Discorso pronunciato dal Generale d’Esercito Raúl Castro
Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, al Terzo Periodo
Ordinario di Sessioni della VII Legislatura dell'Assemblea Nazionale del Potere
Popolare, al Palazzo dei Congressi, il 1º agosto 2009, "Anno del 50º
anniversario del trionfo della Rivoluzione."
Compagne e compagni,
Abbiamo avuto giorni d’intenso lavoro.
Il 26 luglio, a Holguín, ho spiegato che il mio sarebbe un discorso
molto breve, considerando che durante la settimana ci sarebbero delle riunioni
dove si dibatterebbero a profondità questioni più complesse.
Il giorno 29, è stato consacrato interamente al VII Plenum del Comitato
Centrale del Partito, con il suo Ufficio Politico e la sua Segreteria, al quale
hanno partecipato, inoltre, come invitati, i membri del Consiglio di Stato e del
Consiglio dei Ministri, in altre parole, i principali dirigenti del Partito, lo
Stato, il Governo ed i quadri delle organizzazioni di masse, in
rappresentazione della società. Più
avanti mi riferirò ad alcune questioni affrontate al Plenum, benché ieri si è pubblicata
una breve informazione sulla nostra stampa.
Ugualmente, il giorno successivo si è tenuta la riunione ordinaria del
Consiglio dei Ministri, dove è stato approvato il secondo aggiustamento delle
spese dell’anno in corso e degli accordi per affrontare la tesa situazione
finanziaria che vive la nostra economia.
Durante la settimana si sono tenute anche le commissioni dell'Assemblea
Nazionale, nelle quali i deputati hanno ricevuto una dettagliata informazione e
hanno dibattuto circa l'adempimento in tutte le sfere di lavoro del Paese. Oggi, in questa sessione plenaria altre
questioni importanti sono state analizzate e decise. Sono state approvate le leggi del Sistema
Nazionale di Musei e del Controllore Generale della Repubblica, il che è stato
preceduto da un ampio processo di divulgazione, analisi e consolidamento delle svariate
opinioni a tutti i livelli.
La prima,
D’ altra parte, con
Questa istituzione svolgerà un ruolo essenziale nell'elevazione
dell'ordine, la disciplina economica, il controllo interno ed il confronto
risoluto di qualunque manifestazione di corruzione, così come delle cause e
condizioni che possono favorire la negligenza e la criminalità in un qualunque
dirigente e funzionario.
Contribuirà alla depurazione di responsabilità amministrative e penali, sia
degli attori diretti dei delitti che dei collaterali che sono, questi ultimi,
come definisce
L'Assemblea ha appena scelto come Controllore Generale la deputata Gladys
Bejerano Portela, chi riceverà tutto il mio appoggio nel compimento delle sue
funzioni e soprattutto gli esigerò che lo faccia perfettamente. Ugualmente, saremo attenti, sia il Partito che
il Governo, perché agiscano con lo stesso impegno i dirigenti in altre istanze.
Sono sempre questioni essenziali, più ancora nei momenti che viviamo.
Nella passata sessione dell'Assemblea tenutasi nel mese di dicembre, ho
avvertito che l'anno 2009 rappresentava una difficile sfida per i cubani, dopo
le perdite e danni subiti, pari a 10 000 milioni di dollari, a causa dei tre
devastatori uragani. Il primo, Gustav, ha
cominciato a danneggiarci il 30 agosto ed il terzo, Palma, ha causato danni
fino al 9 novembre. Cioè che in appena
72 giorni si è perduto circa 20 percento del Prodotto Interno Lordo, il noto
PIL. A ciò si aggiungeva l'incertezza
che presupponeva la crisi economica e finanziere mondiale, ed i suoi
inevitabili impatti sulla nostra economia.
Allora pensavamo di crescere un 6 percento, già in aprile, quando siamo
stati costretti di fare il primo aggiustamento del piano, abbiamo abbassato la
nostra aspettativa al 2,5 percento ed abbiamo constatato che nel primo
semestre, la crescita del PIL è stato del 0,8 percento. Ciononostante, calcoliamo che finiremo l'anno
con un 1,7 percento circa.
