Riflessioni del compagno
Fidel
IL MAGGIORE INCENTIVO AI NOSTRI SFORZI
Il servizio della giornalista Gladys Rubio sull'epidemia del colera nell’Haiti,
presentato ieri alla "Mesa Redonda",
ha suscitato una tale impressione che ho deciso di posticipare per oggi,
mercoledì,
Tali fatti avvenivano in un paese che fu vittima dei conquistatori, del
colonialismo e della schiavitù. La sua popolazione autoctona era stata
eliminata dalla conquista e la ricerca forzosa d’oro.
Le radici della nazione haitiana si trovano nelle centinaia di migliaia di
esseri umani avulsi dall'Africa dai commercianti europei di schiavi, e venduti
agli agricoltori schiavisti dell’Haiti per produrre caffè, zucchero ed altri
prodotti tropicali per fornire i nuovi mercati capitalistici.
Negli albori del XIX secolo, il popolo dell’Haiti fu protagonista della
prima rivoluzione sociale nella storia di questo emisfero; fu fonte d’ispirazione e punto d’appoggio in
armi per coloro che portarono a termine la prodezza di liberare l’America del
sud dalla dominazione spagnola.
La nostra solidarietà con il popolo dell’Haiti ha una doppia radice: essa nasce
dalle nostre idee e anche dalla nostra storia.
Dopo la rivoluzione sociale avvenuta nel suddetto paese, il colonialismo
spagnolo fece diventare Cuba - dove c’erano anche numerosi africani strappati dall'Africa
e venduti come schiavi - la principale rifornitrice di caffè, zucchero ed altri
prodotti tropicali.
In seguito a quel processo, quando le colonie spagnole dell’America del sud
e centrale si emanciparono dopo una cruenta ed eroica lotta, la colonia cubana
apportava alla metropoli spagnola più entrate nette dell'insieme di quei paesi,
prima della loro emancipazione, un fatto che ebbe un’influenza decisiva sul
destino della nostra Patria per circa due secoli.
Due giorni fa spiegavo come era nata la cooperazione medica con l’Haiti, la
quale ci ha portato alla formazione di centinaia di giovani medici di quel
fratello paese ed all'invio di una forza di professionisti cubani della salute.
Non si tratta di qualcosa nata per caso.
Neanche ci sorprendono gli sforzi degli Stati Uniti e dell’Europa per
disinformare, occultare e mentire sui motivi dell’atteggiamento di Cuba.
Un noto giornale britannico, The Independent,
con indiscutibile prestigio tra i mezzi liberali della Gran Bretagna - benché
non goda del privilegio conceduto da Wikileaks a The Guardian ed altri quattro conosciuti organi stampa che
consultarono con Washington i punti più sensibili dell'informazione ricevuta - ha pubblicato, tre giorni fa, un audace
articolo della giornalista Nina Lakhani, intitolato "Medici cubani in
Haiti fanno vergognare il mondo." Ecco il tema che desideravo esaminare,
per l'audacia con che chiama le cose per il proprio nome in quel tema, anche se
ciò non vuol dire che condivida ognuno dei suoi apprezzamenti sulle motivazioni
che hanno determinato la nostra condotta. Lo spiegherò usando il testo della
traduzione e nel modo più sintetico possibile.
"Sono i veri eroi –
dice - del disastro del terremoto dell’Haiti, la catastrofe umana alle porte
degli Stati Uniti di fronte alla quale Barack Obama promise una monumentale
missione umanitaria dell'USA per alleviarla. Tuttavia, gli eroi di cui parliamo
sono cittadini dell'archi-nemico degli Stati Uniti, Cuba, i cui medici ed
infermiere hanno fatto che gli sforzi degli Stati Uniti siano motivo di
rossore.
"Una brigata medica
di 1.200 cubani lavora in tutto l’Haiti - devastato dal terremoto ed infettato dal
colera - come parte della missione medica internazionale di Fidel Castro, che
ha fatto guadagnare allo Stato socialista molti amici ma poco riconoscimento
internazionale."
