Riflessioni del compagno Fidel
MEGLIO
E PIÙ INTELLIGENTE
Ieri, per ragioni
di spazio e di tempo, non ho detto una parola a proposito del discorso
pronunciato da Barack Obama lunedì 28
sulla guerra della Libia. Disponevo di una copia della versione ufficiale, fornita
alla stampa dal Governo degli Stati Uniti. Avevo sottolineato alcune delle cose
che lui aveva affermato. Lo ho rivisto e sono arrivato alla conclusione che non
valeva la pena sciupare tanta carta nel tema.
Ricordavo quello
che mi aveva raccontato Carter durante la sua visita nel
Molti anni fa ho
letto che The New York Times, in
un'edizione domenicale, consumava la carta estratta dal disboscamento di 40
ettari di foresta. Si spiega, pertanto, la mia preoccupazione per il risparmio
della carta.
Naturalmente,
Obama è ottimo nell’articolare parole e frasi. Potrebbe guadagnarsi la vita scrivendo
storielle per bambini. Conosco il suo stile perché la prima cosa che ho letto e
sottolineato, molto tempo prima che assumesse la carica di presidenta, è stato
un libro intitolato i "I sogni di mio padre". L’ho fatto
rispettosamente e, almeno, ho potuto apprezzare che il suo autore sapeva
scegliere la parola precisa e la frase adeguata per guadagnare la simpatia dei
lettori.
Confesso che non
mi è piaciuta la sua tattica di suspense, nascondendo le proprie idee politiche
sino al finale. Ho fatto uno sforzo speciale per non indagare all'ultimo
capitolo quello che pensava su diversi problemi, a mio avviso cruciali in
questo momento della storia umana. Ero certo che la profonda crisi economica,
la colossale spesa militare ed il sangue giovane sparso dal suo predecessore
repubblicano, l'avrebbe aiutato a sconfiggere il suo avversario elettorale, a
dispetto degli enormi pregiudizi razziali della società nordamericana. Ero conscio
che correva il rischio di essere eliminato fisicamente.
Per ovvie ragioni
di politica tradizionale aveva cercato, prima delle elezioni, il sostegno dei
voti degli anticubani di Miami, nella sua maggioranza diretti da persone di
origine batistiana e reazionaria che hanno
trasformato gli Stati Uniti in una repubblica bananiera, dove la frode
elettorale ha determinato niente meno che il trionfo di W. Bush nel 2000,
lanciando nella spazzatura un futuro Premio Nobel: Al Gore, Vicepresidente di Clinton ed
aspirante alla presidenza.
Un elementare
senso di giustizia avrebbe dovuto portare al Presidente Obama a rettificare le
conseguenze dell'infame processo che ha condotto all'inumano, crudele, e
specialmente ingiusto incarceramento dei cinque patrioti cubani.
Il suo Messaggio
all'Unione, i suoi discorsi in Brasile, Cile ed El Salvador, e la guerra della
NATO in Libia, mi hanno costretto a sottolineare il predetto discorso piuttosto
della sua autobiografia.
Che cosa è il
peggio di questo discorso e come spiegare le circa 2.500 parole della versione
ufficiale?
Dal punto di vista
interno, l’assenza totale di realismo colloca il felice autore nelle mani dei
suoi peggiori avversari chi desiderano umiliarlo e vendicarsi della sua
vittoria elettorale nel novembre 2008. Non basta loro la punizione che gli
hanno inflitto alla fine del 2010.
Dal punto di vista
esterno, il mondo ha preso più coscienza di quello che significa per molti popoli
il Consiglio di Sicurezza,
Per essere effettivamente
breve come ho promesso, vi spiego che Obama ha cominciato il suo discorso
affermando che svolgeva il suo ruolo "fermando la forza del Talebano in
Afghanistan e perseguitando Al-Qaeda per tutto il pianeta."
Immediatamente
aggiunge che: "Per generazioni gli Stati Uniti dell'America hanno svolto
un ruolo singolare come pilastri della sicurezza mondiale e come difensori
della libertà umana."
Questa è una cosa che,
come i lettori conoscono, noi i cubani, ed i latinoamericani, i vietnamiti e
molti altri, possiamo dare testimonianza
della sua veracità.
Dopo questa
solenne dichiarazione di fede, Obama usa una buona parte del tempo nel parlare
di Gheddafi, dei suoi orrori e dei motivi per cui gli Stati Uniti ed i suoi
alleati più stretti: "- Regno Unito, Francia, Canada, Danimarca,
Norvegia, Italia, Spagna, Grecia e Turchia -
paesi che hanno combattuto assieme a noi per decenni. […] hanno scelto
di compiere la loro responsabilità di difendere il popolo libico."
Poi aggiunge: "…
Conferma gli obiettivi della
decisione "Come risultato del trasferimento ad una coalizione più ampia,
centrata sulla NATO, il rischio e costo di questa operazione - per il nostro
esercito e per il contribuente statunitense - si ridurrà in modo significativo.
"Quindi, per quelli che hanno dubitato
della nostra capacità per portare a termine questa operazione, voglio dire
chiaramente questo: Gli Stati Uniti hanno
fatto quello che gli ho detto che avremmo fatto."
Successivamente torna alle sue
ossessioni su Gheddafi e le contraddizioni che agitano la sua mente: "Gheddafi non ha abbandonato il potere
e, finché non lo farà,
"Naturalmente, gli Stati Uniti
non possono usare il proprio esercito laddove ci sarà repressione e, dato i
rischi ed il costo di un intervento, dobbiamo fare sempre un bilancio tra i
nostri interessi e la necessità di agire."