Le nostre esportazioni sono diminuite notevolmente a causa della caduta dei
prezzi. Il nichel, per esempio, da una
media di 21.100 dollari la tonnellata l’anno scorso, si è venduto come media a
11.700 nel primo semestre. Nei primi
mesi dell'anno è stato anche inferiore ed abbiamo pensato alla chiusura
temporanea di alcuni impianti di nichel.
Il turismo affronta il paradosso che nonostante avere ricevuto finora un
2,9 percento più di visitatori, le entrate diminuiscono per il deterioramento del cambio delle principali monete contro il
dollaro statunitense. In parole povere,
più turisti e meno entrate.
Ha anche diminuito, soprattutto, il valore delle nostre importazioni, favorendo
un bilancio commerciale quasi equilibrato, ma l'effetto accumulato d’impegni contratti
in precedenza, così come la difficoltà supplementare per accedere a fonti di
finanziamento, hanno complicato ancora di più la situazione finanziaria del Paese.
Nonostante la ferma volontà d’onorare ogni obbligo contratto, siamo stati
costretti a rinegoziare debiti, pagamenti ed altri impegni nei confronti di enti straniere, qualcosa che
è abbastanza comune nel mondo in questi giorni.
In linea di massima, abbiamo trovato comprensione e fiducia da parte dei
nostri partner ai quali ratifichiamo oggi il riconoscimento e la sicurezza nel
compimento degli accordi conclusi.
Al tempo stesso, nuovi procedimenti sono stati messi in atto di recente per
agevolare le transazioni con l'estero, quello che implica ugualmente elevare la
disciplina ed il controllo in questa materia.
Siamo stati conseguenti con la necessità di aggiustare le spese
secondo le entrate. Non sono economista e non mi è spettato
neppure negli anni di Rivoluzione dedicarmi ai dettagli dello sviluppo
dell'economia, ma parto della logica che, come ho già detto nella passata
sessione del Parlamento, nessuno, né un individuo né un Paese, può spendere
indefinitamente più di quello che riceve.
Due più due fanno sempre quattro, mai cinque. Oggi aggiungo, come ho detto tre giorni fa
nel Plenum del Comitato Centrale, che nelle condizioni del nostro socialismo
imperfetto, a causa di insufficienze proprie, molte volte due più due fa tre.
Stiamo mettendo a punto i piani dell'economia per l’anno venturo le cui linee
guide sono state ormai approvate dal Consiglio dei Ministri. Ne citerò due, da una parte, pianificare la
bilancia di pagamenti senza deficit e perfino con una riserva che consenta di
fare fronte agli imprevisti, e dall'altra, assicurare integralmente e dare
priorità assoluta alla crescita delle produzioni e servizi che apportano
entrate in valute.
Questa è la linea che abbiamo convenuto al VII Plenum e che dovranno
osservare tutte le istituzioni, sotto la direzione del Ministero d’Economia e
Pianificazione, importante organismo dell'amministrazione centrale dello Stato,
al quale noi tutti dobbiamo aiutare, appoggiare e soprattutto rispettare.
Nell’anno in corso, si continuarono adottando diverse misure per rinforzare
la nostra istituzionalizzazione ed il funzionamento del Governo e dello
Stato. Sono stati nominati quattro nuovi
vicepresidenti del Consiglio dei Ministri che, assieme ai due già esistenti, si occupano
dei ministeri, istituzioni nazionali ed importanti programmi di sviluppo. Ha
continuato la ristrutturazione dell'apparato statale, fondendosi vari organismi
dell'amministrazione centrale dello Stato ed altre entità, con la conseguente
riduzione di spese, trasporto e organici, per non dire pratiche non
necessarie. Questo processo continuerà
d'ora in poi gradualmente allo scopo d’elevare l'efficienza nella gestione
governativa. Cresce la coesione ed il
lavoro armonico ed integrato degli organi collettivi di direzione del Partito,
lo Stato ed il Governo.
Ci sono dei modesti progressi nonostante le tensioni esistenti nella nostra
economia. L'equilibrio monetario interno
mostra una delle situazioni più favorevoli degli ultimi 20 anni. I prezzi, benché alti, si mantengono stabili. D’altra parte ha aumentato l'incorporazione
di persone al lavoro. Salvo eccezioni, s’incrementano
le produzioni agro-pastorali,
industriali, il trasporto visto nel suo insieme e si garantiscono i servizi
sociali alla nostra popolazione, con speciale riguardo la salute, l'educazione
e le attività culturali ed artistiche.