"… gli organismi di
aiuto internazionale erano soli nella lotta contro la devastazione che aveva
ammazzato 250.000 persone ed aveva lasciato senza casa circa1,5 milioni. […]
professionisti della salute cubani sono presenti in Haiti dal 1998, […] in
mezzo alla fanfaronata ed alla pubblicità intorno all'arrivo dell'aiuto degli
Stati Uniti e del Regno Unito, centinaia di nuovi medici, infermiere e
terapeuti cubani sono arrivati senza che nessuno li menzionasse appena…"
"Dati statistici pubblicati
la settimana scorsa dimostrano che i medici cubani, lavorando in 40 stabilimenti
lungo l’Haiti, hanno servito più di 30.000 pazienti di colera dall’ottobre.
Sono il maggiore gruppo straniero, curando circa 40 percento di tutti i
pazienti di colera. Un altro gruppo di medici della Brigata cubana 'Henry
Reeve', uno staff di specialisti formati per lavorare in caso di catastrofi
naturali ed emergenze, è arrivato di recente quando era evidente che l’Haiti
lottava per fare fronte all'epidemia che ha già ammazzato centinaia di persone."
"… Cuba ha formato
gratuitamente 550 medici haitiani nella Scuola Latinoamericana di Medicina
(ELAM), una delle più radicali iniziative mediche del paese. Altri 400 si
formano oggi nella predetta scuola che offre educazione gratuita - includendo libri
gratis ed un po' di denaro per piccole spese -
a chiunque non possa permettersi studiare medicina nel suo paese anche se sufficientemente qualificato.
"John Kirk è un
professore di studi dell'America Latina all'Università di Dalhousie, in Canada,
che studia i gruppi medici
internazionali di Cuba. Lui ha detto:
'la contribuzione di Cuba in Haiti è come il segreto più grande del
mondo. Sono appena menzionati, anche se fanno una gran parte del lavoro
pesante.'
"Questa tradizione risale
al 1960, quando Cuba inviò un gruppo di medici al Cile, colpito da un forte
terremoto, seguito da un gruppo di 50 ivniati all'Algeria nel 1963. Questo avviene
quattro anni dopo la vittoria della rivoluzione, quando circa la metà dei 7.000
medici del paese […] partì verso gli Stati Uniti."
"… Il programma più
conosciuto è l'Operación Milagro (Operazione
Miracolo) che ha cominciato con oftalmologi curando malati affetti da cataratte che
abitavano nei poveri villaggi venezuelani a cambio di petrolio. Questa
iniziativa ha consentito il ricupero della visione a 1,8 milioni di persone in 35
paesi, compreso quella di Mario Terán, il sergente boliviano che ammazzò Che
Guevara nel 1967.
"
"… secondo il
professore Kirk. '… È anche un'ossessione di Fidel che gli fa guadagnare voti
nelle Nazioni Unite.'
"Una terza parte dei
75.000 medici di Cuba, assieme ad altri 10.000 lavoratori della salute, lavorano
adesso in 77 paesi poveri, includendo El Salvador, Mali e Timor Orientale.
Questo lascia ancora a Cuba un medico per ogni 220 persone, uno dei tassi più
elevati del mondo, […] uno per ogni
"I cubani, ovunque sono
invitati, applicano il loro modello integrale centrato sulla prevenzione,
visitando famiglie a domicilio, controllando in modo proattivo la salute dei
bambini e della madre. Questo ha prodotto 'risultati sorprendenti' in parti del
Salvador, Honduras e Guatemala, abbassando i tassi di mortalità infantile e
materna, riducendo le malattie infettive e lasciando dietro i lavoratori locali
di salute migliore qualificati, secondo lo studio del professore Kirk.
"La formazione medica
a Cuba dura sei anni - un anno in più che nel Regno Unito - […] ogni neolaureato lavora come medico della
comunità, minimo per tre anni."
