Riflessioni
del compagno Fidel
LE
DUE VENEZUELA
Ieri ho parlato del Venezuela
alleato all’impero, dove Posada Carriles e Orlando Bosch organizzarono la
brutale esplosione dei un aereo della Cubana in volo, che originò la
morte e la scomparsa di tutti i suoi passeggeri includendo la squadra giovanile
di scherma che aveva vinto tutte le medaglie d’oro nel Campionato
Centroamericano e dei Caraibi, che si era svolto in questo paese, e ora che si
svolgono i Giochi Panamericani a Guadalajara, li si ricorda con tristezza.
Non era
Dopo Miami, quella
proprietà petrolifera degli Stati Uniti fu il principale centro
della contro-rivoluzione contro Cuba e le corrisponde di fronte alla storia una
parte importante dell’avventura imperialista a Girón, del blocco economico e
dei crimini contro il nostro popolo. In questa forma iniziò
l’era tenebrosa, terminata
il giorno in cui Hugo Chávez ha giurato, alla sua elezione, sulla
“moribonda costituzione” sostenuta nella mani tremanti dell’ex presidente
Rafael Caldera.
Erano trascorsi 40 anni
dal trionfo della Rivoluzione Cubana e più di un secolo dal saccheggio
yankee del petrolio, delle ricchezze naturali e del sudore dei
venezuelani.
Molti di loro sono morti
nell’ignoranza e nella miseria imposte dalle cannoniere degli Stati Uniti e
dell’Europa!
Esiste per fortuna l’altra
Venezuela, quella di Bolívar e Miranda, quella di Sucre e di una legione
di capi e pensatori brillanti che furono capaci di concepire la grande patria
latinoamericana della quale ci sentiamo parte e per la quale abbiamo resistito
più di mezzo secolo di aggressioni e di blocchi.
“... impedire a tempo, con
l’indipendenza di Cuba, che si estendano per le Antille gli Stati Uniti e
ricadano con maggior forza sulle nostre terre d’America. Quanto ho fatto sino
ad oggi e farò è per questo”, rivelò l’Apostolo della nostra
indipendenza, José Martí il giorno prima della sua morte in
combattimento.
È tra noi, proprio in questi
giorni, Hugo Chávez, come chi visita un pezzo della grande patria
latinoamericana e caraibica, concepita da Simón Bolívar; lui comprende
meglio di chiunque il principio martiano che “... quello che non ha lasciato
già fatto, va fatto ancora oggi, perchè Bolívar ha molto da fare in
America, tuttavia”.
Ho conversato lungamente con lui
ieri e oggi. Gli ho spiegato l’affanno con cui dedico le energie che mi
restano ai sogni di un mondo migliore e più giusto.
Non è difficile condividere
sogni con il leader bolivariano, quando l’impero mostra già i segni
inequivocabili d’una malattia terminale.
Salvare l’umanità da un
disastro irreversibile, è una cosa che oggi può dipendere semplicemente dalla
stupidità di qualsiasi presidente mediocre tra quelli che, nei decenni più
recenti, hanno diretto questo impero ed anche di qualcuno dei sempre più
poderosi capi del complesso militare, industriale che regge il destino di
questo paese.
Nazioni amiche, di crescente
peso e riconoscimento mondiale per i loro passi avanti economici e tecnologici
e le loro condizioni di membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, come
I popoli delle nazioni
sviluppate e ricche, sempre sfruttati dalle loro stesse oligarchie finanziarie,
cominciano a disimpegnare il loro ruolo in questa battaglia per la
sopravvivenza umana.
Intanto il popolo bolivariano
del Venezuela si organizza e si unisce per affrontare e sconfiggere la
nauseabonda oligarchia al servizio dell’impero, che pretende di assumere di
nuovo il governo di questo paese.
Il Venezuela, per il suo
straordinario sviluppo nell’educazione culturale e sociale, le sue immense
risorse energetiche e naturali, è chiamato a divenire un modello rivoluzionario
per il mondo.
Chávez, che proviene dalle fila
dell’esercito venezuelano, è metodico e instancabile. Io l’ho osservato per 17
anni, da quando visitò Cuba per la prima volta.
Si tratta di una persona
altamente umanitaria e rispettosa delle leggi; non si è mai vendicato di
nessuno. I settori più umili e dimenticati del suo paese lo ringraziano
profondamente, perchè per la prima volta nella storia hanno avuto una risposta
ai loro sogni di giustizia sociale.
‘Vedo con chiarezza, Hugo, gli
ho detto, che
Di questo e di molti altri
tempi, ho avuto l’onore di conversare con il nostro illustre visitatore,
simbolo dell’altra Venezuela.
Fidel Castro Ruz
18 Ottobre del 2011
Ore
22,15