In materia di salute, con le insufficienze che tutti conoscono, abbiamo
dato una dimostrazione palese della nostra capacità per affrontare ogni tipo di
epidemie.
Siamo dei pochi Paesi del mondo che può affermare che ha sotto controllo la
pandemia del virus A H1N1. Per esempio,
fino ad ieri sera in più di 171 nazioni continua ad aumentare questa malattia e
secondo le informazioni all'Organizzazione Mondiale della Salute, esistono più
di 177.000 contagiati ed i morti superano la cifra di 1.100.
A Cuba sono stati confermati 242 casi, di cui 135, più della metà, sono
importati, cioè, persone malate che viaggiarono all'isola; 50 sono introdotti, cioè, individui infettati
da malati provenienti dall’estero, e 57 sono definiti come autoctoni, contagiati
qui da casi introdotti. Di tutti essi, 232 sono ormai usciti dall’ospedale e gli
altri 10 hanno un'evoluzione favorevole.
Finora non abbiamo avuto complicanze né decessi. Questo è risultato del sistema sanitario
sviluppato dalla Rivoluzione e dimostra inoltre che quando ci sono gli
argomenti necessari, si adottano le misure organizzative richieste, con la
partecipazione di tutto il popolo, e si esige, ci sono dei risultati.
Possono menzionarsi altri, come il fatto che fino alla data odierna si sono
evitati i fastidiosi blackout alla popolazione, a causa di deficit di
generazione, escludendo quei motivati da
manutenzione alle reti di distribuzione d’elettricità o altre cause.
Ciò sarebbe stato impossibile senza la strategia tracciata dal compagno
Fidel ed i conseguenti passi dati nella generazione ed il risparmio d’energia
elettrica.
Nei primi mesi dell'anno in corso la domanda è stata superiore al consumo
pianificato, in circostanze dove è impossibile importare più combustibile. Le decisioni adottate hanno consentito di
cambiare la situazione a giugno, benché in luglio i risultati non sono stati
tanto favorevoli. Sembra che stia
passando già l'impulso iniziale come normalmente succede e che è un difetto che
caratterizza abbastanza a molti dei nostri quadri e funzionari. È necessario elevare, in quello che resta dell’anno
e per il futuro, il rigore in questa questione cruciale. È molto semplice, l’unica altra alternativa è
quella d’adattarsi strettamente al piano.
Si sono applicate misure eccezionali, come per esempio ritirare il servizio
a determinate entità per esagerare nel consumo pianificato, con i conseguenti danni,
e sono stati anche multati alcuni furbi per commettere frodi nei metri
contabili dei loro domicili. Avverto a
questi ultimi che si agirà in modo più rigoroso, compreso il taglio
dell'elettricità ai recidivi per termini prolungati e perfino di modo definitivo,
se fosse necessario.
Mentre si è riuscito a fermare la
crescita della spesa d’elettricità nel settore statale, ha continuato alzandosi
nel residenziale. Senza ignorare le alte
temperature di questi mesi, che siamo in fiere, ed altre ragioni obiettive, ma
consapevole che esistono riserve, lanciamo un appello al nostro popolo per
risparmiare al massimo. Alle
organizzazioni di masse nei quartieri spetta un ruolo maggiore in questo senso,
sotto la direzione del Partito, con azioni razionali ed adeguatamente
coordinate convincendo la popolazione.
I bisogni sono molti e occorre stabilire la priorità. La loro soluzione dipenderà di un maggior e
miglior lavoro da parte nostra. Quello
che dobbiamo eliminare definitivamente è
l'irresponsabile atteggiamento di consumare senza che nessuno o pochi si
preoccupino di quanto costa al Paese garantirlo e soprattutto se può farlo
veramente.
Sappiamo per esempio quanto opprimente è non avere abitazione, ma come ho già
detto spesse volte, la soluzione non dipende di desideri, richiede tempo,
risorse e soprattutto lavoro. Diventa più difficile se non sono sufficienti i
costruttori, come succede di solito.
