Riflessioni del compagno Fidel
Le angosce del capitalismo sviluppato
Lo scorso lunedì 9, come tutti gli altri,
è stato un meraviglioso giorno di contraddizioni del capitalismo sviluppato nel
bel mezzo della sua incurabile crisi.
L'agenzia britannica Reuters, per nulla
sospettabile d'essere anticapitalista, pubblica lo stesso giorno:
"Quest'anno l'America Latina crescerà sostanzialmente di meno, colpita da
una forte decelerazione, o addirittura in recessione in alcune delle sue
principali economie, dopo anni di bonaccia segnati dal rialzo dei prezzi delle
materie prime.
"Sebbene il BID non realizzi
proiezioni, Lora - economista della Banca Industriale di Sviluppo - ha
segnalato che 'nessuno ormai dice che la regione crescerà oltre l'uno percento
(questo anno) e se si controllano le ultime proiezioni, praticamente ci sono cali in tutte le grandi economie
dell'America Latina. Se si guardano le proiezioni, si capisce perché tutte le
grandi economie sono in ribasso', ha affermato Lora.
"Fortemente colpita dalla crisi
finanziaria globale che ha diminuito la domanda delle sue esportazioni, la
regione non si recupererà subito, ha segnalato.
"'La crisi non è cosa di uno o due
anni, per alcuni paesi dell'America Latina può durare molto di più', ha detto
Lora, citando un'inchiesta realizzata dal BID tra gli opinion leader, in cui si segnala che la stragrande maggioranza
prevede una stagnazione o una caduta dell'entrata pro capite dei paesi della
regione nei prossimi quattro anni."
Lo stesso giorno l'agenzia spagnola EFE
informa:
"La produzione di cocaina si è estesa
in vari paesi dell'America Latina e ha scatenato un'ondata di violenza e
spostamenti di popolazioni, tanto che qualcuno reclama una nuova visione della
guerra contro il narcotraffico, informa oggi il quotidiano britannico The
Guardian.
"Quell'industria, che produce
migliaia di milioni di dollari, ha forzato molti agricoltori ad abbandonare le
loro terre, ha provocato guerre tra
bande e ha corrotto le istituzioni statali, dice il giornale.
"Solo in Messico, per colpa di quel
tipo di attività sono morte l'anno scorso 6000 persone e la violenza sta
dilagando verso il nord, cioè verso gli stessi Stati Uniti.
"Contemporaneamente è cresciuta molto
velocemente una nuova rotta del narcotraffico tra l'America del Sud e l'Africa
Occidentale, tanto che il corridoio a dieci gradi di latitudine che unisce i
due continenti è già stato ribattezzato 'L'Intestatale 10'.
"Quasi tutte le persone intervistate
dal giornale sono concordi nel dire che l'insaziabile domanda di cocaina
proveniente dall'Europa e dal Nord America ha frustrato gli sforzi, capeggiati
dagli USA, d'asfissiare l'offerta e ha causato un forte danno all'America
Latina.
"'Crediamo che la guerra contro la
droga sia stata un fallimento perché non è stato ottenuto nessuno degli
obiettivi', ha dichiarato al giornale César Gaviria, ex presidente della
Colombia e presidente della Commissione Latinoamericana su Droga e
Democrazia.
"Secondo Gaviria, 'le politiche
proibizioniste basate sullo sradicamento, la proibizione e la criminalizzazione
non hanno dato i risultati sperati. Siamo oggi più lontani che mai
dall'obiettivo di debellare la droga'
"La strategia degli Stati Uniti in
Colombia e Perù, consistente nella lotta contro la materia prima, non ha
funzionato, riconosce da parte sua il colonnello René Sanabria, capo della
Antidroga boliviana.
"Un rapporto dell'americana Brookings Institution ed un studio
indipendente dell'economista di Harvard Jeffrey Miron, con il sostegno di 500
colleghi, si sommano a coloro che reclamano un cambio di
prospettiva."
Da parte sua, l''AFP pubblica:
"Il presidente messicano Felipe
Calderón ha reclamato lunedì agli Stati Uniti d'assumersi 'con i fatti' la loro
parte di responsabilità nella lotta contro il narcotraffico, la cui attività si
concentra soprattutto nei pressi della comune frontiera.
"'A nome delle centinaia di
poliziotti messicani deceduti, è fondamentale che gli Stati Uniti s’assumano
con i fatti la parte di responsabilità che gli corrisponde in questa lotta
contro il traffico di droga', ha detto Calderón in una conferenza stampa con il
presidente francese, Nicolás Sarkozy, in visita ufficiale in Messico.
"Calderón ha chiesto inoltre a
Washington di condividere le informazioni sull'attività dei narcotrafficanti
messicani negli Stati Uniti, il maggiore mercato per il consumo della cocaina
del mondo, rifornito principalmente dai cartelli del loro vicino del sud.
"'Se gli uffici investigativi o i
reparti specializzati della polizia o militari degli Stati Uniti hanno
informazione su criminali messicani negli Stati Uniti, noi vogliamo quelle
informazioni', ha detto Calderón ai giornalisti al termine della riunione con
Sarkozy nel Palazzo Nazionale.
"Il governo del Messico ha attivato
un'operazione federale con l'impiego di 36.000 militari per combattere i
cartelli della droga, impegnati in una guerra per il traffico della droga negli
Stati Uniti che nel 2008 ha provocato circa 5.300 morti."
Quello stesso giorno, la presidentessa
della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, ha dichiarato
d'essere favorevole all'aumento fino al 15 per cento della quantità d'etanolo
nei carburanti, per ridurre la dipendenza del paese dalle importazioni petrolifere.
Com'è noto, l'etanolo negli Stati Uniti è
prodotto dal grano, molto importante nello sviluppo umano.
Queste freschissime notizie, pubblicate
dalle agenzie lo scorso lunedì, dimostrano quanto degne di credito siano state
le conclusioni di Atilio Boron nella sintesi pubblicata da Granma lo stesso
giorno.
Fidel Castro Ruz
11 Marzo 2009
1 e 42 p.m.