"Il compito che ho dato alle
nostre truppe (di) - proteggere il popolo libico […] conta sull'appoggio
internazionale ed è sostenuto da un mandato delle Nazioni unite."
Le ossessioni si reiterano una e
un’altra volta: "Se trattassimo di
abbattere Gheddafi per la forza, la nostra coalizione si romperebbe. Dovremmo […]
inviare truppe statunitensi sul posto per compiere quella missione o rischiarci
la possibilità di uccidere molti civili con gli attacchi aerei."
"… abbiamo speranze nel futuro
dell'Iraq, ma il cambio di regime è costato otto anni e migliaia di vite
statunitensi ed irachene e circa 3 milioni di milioni di dollari."
Alcuni giorni dopo l’inizio dei
bombardamenti della NATO si è sparsa la notizia che un cacciabombardiere
nordamericano era stato abbattuto. Poi si è saputo da altre fonti, che quello era
certo. Alcuni contadini vedendo un cadere un paracadutista, hanno fatto quello
che è solito fare in America latina:
andare a vedere; e se è
necessario, aiutare. Nessuno poteva sapere come la pensavano. Sicuramente erano
musulmani che lavoravano la terra e non
potevano essere a favore dei bombardamenti. Un elicottero che è arrivato all’improvviso
per riscattare il pilota ha sparato contro i contadini e ne ha ferito uno gravemente,
e per miracolo non gli ha ammazzati tutti. Come il mondo conosce, gli arabi,
per tradizione, sono ospitali nei confronti dei loro nemici, alloggiano loro
nelle proprie case, e si mettono di schiena per non guardare che strada faranno.
Anche un codardo o un traditore non avrebbe mai significato lo spirito di una
classe sociale.
Solo a Obama può venire in mente la
pellegrina teoria che ha incluso nel suo discorso, come si può apprezzare nel
seguente frammento:
" Senza dubbio, ci saranno occasioni in cui la nostra sicurezza non
sarà minacciata direttamente, ma i nostri interessi e valori. […] sappiamo che
agli Stati Uniti, nazione più poderosa
del mondo, gli sarà chiesto aiuto con frequenza.
"Nell’ipotesi, non dobbiamo
avere paura d’agire, ma il peso delle azioni non deve ricadere solo sugli Stati
Uniti. Così come l'abbiamo fatto in Libia, il nostro compito è quello di
mobilitare la comunità internazionale per intraprendere un'azione
collettiva."
"Questo è il tipo di leadership
che abbiamo mostrato in Libia. Ovviamente, quando operiamo come parte di una
coalizione, i rischi di qualunque azione militare saranno elevati. Questi
rischi gli abbiamo visti quando uno dei nostri aeroplani ha sofferto un'avaria
mentre sorvolava
"Questa voce è soltanto una tra
le tante in una regione dove la nuova generazione si oppone a che si continuino
a negare loro i diritti e le opportunità."
"Anche così, questo cambiamento
provocherà che il mondo sarà più complicato per un tempo. Il progresso sarà
disuguale ed il cambiamento giungerà in modo distinto i differenti Paesi. Ci
sono luoghi come l’Egitto dove questo cambiamento ci ispirerà ed infonderà le
nostre speranze."
Tutti sanno che Mubarak eraa alleato
degli Stati Uniti e quando Obama ha visitato l'Università a El Cairo, nel
giugno 2009, non poteva ignorare le decine di migliaia di milioni di dollari
sottratti da quello in Egitto.
Ha continuato con l'emotivo
racconto:
"… accogliamo con beneplacito
il fatto che la storia è in marcia nel Medio oriente e nel Nord dell'Africa, e
che i giovani sono all'avanguardia. Perché in qualunque posto dove le persone vogliono
essere libere, troveranno un amico negli Stati Uniti. Questi sono gli ideali
che costituiscono, nel tempo, il vero indicatore della leadership statunitense."
"… la nostra forza all'esterno
si sostenta nella nostra forza nazionale. Questa deve essere sempre la nostra
stella polare, la capacità del nostro popolo di realizzare il suo potenziale,
adottare decisioni intelligenti con le nostre risorse, incrementare la
prosperità che agisce come fonte dal nostro potere ed inalberare i valori che tanto
apprezziamo."
"Guardiamo al futuro con
fiducia e speranza, non solo nel nostro paese, ma anche in tutti quelli che
hanno brama di libertà in tutto il mondo."
La spettacolare storiella mi ha
fatto ricordare il Tea Party, il
senatore Bob Menéndez e l'illustre Ileana Ros, la lupa feroce che sfidava le
leggi per mantenere sequestrato il bambino cubano Elián González. La suddetta è
oggi nientemeno che il Capo del Comitato delle Relazioni Estere alla Camera di
Rappresentanti degli Stati Uniti.
Gheddafi non si stanca di ripetere
che Al-Qaeda gli fa la guerra ed invia combattenti contro il governo della
Libia, perché lui ha appoggiato la guerra antiterroristica di Bush.
La predetta organizzazione ha avuto nel
passato ottimi rapporti con i servizi d’intelligenza nordamericani nella lotta
contro i sovietici nell’Afghanistan, e possiede abbastanza esperienza sui
metodi di lavoro della CIA.
Che cosa accadrà se le denunce di Gheddafi
fossero vere? Come spiegherebbe Obama al popolo nordamericano qualora una parte
di quelle armi di combattimento terrestre cadesse in mani dagli uomini di Bin
Laden?
Non sarebbe stato
meglio e più intelligente avere combattutto per promuovere la pace e non la
guerra in Libia?
Fidel Castro Ruz
31 marzo 2011
Ore 19.58