima volta nella storia, la vera fruizione delle più vaste libertà.

Abbiamo dato la possibilità ai nostri cittadini di partecipare realmente agli affari del Paese e all'adozione di decisioni chiavi.

Abbiamo organizzato i lavoratori, contadini, intellettuali, giovani, studenti, donne, vicini e anche i bambini nelle loro associazioni che autonomamente rappresentano gli interessi dei relativi settori e contribuiscono allo sforzo comune.

Non sentiamo vergogna della nostra stampa, scarsa ma pulita e libera di meschini propositi.

Le nostre elezioni sono trasparenti.

I candidati vengono proposti dal popolo, e nelle urne, custodite dai nostri bambini, vota il 98% degli elettori. Non c'è la minima frode e gli scrutini sono pubblici.

Certamente, abbiamo un solo partito. Ma questo partito non nomina né sceglie i primi posti delle liste, né elegge in anticipo i membri del Parlamento. Nel nostro paese, dalla base, è il popolo chi nomina ed elegge coloro che lo rappresentano. Preferiamo questo partito che ci unisce, alla frammentazione e alla divisione. Ma al tempo stesso che rispettiamo il sistema scelto da ogni nazione, esigiamo che venga rispettato il nostro. Gli Stati Uniti non condannano né perseguitano Paesi alleati che non hanno alcun partito o democrazia.

Se non siamo capiti, non per questo andremo a venderci. Ricordiamo che la chiesa, secolo dopo, finì dando ragione a Galileo.

Il nostro impegno nei confronti dei diritti umani supera i confini della Patria, senza farci pagare un centesimo e con la maggiore generosità possibile:

Quanti possono dire la stessa cosa tra coloro che cercano di giudicarci?

Quanto sopra detto, sarà assolutamente gratis, apportando il prezioso capitale umano creato dalla Rivoluzione. Prova irrefutabile che dimostra che nonostante il blocco e la guerra economica si può fare tanto con molto poco.

Dai paesi industrializzati e ricchi si spera di ottenere il minimo dei medicinali indispensabili. Molte organizzazioni non governative lo stanno già facendo.

Non si difendono i diritti umani imponendo ciò che avanza, ma distribuendo senza condizioni ciò che si ha e si necessita.

Per noi i Diritti Umani sono qualcosa in più dei principi contenuti nella loro Dichiarazione Universale.

I Diritti Umani sono giustizia sociale, uguaglianza reale e giusta distribuzione delle ricchezze.

Il tempo di questa Commissione e di altri organi del sistema delle Nazioni Unite non dev'essere sprecato da coloro che pretendono di accusarci a causa dei rancori, ma nella ricerca delle soluzioni ai grossi problemi del mondo.

Si parli e si cerchino soluzioni alla povertà del 60% della popolazione mondiale e alla estrema povertà del 25% della medesima; per gli 800 milioni che soffrono la fame e per i 2 miliardi che soffrono di anemia a causa di deficenze nutrizionali.

Si pensi agli oltre venti milioni di africani che soffrono l'AIDS e non possono avere i medicinali.

Domandiamoci s'è giusto che si esiga alle nazioni dove abitano questi esseri umani la riscossione dei debiti che tante volte superano la metà delle loro ridotte entrate, nel frattempo, solo negli Stati Uniti si spendono 8 miliardi in cosmetici; 17 miliardi di dollari in generi alimentari per animali domestici in tutti i paesi ricchi e 400 miliardi in droghe stupefacenti in tutto il mondo.

 Quasi 800 miliardi di dollari vengono investiti ogni anno nel mondo per produrre armi, di cui oltre 300 miliardi negli Stati Uniti, nel frattempo, ogni 24 ore si aggiungono 68 mila nuovi indigenti alla famiglia umana e muoiono 25 mila bambini a causa di malattie guaribili.

Il 20% della popolazione mondiale che abita maggiormente nei paesi sviluppati realizza l'86% delle spese mondiali in beni di consumo, le 225 persone più ricche del mondo hanno una ricchezza pari all'entrate annue di 2 miliardi e 500 milioni di esseri umani, e i tre più opulenti posseggono attivi che superano il PIL dei 48 paesi meno sviluppati.

La deforestazione si centra nei paesi poveri, però oltre la metà del legno e i tre quarti della carta vengono utilizzati dai ricchi. La depredazione ha esaurito molte specie di pesci e aumentato i prezzi fino a farli diventare irraggiungibili ai poveri. I gas dei paesi sviluppati inquinano l'atmosfera danneggiando l'ambiente di tutti, e il paese che emette il 25% degli inquinanti, si oppone alla diminuzione delle proprie emanazioni.

Le differenze tra paesi ricchi e poveri crescono, nel frattempo, negli Stati Uniti migliaia di centroamericani vengono estradati nonostante il fatto che i loro paesi siano stati devastati da un uragano, e si alzano dei muri come quello della frontiera con il Messico dove in un anno muoiono più latinoamericani che tutte le persone morte nel tanto famoso Muro di Berlino.

La Risoluzione contro Cuba presentata in questa Commissione, non è la conseguenza delle ipotetiche violazioni dei diritti umani, né dei processi e condanne ai traditori della patria e ai terroristi, né delle leggi che difendono la nostra indipendenza.

 Ciò che oggi ci conduce qui è l'ostinazione patologica degli Stati Uniti nei confronti di Cuba, che viene dagli inizi del XIX secolo, perchè già allora l'annessione di Cuba era un anelato obiettivo dei piani d'espansione di quel paese.

Ciò che ci conduce qui è l'impotenza del potente vicino per non aver potuto impossessarsi di Cuba come lo fecero con il Porto Rico e con oltre la metà del Messico, e tanto meno distruggere l'eroica ed esemplare Rivoluzione, nata nel 1959, nemmeno dopo la scomparsa dell'Unione Sovietica e dei paesi socialisti.

Ciò che ci conduce qui è la reazione nordamericana alla resistenza del mondo nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite dove da sette anni ormai, e ogni volta in modo più massiccio, si condanna il blocco contro Cuba.

Alcune delle armi più frequenti dell'impero contro la Rivoluzione Cubana sono state le menzogne lanciate senza scrupoli al mondo. Sono arrivati a dire che il nostro Governo è impegnato nel traffico di narcotici e che Fidel Castro possiede una delle maggiori fortune del pianeta. Ciò che potrebbe dirsi è che Cuba è probabilmente il paese più libero dalle droghe nel mondo, che il nostro Governo si trova a migliaia di anni luce dalla corruzione che oggi si diffonde quale sequela incontrollabile del neoliberalismo e che il nostro Presidente è uno dei più onesti e straordinari leaders politici del presente secolo, che ha dedicato la vita al suo popolo e a tutti i popoli del mondo, con tanta passione e fermezza quanto austerità e onestà personale.

Il socialismo che difendiamo si sostiene con il morale. Il nostro mondo sa che coloro che svolgono le principali cariche nel paese non hanno affari privati e vivono del proprio lavoro. Non lottiamo per proteggere proprietà personali, ma per difendere le nostre idee. Non ci saranno eredità, né privilegi per i nostri figli, solo esempi.

Potranno continuare le calunnie e le menzogne e come sogliamo fare i cubani di fronte ad esse ricorriamo a Martí: "Un principio giusto dal fondo di una grotta è più potente di un esercito".

Nessuna nazione dev'essere condannata per difendere la propria indipendenza.

Il mondo globalizzato in cui ci ha toccato vivere non può svilupparsi a partire d' un pensiero unico e un potere egemonico.

Cuba lotta e continuerà a lottare per un mondo giusto.

Tante grazie