Ci sono anche alcune province dove non sono neanche sufficienti le persone
disposte ad essere maestri, poliziotti o a realizzare altri lavori che esigono una
particolare consacrazione o uno sforzo fisico. Ne ho già parlato nella sessione
precedente dell'Assemblea, e sono stato
e continuerò al corrente dei progressi delle singole provincia in merito all'incorporazione della
sua popolazione a questi compiti.
È un tema nel quale occorre cercare soluzioni secondo la realtà, oltre a fare un appello al pudore delle persone, che anche
questo è importante.
Nel settore dell'Istruzione più di 7.800
pensionati sono tornati alle classe ed altri 7.000 hanno posticipato la
loro pensione, i quali, sommati ai maestri che declinarono la loro richiesta di
dimissione e quelli che si incorporarono di nuovo, ci permette di contare per il
prossimo corso con circa 19.000 docenti di più.
Sono sicuro che l'esempio di queste compagne e compagni sarà imitato da
molti altri, e inoltre, quelli che stanno
arrivando all’età della pensione che restino, se è possibile, nei loro posti
per un po’ di più, ricevendo la pensione corrispondente oltre al loro
salario. È già una cifra da considerare.
Di recente si è approvato un modesto incremento salariale a questo
settore. Avremmo voluto che fosse
superiore e - così lo tentiamo - si
retribuisse di modo più giusto lo sforzo dei nostri maestri e professori; ma, studiando profondamente la questione, è
stato il possibile che si è potuto approvare nella situazione attuale, e così
l'hanno apprezzato questi abnegati lavoratori.
Le spese sociali devono essere in accordo con le possibilità reali, e ciò
impone, sopprimere quelle di cui si può prescindere. Può trattarsi di attività vantaggiose e perfino
lodevoli, ma semplicemente non sono a portata dell'economia.
In tale senso, si studiano vie per ridurre la cifra degli alunni pensionati
e semi-pensionati negli stabilimenti d’insegnamento a tutti i livelli. Per esempio, ci sono licei e scuole secondarie
in campagna in posti che non richiedono più la loro partecipazione ai lavori
agricoli e la cui iscrizione `proviene, soprattutto, da zone urbane. Quelli stabilimenti si sposteranno
progressivamente alla città pian piano
verranno garantite le condizioni materiali ed organizzative.
È una decisione in onore di un maggiore risparmio nelle abbondanti spese
nell'istruzione, senza portare pregiudizio sulla qualità, che inoltre eviterà
circa 5.000 maestri lunghe ore di trasporto da e verso le loro case ed eleverà il
ruolo delle famiglie nella formazione dei loro figli. Ci sarà, comunque necessario, mantenere alcune
scuole con alunni interni in zone rurali.
Un altro aspetto in cui si sono fatti passi solidi è quello di rendere
compatibili i posti promossi dai centri docente con le esigenze attuali e prospettive
dello sviluppo socio-economico dei singoli territori.
Con la stessa razionalità si adotteranno altre decisioni nell'ambito
dell’istruzione, la salute pubblica e gli altri settori budgetari, allo scopo
di eliminare spese che insostenibili che hanno aumentato di anno in anno e che
inoltre sono poco efficaci o ancora peggio, fanno che alcuni non sentono la
necessità di lavorare.
In merito alla suddetta concezione si è regolato l’impiego molteplice, come
alternativa per approfittare meglio le potenzialità dei lavoratori e perché
loro possano aumentare le loro entrate. Lo
stesso include gli studenti in età lavorativa essendo questa una pratica estesa
nel mondo che oltre a soddisfare necessità personali, contribuisce a una loro
formazione superiore professionalmente e soprattutto per la vita.
Occorre conoscere i limiti, non per averne paura o utilizzarli da pretesti
e non fare nulla, bensì per determinare qual è la migliore alternativa è
metterla in pratica.
Il passato 26 luglio ho parlato dei risultati nella provvista di latte e
nella distribuzione di terre oziose, e ho menzionato l'urgenza di sfruttare
nella forma più intensiva possibile i terreni esistenti nei dintorni di quasi
tutti i paesini e città.
