Riflessioni del compagno Fidel
L’INCONTRO CON LULA
Non è l'iniezione di
denaro in sé ai paesi in sviluppo quello che critico nella mia riflessione di
ieri, come interpretarono alcuni dispacci telegrafici.
Scrivendo
In una lettera che ho inviato
al presidente del Brasile, Lula da Silva, al suo arrivo a Cuba, poiché un
incontro con me non era programmato nella sua breve visita al nostro paese, gli
ho scritto testualmente questo:
"Qualunque sarà il
governante degli Stati Uniti dopo l'attuale crisi, dovrà sentire una forte
pressione dai paesi del Terzo Mondo chiedendo soluzioni nelle quali parteciperanno
tutti e non un gruppo di Stati. Le
nazioni più ricche hanno bisogno disperatamente che i poveri consumano,
altrimenti si paralizzeranno i loro centri produttori di beni e servizi. Che utilizzino le loro calcolatrici per
calcolare quanti milioni di milioni devono investire affinché le nazioni povere
si sviluppino senza distruggere l'ecologia e la vita nel nostro pianeta."
Per qualunque lettore è
ovvio che, quando parlo di investire, mi riferisco ad un contributo monetario
al Terzo Mondo, fondamentalmente come credito soffice, con interessi azzerati,
in onore di un sviluppo razionale che non distrugga l'ecologia.
Ho potuto riunirmi con
Lula chi aveva chiesto di vedermi nonostante il suo intenso programma, e
conversare quasi per due ore con lui.
Gli ho spiegato che divulgherebbe concetti contenuti nella mia lettera;
non ebbe obiezione alcuna. Come di
solito, la conversazione è stata gentile e rispettosa. Mi ha spiegato abbastanza dettagliatamente
l'opera che porta a termine nel suo paese.
Gli ho ringraziato per l'appoggio politico ed economico del Brasile a
Cuba nella sua lotta, e gli ho sottolineato il ruolo decisivo svolto dal
Venezuela, una nazione latinoamericana in sviluppo, e dal suo Presidente, nei
giorni più critici del periodo speciale ed oggi, quando il blocco imperialista
si è incrudito e che il nostro paese ha sofferto il flagello devastatore di due
uragani.
Nonostante il nostro
ampio scambio, rimase libero un'ora e mezza prima dell’ora prevista per la
partenza.
Da quello che ho visto
questo pomeriggio sui vari dispacci telegrafici, ha adottato una posizione
coraggiosa nei confronti delle elezioni degli Stati Uniti. Se trionfasse McCain, non conterebbe in
anticipo sul maggiore paese latinoamericano, il Brasile.
Il prossimo 15 novembre si
terrà a Washington la riunione del Gruppo del G-20. convocata da Bush Appena si accende un televisore, appare un
capo di Stato parlando in una riunione di alto livello. Quanto tempo rimarrà ai
capi di Stato per informarsi e meditare sui complessi problemi che assillano il
mondo?
L'attuale Presidente
degli Stati Uniti non ha nessun problema: non li risolve; li crea.
Per lui la soluzione è compito degli altri.
Fidel Castro Ruz
31 ottobre 2008
17:15 .