Siamo in un momento eccezionale della Storia umana.
In questi giorni espirano i termini concessi dal Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite perché l'Iran adempia le proprie esigenze, dettate dagli
Stati Uniti, attinenti alle indagini nucleari, ed all'arricchimento d’uranio
per fini mediche e per la produzione d’energia elettrica.
È l’unica cosa che gli si può provare.
La paura che cerca la produzione d’armamento nucleare, è solo un’ipotesi.
Per quel che riguarda il delicato problema, gli Stati Uniti ed i loro
alleati occidentali, tra cui, due delle cinque potenze nucleari con diritto al
veto,
Ho seguito da vicino i gravi pericoli che rinchiudono quella situazione,
perché qualora ci fosse un'esplosione bellica in quel punto, la guerra si
trasformerebbe subito in nucleare, con conseguenze letali per il resto del
pianeta.
Non cercavo pubblicità né sensazionalismo nel segnalare i suddetti
pericoli. Volevo soltanto avvertire
l'opinione mondiale nella speranza che, conoscendo il grave pericolo, potesse
contribuire ad evitarlo.
Si è almeno riuscito a richiamare l'attenzione su un problema che non era
neanche menzionato dalla grand’opinione mediatica mondiale.
Ciò mi obbliga ad utilizzare una parte del tempo destinato al lancio di
questo libro, nella cui pubblicazione lavoriamo con impegno. Non volevo che
coincidesse con i giorni 7 e 9. Nel primo si arriva ai 90 giorni stabiliti dal
Consiglio di Sicurezza, per conoscere se l'Iran ha osservato o meno la
condizione sull’autorizzazione dell'ispezione alle sue navi. L'altra data,
indica la fine dei tre mesi di termine indicati nella Risoluzione del 9 giugno,
forse il predetto termine era l'intenzione del Consiglio.
Finora, abbiamo solo l'insolita dichiarazione del Direttore Generale
dell'OIEA (Organizzazione Internazionale d’Energia Atomica), il giapponese
Yukiya Amano, un uomo dei yankee. Egli ha soffiato sul fuoco e, così come
Ponzio Pilato, si è lavato le mani.
Un portavoce del Ministero degli Affari Esteri dell'Iran commenta con
meritato disprezzo la suddetta dichiarazione. Una nota pubblicata dall’agenzia
EFE, indica che la sua affermazione che "I nostri amici non devono
preoccuparsi, perché non crediamo che la nostra regione sia in grado
d’intraprendere nuove avventure militari', e che 'L’Iran è assolutamente
preparato per rispondere ad una qualsiasi invasione militare' era un ovvio
riferimento al leader cubano Fidel Castro 'chi aveva avvertito sulla
possibilità di un attacco nucleare israeliano contro l'Iran, con l'appoggio
degli Stati Uniti'.
Le notizie sul tema si succedono, e si fondono con altre di notevole
ripercussione.
Il giornalista Jeffrey Goldberg, della rivista The Atlantic, ormai conosciuto dal nostro pubblico, pubblica parti
della lunga intervista che mi ha fatto, di cui, ha programmato alcuni dei punti
più interessanti nell’attesa di una futuro pubblicazione dell’intero articolo.
“Molte cose strane sono successe durante il mio recente soggiorno
all'Avana, […] – ci racconta lui-
tuttavia, una delle più inusuali è stata proprio il livello di autoesame
di Fidel Castro. […] ma il fatto che Castro fosse disposto ad ammettere che
aveva commesso un errore in un momento cruciale della Crisi dei Missili a Cuba
sembrava qualcosa di davvero sorprendente […] che si pentiva di avere chiesto a
Jruschov che lanciasse i missili nucleari contro gli Stati Uniti". Lui ha,
infatti, affrontato il tema e mi ha posto la domanda. Testualmente, come egli
l'espone nella prima parte del suo reportage, le sue parole sono state: Gli ho chiesto: "Ad un certo punto
sembrava logico che lei raccomandasse ai sovietici di bombardare gli Stati
Uniti. Quello che lei ha raccomandato gli sembra logico ancora oggi? Fidel ha
risposto: Dopo avere visto quello che ho
visto, e di avere saputo quello che so adesso, non valeva la pena."
Io gli avevo spiegato bene, e risulta per scritto, il contenuto del
messaggio "… se gli Stati Uniti invadevano Cuba, paese con armi nucleari
russe, in quelle circostanze non si doveva permettere che assestassero il primo
colpo, così come è successo all’URSS quando il 22 giugno
Si può osservare che da quella breve allusione al tema, nella seconda parte
della pubblicazione di quella notizia, il lettore non potrebbe realizzare che
"se gli Stati Uniti invadevano Cuba, paese con armi nucleari russe",
in quel caso io raccomandavo d’impedire che il nemico assestasse il primo
colpo, né potrebbe neanche capire la profonda ironia della mia risposta
"…di avere saputo quello che so adesso"..., in ovvio riferimento al
tradimento commesso da un Presidente della Russia che, saturo di sostanza
etilica, ha consegnato agli Stati Uniti i più importanti segreti militari di
quel paese.
In un altro momento della conversazione Goldberg racconta: gli ho chiesto "se egli credeva che il
modello cubano era qualcosa che valeva ancora la pena di esportare". È
evidente che quella domanda aveva implicita la teoria che Cuba esportava
La mia idea, come tutti sanno, è che il sistema capitalistico non serve più
agli Stati Uniti né al mondo, al quale porta verso le crisi sempre più gravi,
globali e ripetute, dalle quali non può scappare. Allora, come potrebbe servire
tale sistema per un paese socialista come Cuba.