La prima esperienza ha cominciato nella città di Camagüey. Alla stessa partecipano tutti gli enti ed
organismi, sotto la direzione del Governo della provincia, a partire dalle loro
risorse e con un ampio utilizzo della trazione animale. Per il prossimo mese di gennaio si è previsto
mettere in pratica la suddetta esperienza in tutti i capoluoghi delle singole
province.
Questo programma l’abbiamo denominato programma d’agricoltura suburbana. Si svilupperà nelle terre che circondano le
città ed i paesini fino ad una distanza che permetta a coloro che ci lavorino di
arrivare spendendo il minimo di carburante.
Si è deciso d’incaricare questo nuovo compito al Ministero
dell'Agricoltura, particolarmente al deputato Adolfo Rodríguez Nodal e al suo
piccolo staff di lavoro che ha ottenuto risultati importanti nell'agricoltura
urbana, frutto dell'esigenza e della sistematicità, espresse nei quattro
controlli che annualmente realizza a tutte le province e comuni del Paese.
In questo programma lasciamo da parte i trattori e i carburanti, benché li
avessimo in quantità sufficienti, il concetto è d’eseguirlo soprattutto
servendoci dei buoi perché si tratta di piccole proprietà, come lo fa con ottimi
risultati un numero crescente di produttori.
Ne ho visitato alcune e ho potuto accertare che hanno fatto diventare le
terre che lavorano in veri giardini dove usa ogni palmo di terreno.
Si lavora anche nel perfezionamento del sistema di provvista di prodotti
agro-pastorali, mediante una concezione integrale. Così come ha informato la stampa, si applica
già nelle province dell’Avana, ancora oggi con i soliti problemi, così come la
burocrazia che ha gestito questa attività per tanto tempo e secondo i risultati,
si faranno gli accomodamenti necessari e si generalizzerà al resto del Paese. In questo momento abbiamo concluso la
motorizzazione di 145 vecchi camion che uscirono ringiovaniti dalle officine e
che saranno destinati alla fornitura della capitale. Immediatamente si farà la stessa cosa con
altri 55 camion, per un totale di 200.
Con quello spirito occorre lavorare, non solo nell'agricoltura, bensì in
ogni attività produttiva o di servizi che apportino entrate alla nazione o
sostituiscano importazioni.
Ai compiti strategici come la produzione di generi alimentari, che come
abbiamo detto è una questione di sicurezza nazionale, dobbiamo aggiungere il
massimo possibile di persone, mediante tutte le forme di proprietà esistenti e
con l'ordine richiesto.
Possiamo contare su molti laureati universitari, in alcune specialità molto
al di sopra dei bisogni, ma se non riusciamo a cambiare la mentalità e creare
le condizioni obiettive e soggettive che garantiranno la forza di lavoro qualificata, chi lavorerà la
terra?, chi lavorerà nelle fabbriche ed officine?, chi in definitiva creerà le
ricchezze materiali che richiede il nostro popolo? A volte dà la sensazione che
ci stiamo mangiando il socialismo prima di costruirlo ed aspiriamo a spendere
come se fossimo al comunismo.
Passando ad un altro tema, i sette mesi trascorsi di questo anno, sono
stati testimoni di un importante azione di Cuba nell’arena internazionale. Perfino i nostri nemici più acerrimi non possono negare che
cresce il prestigio di questa piccola isola.
Abbiamo appena consegnato all'Egitto la presidenza dei Non Allineati,
movimento che secondo i loro Paesi membri, negli ultimi tre anni, sotto la
direzione di Cuba, si è rinvigorito e conta su una coesione ed influenza
superiori nei più svariati fori mondiali.
I popoli e governi dell'America latina e dei Caraibi, dando una prova in
più dei profondi cambiamenti avvenuti nei 50 anni trascorsi dal trionfo della
Rivoluzione e che le pretese di isolarci in questo emisfero sono fallite, hanno
reclamato unanimemente con rinnovate forzi l’eliminazione del blocco
nordamericano al Vertice delle Americhe in Porto Spagna.
