Le Riflessioni del compagno Fidel
IL RUOLO GENOCIDA DELLA NATO (quarta parte)
Il due marzo, con
il titolo “La guerra inevitabile della NATO” avevo scritto:
“A differenza di quello
che accade in Egitto e Tunisia,
“Disponeva di enormi
entrate e riserve in divisa convertibile depositate nelle banche dei paesi
ricchi, con le quali acquistavano beni di consumo ed anche armi sofisticate che
precisamente le erano fornite dagli stessi paesi che oggi la vogliono invadere
in nome dei diritti umani”.
“La colossale campagna
di menzogne da parte dei media di massa dell’informazione ha provocato una
grande confusione nell’opinione pubblica mondiale. Passerà del tempo prima che
si possa ricostruire quello che è veramente avvenuto in Libia e separare
i fatti reali dai falsi che sono stati diffusi”.
“L’impero, come i suoi
principali alleati, ha utilizzato i mezzi più sofisticati per divulgare
informazioni deformate sugli avvenimenti tra le quali si dovevano dedurre le
tracce della verità”.
“L’ imperialismo e
“Nonostante il diluvio
di menzogne e la confusione creata, gli Stati Uniti non sono riusciti a
trascinare
Il fatto reale è che
“Il problema che forse
gli attori non immaginavano, è che gli stessi leaders della ribellione
irrompessero nel complicato tema dichiarando che respingevano ogni intervento
militare straniero”.
“Uno dei capoccia della
ribellione , Abdelhafiz Ghoga, aveva dichiarato, il 28 febbraio, in
un incontro con i giornalisti: ‘Quello che vogliamo sono informazioni
d’intelligenza, ma in nessun caso che si danneggino la nostra sovranità aerea,
terrestre e marittima’”.
“L’intransigenza dei
responsabili dell’opposizione sulla sovranità nazionale rifletteva
l’opinione manifestata in forma spontanea da molti cittadini libici alla stampa
internazionale a Bendasi, ha informato un dispaccio dell’agenzia AFP
lunedì scorso”.
“In quello stesso giorno
una professoressa di Scienze Politiche dell’Universita di Bengasi Abeir
Imneina, ―avversaria di Gheddafi― aveva dichiarato:
“InLibia c’è un
sentimento nazionale molto forte. Inoltre l’esempio dell ‘Iraq fa paura
all’insieme del mondo arabo, aveva sottolineato, riferendosi all’invasione
nordamericana del 2003, che doveva portare la democrazia a questo paese e poi,
per contagio, all’insieme della regione, ipotesi totalmente smentita dai
fatti.
“Sappiamo quello che è
avvenuto in Iraq e che s’incontra in piena instabilità e veramente non
desideriamo percorrere lo stesso cammino. Non vogliamo che i nordamericani
vengano per dover terminare poi rimpiangendo Gheddafi”, aveva continuato questa
esperta.
“Poche ore prima della
pubblicazione di quel dispaccio due dei principali organi di stampa degli Stati
Uniti, il The New York Times e il The Washington Post, si erano
affrettati ad offrire nuove versioni sul tema, come aveva informato l’agenzia
DPA il giorno dopo, il 1º marzo: ‘L’opposizione libica potrebbe sollecitare che
l’Occidente bombardi dall’aria le posizioni strategiche delle forze fedeli al
presidente Muamar al Gadafi, ha informato la stampa statunitense’.”
“Il tema si sta
discutendo nel Consiglio Rivolzionario libico, avevano precisato il ‘The New
York Times’ e il ‘The Washington Post’ nelle loro versioni online.”
“Nel caso in cui le
azioni aeree si realizzino nella cornice delle Nazioni Unite, queste non
implicheranno interventi internazionali, aveva spiegato il portavoce del Consiglio,
citato dal ‘The New York Times’.”
“Il The Washington Post’
aveva citato ribelli che riconoscevano che senza l’appoggio dell’Occidente, i
combattimenti contro le forze leali a Gheddafi potevano durare molto e costare
grandi quantità di vite umane.
Immediatamente mi
chiedevo in quella Riflessione:
“Perchè l’impegno è
presentare i ribelli come membri prominenti della società, reclamando
bombardamenti degli Stati Uniti e della NATO per ammazzare i libici?”
“Un giorno si potrà
conoscere la verità attraverso persone come la professoressa di Scienze
Politiche dell’Università di Bendasi, che con tanta eloquenza aveva narrato la
terribile esperienza che ha ucciso, distrutto le case, lasciato senza lavoro o
fatto emigrare milioni di persone dall’Iraq”.
“Oggi, mercoledì 2
marzo, l’agenzia EFE ha presentato il noto portavoce ribelle che ha fatto
dichiarazioni che a mio giudizio affermano e insieme contraddicono quelle di
lunedì : Bendasi, Libia, 2 marzo. La direzione ribelle libica ha chiesto
al Consiglio di Sicurezza della ONU di sferrare un attacco aereo ‘contro i
mercenari’ del regime di Muamar el Gheddafi.’”
“ A quale delle molte
guerre imperialiste assomigliava questa?”
“Quella della Spagna nel
1936, quella di Mussolini contro l’Etiopía nel 1935, quella di George W. Bush
contro l’Iraq nel 2003 o a una qualsiasi delle decine di guerre promosse
dagli Stati Unti contro i popoli d’America, dall’invasione del Messico nel
“Senza escludere
ovviamente l’invasione mercenaria di Girón, la guerra sporca e il
blocco alla nostra Patria da 50 anni che si compiranno il prossimo 16
aprile”.
“In tutte queste guerre,
come in quella del Vietnam, che è costata milioni di vite, hanno imperato le
giustificazioni e le misure più ciniche”.
“Per coloro che avessero
dei dubbi sull’inevitabile intervento militare che avverrà in Libia l’agenzia
di notizie AP che considero bene informata, è stata la prima a diffondere un
dispaccio in cui si affermava i paesi del Organizzazione del Trattato
dell’Atlantico – NATO- avevano elaborato un piano di contingenza, che
prendeva come modello le zone d’esclusione dei voli stabilite sui Balcani nel
decennio del 1990, nel caso in cui la comunità internazionale avesse deciso
d’imporre un embargo aereo sulla Libia, hanno detto i diplomatici”.
Qualsiasi persona
onesta, capace d’osservare con obiettività i fatti, può apprezzare il pericolo
dell’insieme dei fatti cinici e brutali che caratterizzano la politica degli
Stati Uniti e spiegano la vergognosa solitudine di questo paese nel dibattito
nelle Nazioni Unite sulla ‘Necessità di porre fine al blocco economico
commerciale e finanziario contro Cuba’.
Seguo da vicino,
nonostante il mio lavoro, i Giochi Panamericani Guadalajara 2011.
Il nostro paese è
orgoglioso di questi giovani che sono un esempio per il mondo per il loro
disinteresse e lo spirito di solidarietà. Mi complimento con loro
calorosamente, perchè nessuno potrà togliere loro l’onore che si sono
guadagnati.
Proseguirà domenica 30.
Fidel Castro Ruz – 28
ottobre 2011
Ore 19.14