Molti amici arabi, ascoltando della mia intervista con Goldberg, si sono
preoccupati e hanno inviato messaggi segnalandolo come il maggiore difensore
del "Sionismo."
Di tutto questo può dedursi la gran confusione che esiste nel mondo. Mi
auguro, quindi, che quello che vi racconto sul mio pensiero sia d’utilità.
Le idee esposte da me, sono contenute in 333 Riflessioni, per puro caso, e
di esse, le ultime 26 sono riferite esclusivamente ai problemi dell'ecosistema
ed all'imminente pericolo di una conflagrazione nucleare.
Adesso devo fare un’aggiunta en una breve sintesi.
Ho sempre condannato l'Olocausto. Nelle Riflessioni "Il discorso
d’Obama al Cairo", "La zampata in agguato" e "L'opinione di
un esperto", l'ho presentato in tutta chiarezza.
Non sono mai stato nemico del popolo ebraico, del quale ammiro la sua
capacità di resistere per due mila anni la dispersione e la persecuzione. Molti
dei più brillanti talenti, Carlos Marx ed Albert Einstein, sono stati d’origine
ebraica, perché è una nazione nella quale i più intelligenti sopravvivevano, in
virtù di una Legge naturale. Nel nostro paese, e nel mondo, sono stati
perseguitati e calunniati. Tuttavia, questo è solo un frammento delle idee che
difendo.
Loro non sono stati i soli perseguitati e calunniati dalle loro credenze. I
musulmani, per più di 12 secoli, sono stati attaccati e perseguitati dai
cristiani europei, a causa delle loro credenze, così come i primi cristiani
dell'antica Roma, prima di convertirsi alla religione ufficiale di quell’impero.
La storia deve essere ammessa e ricordata tale quale, con le sue tragiche
realtà e le sue feroci guerre. E’ di quello che ho parlato e, quindi, con ogni
ragione spiego i pericoli che minacciano oggi l'umanità, qualora gli stessi si
sono trasformati nel maggiore rischio di suicidio per la nostra fragile specie.
Se a quello aggiungesse una guerra con l'Iran, benché convenzionale, più
varrebbe che gli Stati Uniti spegnessero la luce e si congedassero. Come mai
potrebbero resistere una guerra contro 1,5 miliardi di musulmani?
Difendere la pace non significa, per un vero e proprio rivoluzionario,
rinunciare ai principi di giustizia, senza i quali, la vita umana e la società
non avrebbero più senso.
Per me Goldberg è un gran giornalista, capace di presentare con amenità e
maestria i suoi punti di vista che obbligano al dibattito. Non inventa frasi,
le trasferisce e le interpreta.
Non menzionerò il contenuto di molti altri aspetti delle nostre
conversazioni. Rispetterò la confidenza dei temi affrontati, nel frattempo, aspetto
con interesse il suo esteso articolo.
Le attuali notizie che arrivano a torrenti da ogni parte, mi obbligano a
compiere la sua presentazione con queste parole i cui germi sono contenuti nel
libro intitolato "La controffensiva strategica" che ho appena
presentato.
Sono dell’opinione che tutti i paesi hanno diritto alla pace ed a
beneficiare dei beni e risorse naturali del pianeta. È una vergogna quello che
sta succedendo con la popolazione in molti paesi dell'Africa, dove ci sono
milioni di bambini, donne ed uomini scheletrici tra i loro abitanti a causa
della mancanza di generi alimentari, acqua e farmaci. Sono sorprendenti le
notizie grafiche che arrivano dall’Oriente Medio, dove i palestinesi sono
privati dalle loro terre, le case sono demolite da mostruose macchine e,
uomini, donne e bambini, bombardati con fosforo vivo ed altri mezzi di
sterminio, così come le dantesche scene di famiglie sterminate dalle bombe
lanciate sui villaggi afgani e pachistani, da aerei senza piloti, e gli iracheni
che muoiono dopo anni di guerra, e più di un milione di vite sacrificate in
quella contesa imposta da un Presidente degli Stati Uniti.
L’ultima cosa che si poteva aspettare erano le notizie sull'espulsione dei
gitani francesi, vittime dalla crudeltà dell'estrema destra francese, che
sommano ormai sette mila, vittime di un'altra specie di olocausto razziale. È
elementare l'energica protesta dei francesi, ai quali, contemporaneamente, i
milionari limitano il diritto alla pensione e riducono le possibilità d’impiego.
Dagli Stati Uniti arrivano notizie a proposito di un pastore dello stato
della Florida che intende bruciare, nella sua propria chiesa, il Libro Sacro
del Corano. Perfino i capi militari yankee ed europei in missioni punitive di
guerra hanno tremato davanti ad una notizia che ritenevano rischiosa per i loro
soldati.
Walter Martínez, il rinomato giornalista del programma Dossier della televisione venezuelana, era attonito di tanta
pazzia.
Ieri sera, giovedì 9, sono arrivate notizie indicando che il suddetto
pastore aveva desistito. Sarebbe necessario sapere quello che gli hanno detto
gli agenti del FBI che l’hanno visitato "per persuaderlo." E’ stato
un enorme show mediatico, un caos, cose proprie di un impero che affonda.
Ringrazio tutti della vostra attenzione.
10 settembre 2010