La vittoria dell'Alba e de tutta la regione in San Pedro Sula, Repubblica
dell’Honduras è stata contundente, quando vincendo l'opposizione degli Stati
Uniti si è deciso di eliminare, senza nessun tipo di condizionamento,
l'anacronistica esclusione di Cuba dell'Organizzazione di Stati Americani alla
che, reitero un'altra volta, non abbiamo la minore intenzione di appartenere,
per ragioni ovvie, conosciute da voi tutti.
Cuba partecipa attivamente ai differenti meccanismi di integrazione che
esistono nella regione. La sua entrata
come membro pieno al Gruppo di Fiume, il passato mese di dicembre, fu un fatto
di alta rilevanza.
I nostri rapporti politici ed economici con Venezuela e altre nazioni
dell'Alleanza Bolivariana per i Paesi della Nostra America, così come con altri
Paesi della regione e del resto del mondo avanzano di maniera sostenuta e ferma. L'Alba, foro d’integrazione e solidarietà, si
consolida e, a sua volta, comincia anche a ricevere le aggressioni
dell'imperialismo.
Questa Assemblea ha appena adottato una dichiarazione sull’Honduras. Cuba ha condannato, in maniera ferma il colpo
di Stato in quel Paese, ha appoggiato risolutamente la restituzione immediata
ed incondizionata del legittimo Presidente e ha espresso la sua solidarietà con
quella nazione sorella. Quello che
succederà nell’Honduras sarà decisivo per il futuro della Nostra America. Il popolo honduregno avrà l'ultima parola.
Noi, nonostante, le difficoltà economiche e finanziarie, abbiamo onorato il
nostro compromesso morale in materia di cooperazione e solidarietà
internazionale.
Le due nazioni centroamericane che non avevano relazioni diplomatiche con
noi, le hanno stabilite negli ultimi mesi.
Sarebbe utile domandarsi che Paese è isolato in questa regione, non sembra
essere Cuba.
Abbiamo osservato con attenzione l'atteggiamento del nuovo Governo degli
Stati Uniti nei confronti della nostra nazione.
Se ci atteniamo strettamente ai fatti, l’essenziale è che il blocco
economico, commerciale e finanziere rimane intatto ed in completa applicazione,
come dimostra la persecuzione delle nostre transazioni con terzi Paesi e la
crescente imposizione di multe a società nordamericane e sussidiarie
straniere. Persiste inoltre
l'ingiustificata inclusione di Cuba nella lista di Stati promotori del
terrorismo internazionale che annualmente emette il Dipartimento di Stato.
Le positive, benché minime misure annunciate il passato 13 aprile, la
vigilia del Vertice delle Americhe davanti al clamore contro il blocco di tutto
il continente, che abrogherebbero le restrizioni ai viaggi dei cubani residenti
in quel Paese ed agli invii ai loro parenti e che permetterebbero anche alcune
operazioni in materia di telecomunicazioni, fino a questo momento non si sono
implementate. È importante che questo si
conosca, perché esiste abbastanza confusione e manipolazione nella stampa
internazionale al riguardo.
E’ vero che ha diminuito l'aggressività e la retorica anticubana da parte
dell'amministrazione nordamericana e, dopo sei anni di sospensione per decisione
di Bush, si sono ripresi il passato 14 luglio
le conversazioni tra ambedue i governi sul tema migratorio, le quali si
svilupparono in modo serio e costruttivo. Cuba ha reiterato che continuerà
compiendo scrupolosamente, come finora, gli accordi migratori e ha denunciato l’incoraggiamento
che per le partenze illegali ed il
contrabbando di persone pressuppongono
Alcune settimane fa,
Sono doveroso, con tutto il dovuto rispetto, di rispondere alla signora
Clinton e anche a quelli che nell’Unione
europea ci reclamano gesti unilaterali nella direzione di smontare il nostro
regime politico e sociale.