"Questo modello ha
aiutato Cuba a raggiungere alcuni dei miglioramenti sanitari più invidiabili dal
mondo, nonostante spendere solo l'anno scorso 400 dollari pro capite nei
confronti dei 3.000 nel Regno Unito e dei 7.500 dollari negli Stati Uniti, secondo
i calcoli dell'Organizzazione per
"Il tasso di
mortalità infantile, una delle misure più attendibili della salute nazionale, è
di 4,8 per ogni 1.000 nati vivi, paragonabile con il Regno Unito e inferiore a
quello degli Stati Uniti. Solo 5
percento dei neonati hanno basso peso alla nascita, un fattore cruciale per la
salute a lungo termine…"
"Imti Choonara, un
pediatra di Derby […] che partecipa ai seminari annuali nella terza città di
Cuba, Camagüey, afferma: '
"… l’embargo
nordamericano […] ostacola a molte delle società statunitensi di commerciare
con Cuba e persuade altri paesi a seguire il loro esempio. Il rapporto 2009/10
include farmaci per il cancro infantile, HIV ed artrite, alcuni anestetici, così
come prodotti chimici necessari per diagnosticare infezioni e preservare
organi."
"... i cubani sono fieri
ed appoggiano il proprio contributo all’Haiti ed altri paesi poveri, felici di
battere al di sopra del loro peso nell’ambito internazionale."
"La formazione medica
è un altro esempio. Oggi ci sono 8.281 studenti provenienti da più di 30 paesi che
studiano all'ELAM, stabilimento che è arrivato il mese scorso al suo 11º anniversario.
Il Governo intende inculcare un senso di responsabilità negli studenti con la
speranza che lavoreranno in seno alle loro comunità povere almeno per cinque
anni.
"Damien Joel Suárez,
27 anni, uno studente di secondo anno proveniente dal New Jersey, è uno dei 171
studenti nordamericani; oggi si sono già laureati 47. Lui respinge le accuse
che l'ELAM fa parte del macchinario di propaganda cubana. 'Ovviamente, Che è qui
un eroe, ma non sei costretto do venerarlo'.
Non tutte le cose che si affermano
su Cuba sono favorevoli. L'articolo contiene altrettanto critiche, di cui varie
condividiamo, ed a volte siamo, perfino, più severi del The Independent. Ci si parla dei bassi salari e della scarsità. Con
indipendenza dei nostri errori, non si menziona che per più di 50 anni di
blocco, aggressioni e minacce, il nostro paese è stato costretto d’investire
enormi energie, tempo e risorse per resistere l’impeto dell'impero più poderoso
della storia.
Ciononostante, è
ammirabile la sincerità e chiarezza con che Nina Lakhani espone, e The Independent pubblica quel coraggioso
articolo su ciò che significa per il rassegnato popolo dell’Haiti una tragedia
che è già costata la vita nella sua prima tappa a circa 3.000 vittime, tra cui
bambini, giovani ed adulti, molti dei quali soffrono denutrizione ed altri
flagelli di salute, senza che a volte dispongano di legna per bollire l'acqua
che consumano.
Le notizie arrivate da
quel fratello paese informano che fino ad oggi, mercoledì 29, altre 717 persone
erano state soddisfatte dalla Missione Medica Cubana. Non ci sono stati morti per
cinque giorni di fila. Il tasso di letalità tra gli assistiti da Cuba, che ammontano
già a 48.931, si è ridotto del 0.55 percento. La cifra ufficiale di cittadini affetti
dalla malattia ammontava a 130.534, e quella di morti a 2.761 per un tasso del
2.1 percento. Si lotta affinché metodi più efficienti si applichino in tutti gli
stabilimenti che combattono l'epidemia. I Gruppi di Penetrazione della Brigata
"Henry Reeve" - cubani, latinoamericani e haitiani laureati all'ELAM
- sommano già 42, e possono penetrare in
qualsiasi dei subcomuni più isolati dell’Haiti. Contano inoltre su 61 unità d’attenzione
al colera.
Lo sforzo del nostro paese
in favore della salute umana che cominciò dal trionfo stesso della Rivoluzione,
così come esprime l'articolo pubblicato dal giornale The Independent, può apprezzarsi nel fatto che il prossimo anno si
laureeranno nella Repubblica Bolivariana del Venezuela 8.000 medici formati
nella teoria e nella pratica con la cooperazione degli specialisti cubani della
salute. Anche il Venezuela raggiungerà livelli di salute che lo collocheranno
tra i prime del mondo. Questi incoraggianti risultati costituiscono il maggiore
incentivo ai nostri sforzi.
Fidel Castro Ruz
29 dicembre 2010
20.07