Non sono stato eletto Presidente per restaurare il capitalismo a Cuba né
per consegnare
È qualcosa che deve essere molto chiara perché rappresenta la ferma volontà
del popolo cubano nell’approvare nel febbraio
E più recente, nell'anno 2002, concretamente tra i giorni 15 e 18 giugno, 8.198.237
cittadini, quasi la totalità della popolazione in età elettorale, hanno firmato
la richiesta a questa Assemblea di promuovere la riforma costituzionale che ha
ratificato in tutte le sue parti
Colgo l'occasione per reiterare la disposizione di Cuba per sostenere con
gli Stati Uniti un dialogo rispettoso, tra uguali, senza ombra per la nostra
indipendenza, sovranità ed autodeterminazione. Siamo pronti a parlare di tutto,
ripeto, di tutto, ma di qui, di Cuba, e di là, degli Stati Uniti, non a
negoziare il nostro sistema politico e sociale. Non chiediamo agli Stati Uniti
che lo faccia. Dobbiamo rispettare mutuamente le nostre differenze.
Non riconosciamo al governo di quel Paese, a nessun altro né insieme di
Stati alcuno, giurisdizione sui nostri temi sovrani.
A Cuba, dal trionfo della Rivoluzione, non ha avuto un'esecuzione
extragiudiziale né scomparso né torturati, rettifico, a Cuba ha esistito
tortura, ma nella Base Navale di Guantánamo, imposta alla nostra Patria più di
cento anni fa, per l'infame Emendamento Platt promosso nel Congresso degli
Stati Uniti come condizione per la sospensione dell'occupazione militare yankee. Là sì, c’e stata la tortura, e quello fa
parte del territorio cubano, benché non la facessimo noi. Per quel motivo diciamo rispettosamente alla
signora Hillary Clinton, Segretaria di Stato di quel Paese che se vuole
discutere di tutto, discutiamo di tutto, di qui, ma anche di là.
Si è annunciata la chiusura del carcere nordamericano di Guantánamo, è una giusta
domanda dell'opinione pubblica mondiale, ma la questione non deve fermarsi lì.
Non rinunciamo né rinunzieremmo mai alla devoluzione incondizionata di questo pezzo
del territorio nazionale.
Così come abbiamo reiterato la disposizione di risolvere la controversia
con gli Stati Uniti, preciso che affrontiamo il tema con assoluta serenità e
senza alcuna fretta. Da 50 anni fa camminiamo sul filo di un coltello, in questo
siamo ben allenati, e siamo capaci di resistere altri 50 anni di aggressioni e
blocco (Applausi).
C’è chi dice che nei circoli di potere nordamericani si aspetterà alla scomparsa
della generazione storica della Rivoluzione, una scommessa tenebrosa intorno al
cosiddetto "fattore biologico" ossia, la morte di Fidel e di tutti
noi.
Coloro che la pensano così sono condannati al fallimento perché le
generazioni di patrioti rivoluzionari che ci succederanno, in primo luogo la
nostra magnifica gioventù, non si disarmeranno mai ideologicamente ed assieme
ad esse ed al Partito, nella prima linea ci saranno sempre i Mambises del XXIº
secolo: le nostre gloriose Forze armate
Rivoluzionarie che sono state capace questa volta di entrare vittoriose a
Santiago de Cuba il primo gennaio 1959,
cappeggiate dal Comandante in Capo (Applausi).
Non ho menzionato il Ministero dell'Interno perché non era ancora creato
quando siamo entrati a Santiago de Cuba;
inoltre, lo consideriamo dentro della stessa famiglia e con gli stessi
obiettivi.
Esempio eloquente di quell'atteggiamento sono i nostri Cinque Eroi,
prigionieri da 11 anni in prigioni nordamericane per combattere i piani
terroristici contro Cuba. Si estende sempre di più il movimento mondiale per la
loro liberazione e questa Assemblea ha convenuto oggi lanciare un appello ai
parlamenti ed ai popoli del mondo denunciando questa ingiustizia. Da qui
inviamo a Gerardo, Ramón, Antonio, Fernando e René un forte abbraccio e li
manifestiamo la nostra ammirazione per la loro infrangibile fermezza che è già
un simbolo della Rivoluzione Cubana (Applausi).
C’è un altro tema sostanziale da affrontare e che è stato pubblicato ieri
sul nostro giornale. Il VII Plenum del Comitato Centrale ha deciso di
posticipare la tenuta del VI Congresso del Partito, che era programmata per la
fine dell’anno in corso.
Noi tutti, i comunisti cubani e il popolo cubano, abbiamo un grosso compito
davanti a noi, si tratta di definire con la più ampia partecipazione popolare
la società socialista che aspiriamo e possiamo costruire nelle condizioni
attuali e future di Cuba, il modello economico che reggerà la vita della
nazione in beneficio dei nostri compatrioti ed assicurare l'irreversibilità del
regime socio-politico del Paese, unica garanzia per la sua vera indipendenza.
Si può capire la grandezza degli studi in atto che comprendono i principali
aspetti del lavoro nazionale in mezzo alle urgenze e tensioni collegate al
daffare economico.
Ciò include, tra l’altro, il complesso processo dell'unificazione monetaria
per sopprimere la doppia moneta – che è stata necessaria di stabilire ad un
certo momento -, l'eliminazione della gratuità, tranne quelle stabilite nella
Costituzione, e di sussidi indebiti, il sistema di retribuzione salariale
secondo il principio socialista: "Da
ciascuno secondo le sue capacità a ciascuno secondo il suo lavoro."
Non avrebbe senso né contenuto un congresso formale che non approfondisse su
questi temi strategici e non dettasse modelli per il futuro. Si tratta,
compagni0, in altre parole, d’identificare
i problemi principali e per questo ci vuole del tempo.
Così come è stato approvato al VII Plenum del Comitato Centrale e spiegato
ieri nella nota pubblicata, per primo è imperativo finire la preparazione di
tutto il Partito, dopo analizzare con tutta la popolazione e realizzare il
Congresso qualora avrà finito il suddetto processo. Quello è il vero Congresso, nel quale si
discuterà con i comunisti e con tutto il popolo tutti i problemi.
Se vogliamo, infatti, tenere un Congresso, in situazioni come quelle attuali,
cercandoli soluzione ai problemi e guardando verso il futuro, dovrà essere
così. Deve essere il popolo, con il suo Partito nell'avanguardia, quello che
deciderà.
In 50 anni di Rivoluzione, in materia di consultazione con il popolo,
abbiamo sufficiente esperienza. Il più recente, a livello nazionale, è stato il
processo d’analisi del discorso del 26 luglio
I più ricorrenti si riferivano alla produzione di beni alimentari, la
decisione irrinunciabile di costruire il socialismo, la sostituzione di
importazioni, l'elevazione della produzione, la situazione economica e sociale,
il concetto che non può spendersi più di quello che si ha, le manifestazioni di
corruzione ed i fatti criminali, la preparazione per la difesa e il ruolo dei
quadri politici ed amministrativi. Come si può apprezzare, sono temi molto legati
al contenuto del Congresso ed al futuro del Paese. Adesso devo precisare che
quel processo è stato concepito allora come
una prova, pensando a questo massimo evento del partito.
La posticipazione dello stesso non significa minimamente un blocco nella sua preparazione,
anzi, questa decisione implica la necessità di fare passi improrogabili, come
la rinnovazione degli organismi superiori di direzione del Partito.
L'attuale Comitato Centrale è integrato da magnifici compagni, ma molti di
essi non occupano oggi le responsabilità che ostentavano al momento della loro
elezione dodici anni fa, per un periodo che doveva essere di cinque e che si è
prolungato a causa del ritardo accumulato nella tenuta del Congresso.
L'Articolo 46 dello Statuto del Partito stabilisce: "Nel periodo tra due congressi, il
Comitato Centrale può convocare
In virtù di questo articolo, il VII Plenum ha deciso di convocare una
Conferenza Nazionale, fondamentalmente per scegliere i nuovi organismi di
direzione, cioè, il Comitato Centrale, l'Ufficio Politico ed il Segretariato,
che sono i responsabili di continuare e culminare la preparazione del
Congresso. È un evento che in precedenza non avevamo realizzato e che possiamo
organizzare in un termine relativamente breve e così lo faremo.
Dal primo gennaio 1959 siamo soliti analizzare con il popolo ogni problema
importante, anche se è duro. Siamo riusciti a sopravvivere durante mezzo secolo
a tutte le difficoltà ed aggressioni perché
Fermamente uniti, saremo conseguenti con il lascito della lunga storia di
lotta del nostro popolo, gli insegnamenti di Fidel ed il compromesso eterno con
i caduti.
Grazie mille.
(Ovazione)